Il ministero dell’Interno prepara ricorso contro il tar del lazio sul self check-in negli affitti brevi

Il ministero dell’Interno prepara ricorso contro il tar del lazio sul self check-in negli affitti brevi

Il ministero dell’Interno impugna davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato l’obbligo di riconoscimento diretto degli ospiti negli affitti brevi, per garantire sicurezza e controllo.
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Il Ministero dell’Interno ha impugnato davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato l’obbligo di riconoscimento diretto degli ospiti negli affitti brevi, puntando a mantenere controlli più rigidi per motivi di sicurezza. - Gaeta.it

Il ministero dell’Interno ha deciso di impugnare davanti al Consiglio di Stato una recente sentenza del Tar del Lazio che ha annullato una sua circolare riguardante il self check-in negli affitti brevi. La circolare in questione imponeva l’obbligo di riconoscimento diretto, cioè de visu, degli ospiti che alloggiano in abitazioni locate per brevi periodi. La decisione del Tar ha suscitato reazioni da parte del Viminale, che ha già predisposto il ricorso per ripristinare quelle disposizioni.

Il contesto normativo sul riconoscimento degli ospiti negli affitti brevi

Negli ultimi anni le norme sulla registrazione degli ospiti in affitti di breve durata sono diventate più rigide. Il ministero dell’Interno ha introdotto la circolare per rendere più stringente il controllo sugli ospiti che soggiornano in appartamenti prenotati per pochi giorni. L’obbligo di riconoscimento di persona mira a garantire la sicurezza e a prevenire il rischio di attività illecite, come l’uso di strutture ricettive per scopi criminali o la mancata comunicazione dei dati all’autorità di pubblica sicurezza. La circolare specificava che il proprietario o l’affittuario doveva verificare direttamente l’identità degli ospiti, senza ricorrere esclusivamente a procedure digitali o automatiche.

Normativa e comunicazione dati

Questa misura si inserisce nel quadro più ampio delle normative che obbligano proprietari e gestori di immobili a comunicare entro certe scadenze i dati anagrafici delle persone alloggiate. La comunicazione tempestiva consente alle forze dell’ordine di avere un quadro aggiornato sulle presenze e facilita le indagini in caso di emergenze. L’adozione del riconoscimento de visu voleva superare alcune criticità legate alla registrazione online, soprattutto in situazioni in cui si temeva la falsificazione o l’uso di documenti non verificati direttamente.

La decisione del tar del lazio che ha annullato la circolare

A gennaio 2025 il Tar del Lazio ha emesso una sentenza con cui ha annullato la circolare del ministero dell’Interno sul riconoscimento obbligatorio de visu degli ospiti negli affitti brevi. I giudici amministrativi hanno motivato la decisione ritenendo che la disposizione impose un vincolo eccessivo e non coerente con le normative vigenti in materia di privacy e nuove tecnologie. Inoltre, hanno sottolineato che altre forme di identificazione, come quelle elettroniche o da remoto, possono garantire adeguatamente la sicurezza senza richiedere la presenza fisica per la verifica.

Dibattito tra operatori e autorità

La sentenza ha suscitato dibattiti tra operatori del settore immobiliare e autorità di pubblica sicurezza. Alcuni hanno accolto con favore la possibilità di agevolare le procedure di check-in, soprattutto nel contesto attuale dove molte prenotazioni si effettuano via piattaforme digitali. Altri hanno espresso preoccupazioni riguardo a possibili rischi legati a controlli più approssimativi e alla difficoltà di monitorare efficacemente gli ospiti che non vengono riconosciuti fisicamente.

Le motivazioni del Tar si sono basate su una valutazione del bilanciamento tra esigenze di sicurezza e tutela della privacy, indicando che strumenti alternativi possono garantire la corretta identificazione senza gravare eccessivamente su proprietari e ospiti.

Le mosse del ministero dell’interno: il ricorso al consiglio di stato

Nonostante la decisione del Tar, il ministero dell’Interno non ha intenzione di rinunciare all’obbligo di riconoscimento de visu previsto dalla circolare. Fonti del Viminale hanno confermato le intenzioni di proporre ricorso al Consiglio di Stato per chiedere la sospensione e l’annullamento della sentenza del Tar. L’obiettivo è mantenere un controllo rigoroso sull’identificazione degli ospiti nei casi di locazioni temporanee, ritenuto fondamentale per motivi di ordine pubblico e contrasto alla criminalità.

Ruolo fondamentale del riconoscimento diretto

Il ricorso punta a sottolineare come il riconoscimento diretto svolga un ruolo essenziale nel prevenire irregolarità e nel supportare le attività investigative delle forze di polizia. Il ministero sostiene che le forme di identificazione “da remoto” non siano sufficientemente affidabili per garantire il rispetto delle misure di sicurezza previste dalla legge.

La procedura davanti al Consiglio di Stato sarà decisiva per definire il quadro normativo che riguarderà i nuovi metodi di registrazione negli affitti brevi. La decisione finale avrà impatto sulle modalità con cui proprietari e gestori dovranno procedere nelle operazioni di check-in. Intanto, nel settore si attende di capire se la posizione del ministero sarà accolta, confermando la necessità di un controllo più stretto, oppure se saranno confermate le aperture verso soluzioni più flessibili con strumenti digitali.

La situazione resta in evoluzione e il confronto tra esigenze di sicurezza e tutela delle libertà individuali continuerà ad animare il dibattito sulle misure per gli affitti di breve durata in Italia.

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