Il killer di milano aveva buoni rapporti sul lavoro e nessun disturbo psichico secondo gli educatori

Il killer di milano aveva buoni rapporti sul lavoro e nessun disturbo psichico secondo gli educatori

Gli ispettori del ministero di giustizia indagano sui rapporti degli educatori e psicologi del carcere di bollate dopo l’omicidio a milano, per valutare la gestione e i controlli sui permessi lavorativi esterni dei detenuti.
Il Killer Di Milano Aveva Buon Il Killer Di Milano Aveva Buon
Un detenuto considerato stabile e affidabile ha ucciso una collega a Milano prima di suicidarsi; il Ministero di Giustizia indaga sulle valutazioni psicologiche e le procedure di sicurezza adottate nel carcere di Bollate. - Gaeta.it

L’aggressore che ha tolto la vita a una collega a milano prima di suicidarsi era descritto come una persona stabile e senza problemi mentali. Lo confermano gli educatori e gli psicologi del carcere di bollate, che ne avevano seguito il percorso e gli avevano consentito di uscire per lavorare fuori. Quanto emerso dai loro rapporti ora è al centro di una verifica approfondita da parte degli ispettori del ministero di giustizia.

La figura del killer vista dagli educatori e psicologi del carcere di bollate

Gli operatori penitenziari di bollate avevano un giudizio positivo sulla personalità dell’uomo, che non mostrava mai segni di squilibri o atteggiamenti violenti al di fuori. In carcere aveva stretto legami regolari e sereni con staff e detenuti. Era considerato affidabile, capace di gestire situazioni complesse senza reagire in modo eccessivo o nervoso. Questi elementi gli avevano permesso di usufruire del lavoro esterno, norma prevista per alcuni detenuti considerati a rischio basso o assente.

Gli psicologi incaricati seguivano incontri regolari con lui per monitorarne lo stato emotivo e mentale. Nei protocolli compilati non risultano voci su disturbi psichici o comportamenti che potessero destare sospetti. Anche per questo la sua integrazione aveva un parere favorevole. Il clima lavorativo all’interno del carcere quotato era descritto come collaborativo, senza tensioni particolari di cui l’uomo fosse protagonista.

I documenti ora esaminati dagli ispettori ministeriali

A seguito della tragica vicenda, gli ispettori del ministero di giustizia hanno avviato un’ispezione sui documenti redatti da educatori e psicologi. I vari report su cui si basa la valutazione della pericolosità e stabilità dell’uomo sono sotto analisi per capire se ci siano stati errori di valutazione o omissioni di segnali. Il lavoro degli ispettori punta a verificare la correttezza delle procedure adottate per il monitoraggio e la concessione delle uscite dal carcere.

Il ministero intende accertare anche il rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro esterno per i detenuti che ottengono permessi durante il periodo di detenzione. Nel corso dell’indagine si sta valutando l’efficacia degli strumenti adottati per rilevare eventuali condizioni di disagio psicologico che avrebbero suggerito un diverso tipo di controllo o intervento.

Il contesto della tragedia a milano e le implicazioni per la sicurezza penitenziaria

L’omicidio di cui è rimasto vittima un’agente, insieme all’atto estremo del killer, ha riacceso il dibattito sulle politiche di gestione dei detenuti nelle fasi di lavoro esterno. Nonostante le garanzie fornite dagli psichiatri carcerari, la vicenda dimostra i limiti di ogni sistema di prevenzione. Nel caso di milano manca una spiegazione chiara sul motivo di un gesto così violento da parte di una persona apparentemente stabile e inserita positivamente nel programma lavorativo.

L’esito delle indagini ministeriali potrà influenzare le procedure di valutazione psicologica e gli standard di sicurezza per chi, detenuto, opera fuori dai penitenziari. Sarà un punto di svolta per ridefinire i criteri con cui si concedono permessi esterni e si controlla il comportamento di chi li ottiene. La sicurezza all’interno e fuori dal carcere resta un tema sensibile che inciderà sulle politiche future in materia di carcere e riabilitazione.

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