Un appello da parte di oltre 140 organizzazioni della società civile ha preso forma oggi a Milano, nella sede delle Acli, con la presentazione di un manifesto in difesa della sanità pubblica italiana. Il documento riunisce richieste e proposte concrete per rilanciare il Servizio sanitario nazionale , messo a dura prova da anni di tagli, riforme frammentarie e spinte verso la privatizzazione. Il testo si oppone con forza all’autonomia differenziata, che potrebbe accentuare le disuguaglianze territoriali nella sanità, e ribadisce la necessità di un sistema equo, universale e sostenibile per tutto il paese.
La denuncia delle disparità e la richiesta di una sanità equa e universale
Il manifesto si concentra sull’urgenza di contrastare la frammentazione e il declino del Ssn causati dall’avanzare dell’autonomia differenziata. Questo processo rischia di creare dislivelli nei servizi sanitari offerti alle diverse regioni, penalizzando in particolare le zone meno ricche. Le organizzazioni firmatarie chiedono perciò che la sanità resti un servizio pubblico, accessibile a tutti i cittadini senza distinzioni geografiche o economiche. Nel documento si sottolinea che il finanziamento deve tornare a livelli adeguati, dopo anni di risorse ridotte o insufficienti. La necessità di garantire un sistema valido per tutta la popolazione si incrocia con la richiesta di una distribuzione dei fondi più equilibrata, che eviti il persistere di differenze territoriali.
Attenzione economica e investimenti
Sul piano economico, il manifesto invita a rivedere la destinazione degli investimenti sanitari, evitando che le risorse pubbliche finiscano per alimentare forme di sanità privata o assicurazioni integrative che, nel tempo, indeboliscono la rete pubblica. Si propone un riequilibrio nella gestione dei fondi sanitari integrativi, per contenere la deriva verso un sistema a due velocità, dove la qualità e la disponibilità delle cure variano in base alla copertura privata.
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Rilancio delle cure primarie e attenzione alle fragilità sociali
Tra i punti centrali del documento spicca la richiesta di una riorganizzazione delle cure primarie. Il manifesto propone di puntare sui Distretti sociosanitari e sulle Case della comunità, luoghi che devono avere un ruolo chiave nell’assistenza quotidiana ai cittadini. Queste strutture dovrebbero diventare il primo punto di riferimento per prevenzione, cura e assistenza, favorendo così una presa in carico più efficace e più vicina alle esigenze reali della popolazione.
Priorità alla non autosufficienza
In parallelo, si chiede di attuare con priorità la riforma per la non autosufficienza, che mira a mettere al centro la domiciliarità e il governo pubblico dei servizi sociali e sanitari destinati alle persone fragili. Garantire un’assistenza adeguata a chi si trova in difficoltà è visto come un tassello indispensabile per mantenere un sistema solidale. Il manifesto sottolinea quindi il bisogno di politiche che si occupino sia della dimensione sanitaria sia di quella sociale, un approccio che deve superare le divisioni burocratiche esistenti.
Governance farmaceutica, prevenzione e ruolo del parlamento nella sanità pubblica
Un capitolo a parte riguarda la gestione dell’assistenza farmaceutica. Controllare con rigore la governance di questo ambito è ritenuto fondamentale per evitare sprechi, garantire l’accesso a cure efficaci e mantenere la sostenibilità economica del Ssn. Il testo indica la necessità di una revisione del Prontuario Terapeutico Nazionale, affidata a un organismo indipendente presso Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. Questa revisione dovrebbe accogliere criteri scientifici e trasparenti nella scelta dei medicinali rimborsati dallo Stato.
Salute, ambiente e società
Il manifesto evidenzia anche l’importanza di promuovere l’approccio “One Health”, che considera la salute umana in relazione all’ambiente e agli aspetti sociali e commerciali che ne influenzano gli esiti. Questa visione multifattoriale mira a prevenire malattie e a ridurre le diseguaglianze sanitarie, agendo sui determinanti che più impattano sulla salute pubblica.
Ruolo del parlamento
Infine, si punta sul rafforzamento del ruolo del Parlamento. Garantire la vigilanza democratica sul Ssn è visto come uno strumento necessario per tutelare i Livelli essenziali di assistenza e assicurare che i diritti sanitari rimangano universali in tutto il territorio nazionale. Il manifesto chiede meccanismi certi per finanziare i servizi e perequazioni che compensino differenze tra regioni più e meno ricche.
Testimonianze e richieste per un cambio di passo nel servizio sanitario nazionale
Durante la presentazione, commenti significativi sono arrivati da personalità impegnate nel settore. Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri, ha ribadito la necessità di investire nel personale, aumentando gli stipendi per trattenere medici e infermieri nelle strutture pubbliche. Ha evidenziato anche l’urgenza di formare dirigenti specifici per il Ssn attraverso la creazione di una Scuola Superiore di Sanità, in modo da migliorare la capacità gestionale e organizzativa del sistema.
Intervento di don virginio colmegna
Don Virginio Colmegna, presidente di Prima la comunità, ha sottolineato il passaggio necessario da una concezione di sanità intesa solo come cura, a una visione ampia in cui la salute si conferma come diritto universale. Nel suo intervento ha messo in guardia dalle spinte verso la privatizzazione, ricordando che salute e servizio sociale sono legati e devono essere rafforzati insieme. Secondo lui, questa prospettiva può contrastare meglio le disuguaglianze e garantire un’assistenza continuativa e davvero rivolta al bene comune.