Il ministero degli esteri iraniano nega ogni responsabilità nell’attacco houthi all’aeroporto di Tel Aviv

Il ministero degli esteri iraniano nega ogni responsabilità nell’attacco houthi all’aeroporto di Tel Aviv

Il ministero degli Esteri iraniano respinge le accuse di coinvolgimento nell’attacco houthi a Tel Aviv, sottolinea il sostegno autonomo dello Yemen ai palestinesi e denuncia l’intervento militare e i crimini di guerra degli Stati Uniti nello Yemen.
Il Ministero Degli Esteri Iran Il Ministero Degli Esteri Iran
Il ministero degli Esteri iraniano ha respinto le accuse di coinvolgimento nell’attacco houthi all’aeroporto di Tel Aviv, sostenendo che il sostegno yemenita ai palestinesi è autonomo, e ha criticato l’intervento militare statunitense nello Yemen, denunciando crimini di guerra. - Gaeta.it

Il ministero degli Esteri iraniano ha risposto con fermezza alle accuse che collegano Teheran alle azioni militari condotte dagli Houthi nello Yemen, in particolare all’attacco di ieri contro l’aeroporto di Tel Aviv. La nota ufficiale respinge le accuse come “infondate” e ribadisce che il sostegno yemenita ai palestinesi nasce da motivazioni autonome e di solidarietà, senza alcun controllo esterno. Intanto, il ministero ha puntato il dito sulle forze armate statunitensi, denunciandone l’intervento militare nello Yemen e i crimini di guerra compiuti.

Il rifiuto iraniano delle accuse di coinvolgimento nell’attacco houthi

Il 2025 ha visto un’escalation di tensioni nella regione, culminata con l’attacco degli Houthi contro l’aeroporto di Tel Aviv. In questo contesto, l’Iran è stato indicato da vari osservatori come sostenitore diretto delle azioni dei ribelli yemeniti. Il ministero degli Esteri iraniano ha smentito categoricamente tali accuse, definendole completamente false. Nella dichiarazione diffusa, l’istituzione ha sottolineato che presentare il coinvolgimento diretto di Teheran in operazioni militari degli Houthi è una “affermazione ingannevole”, priva di qualsiasi base concreta.

Distinzione tra supporto politico e azioni militari

La nota ufficiale invita a distinguere tra il supporto politico e religioso che l’Iran può esprimere verso vari gruppi nella regione e un coinvolgimento diretto nelle azioni belliche. Evidenzia inoltre come l’intervento e le responsabilità militari debbano essere attribuite ad altri attori. Questo rifiuto ha l’obiettivo di smontare la narrazione che vuole attribuire all’Iran il ruolo principale nelle tensioni attuali tra Yemen e Israele.

La posizione dello yemen e la solidarietà verso i palestinesi

Il ministero iraniano ha ribadito che il sostegno degli Houthi verso i palestinesi si fonda su principi di solidarietà umana e religiosa condivisi dalla popolazione yemenita. Questa posizione viene descritta come indipendente, cioè non dettata o imposta da ingerenze esterne, ma piuttosto una decisione che nasce dalla realtà locale e culturale dello Yemen.

Si punta l’attenzione sul fatto che la popolazione yemenita prova forte vicinanza con la causa palestinese, una tensione radicata da tempo che ha influenzato le azioni militari sul terreno. Per Teheran collegare la scelta degli Houthi al suo diretto controllo politico o militare rappresenta una distorsione della realtà. Così, il ministero sottolinea come dietro all’azione yemenita vi siano dinamiche interne e motivazioni che si rifanno al contesto storico e sociale del territorio.

L’accusa all’intervento militare usa nello yemen

La nota del ministero degli Esteri iraniano non si limita a negare i propri legami con l’attacco di Tel Aviv ma rivolge anche una forte critica agli Stati Uniti. Il comunicato afferma che le forze armate Usa hanno “entrato in guerra contro il popolo dello Yemen” con lo scopo di sostenere quello che viene definito il “genocidio commesso dal regime sionista”.

Crimini di guerra e raid aerei

Il ministero accusa le operazioni militari americane di aver commesso crimini di guerra a causa dei raid aerei sul territorio yemenita. Vengono messi in luce gli effetti devastanti di questi attacchi sulle infrastrutture civili e sulla popolazione locale. L’azione degli Stati Uniti viene descritta come parte di una strategia di supporto militare a Israele, anziché un intervento neutrale o pacificatore.

Questa prospettiva iraniana si inserisce in un quadro più ampio di tensioni geopolitiche che coinvolgono la regione mediorientale, con vari attori internazionali che si contendono influenza e controllo militare. Le dichiarazioni del ministero iraniano sottolineano come lo scenario dello Yemen non possa essere compreso senza considerare il ruolo diretto degli Stati Uniti e le conseguenze dei loro raid.

Impatto regionale e implicazioni politiche dell’attacco

L’attacco degli Houthi a Tel Aviv ha scosso il fragile equilibrio mediorientale, già segnato da tensioni e conflitti protratti nel tempo. A differenza delle indiscrezioni che puntavano il dito verso un diretto coinvolgimento iraniano, la smentita ufficiale di Teheran contribuisce a far emergere una realtà più complessa, dove gli attori locali agiscono per proprie ragioni.

Lo Yemen vive da anni una guerra interna, che vede gli Houthi protagonisti in lotte contro il governo riconosciuto a livello internazionale ma anche contro forze esterne. La decisione di attaccare infrastrutture israeliane segna un cambio di passo nelle modalità dello scontro, attirando attenzione internazionale.

Queste dinamiche hanno ripercussioni sulla diplomazia multilaterale, sui flussi migratori, e sulla sicurezza nei paesi vicini. L’indicazione iraniana del coinvolgimento americano indirizza lo sguardo sulla dimensione globale del conflitto, dove ogni azione militare appare legata a una rete di alleanze e opposizioni che attraversano oltre il Medio Oriente.

La tensione resta alta e ogni nuova mossa è osservata con attenzione da governi e osservatori internazionali, chiamati a seguire gli sviluppi con un occhio critico. L’attacco ha messo in luce, ancora una volta, che le questioni regionali hanno effetti ben oltre i confini immediati coinvolti.

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