L’Abruzzo si trova alle prese con un’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo diversi allevamenti bovini a causa della diffusione della lingua blu. Le autorità regionali e le associazioni agricole hanno avviato un tavolo tecnico per valutare le misure da adottare. Coldiretti Abruzzo ha espresso la necessità di interventi rapidi e concreti per contenere l’avanzata dell’epidemia e proteggere un comparto già fragile.
I dati attuali sull’epidemia della lingua blu e la distribuzione dei focolai
Secondo le informazioni diffuse durante il tavolo zootecnico convocato dall’assessore all’agricoltura Emanuele Imprudente, in Abruzzo si registrano numerosi focolai di lingua blu. I dati offerti dall’Istituto zooprofilattico sperimentale indicano 76 focolai complessivi in regione. La provincia con maggiori casi risulta essere Teramo, con 40 focolai, seguita da L’Aquila con 24, Pescara con 8 e infine Chieti con 3. La Asl regionale segnala numeri in parte differenti: 49 focolai a Teramo, 45 a L’Aquila, 11 a Pescara mentre la provincia di Chieti non risulterebbe colpita.
Queste cifre testimoniano una diffusione lenta ma progressiva che richiede attenzione quotidiana. Il virus, trasmesso da insetti vettori, ha già colpito molte aziende agricole, causando danni a bestiame e potenziali ripercussioni economiche sulle filiere locali. Monitorare i casi e intervenire con misure di contenimento è fondamentale per limitare il contagio e prevenire ulteriori complicazioni.
Leggi anche:
Le misure richieste da coldiretti e le risposte della regione abruzzo
Durante l’incontro, Coldiretti Abruzzo ha sottolineato la necessità di una strategia articolata che vada oltre la sola vaccinazione immediata degli animali. Tra le richieste principali compaiono l’erogazione di indennizzi tempestivi per le aziende messe in difficoltà, la creazione di una zona di contenimento per monitorare gli spostamenti del bestiame infetto e il supporto alla gestione e allo smaltimento delle carcasse. Altro punto cruciale è il monitoraggio costante dell’insetto vettore, elemento chiave nel propagarsi della malattia.
La Regione Abruzzo ha dimostrato disponibilità a intervenire in modo deciso. Si è parlato della creazione di un’unità di crisi dedicata, coordinata dall’Istituto zooprofilattico, che funga da centro di comando per affrontare con risorse e competenze l’emergenza. Si è anche pianificata la pubblicazione di un decalogo rivolto agli allevatori, elaborato con il contributo dell’Izs e della Asl, volto a fornire indicazioni operative sul campo per gestire al meglio la situazione.
L’urgenza di una risposta rapida per tutelare la zootecnia abruzzese
Il direttore di Coldiretti Abruzzo, Marino Pilati, ha evidenziato la necessità di un intervento immediato e deciso, per evitare che il problema si aggravi ulteriormente. La zootecnia locale, già segnata da difficoltà, rischia di subire danni profondi con ripercussioni a livello economico e sociale. Le produzioni tradizionali che caratterizzano la regione dipendono dal benessere degli allevamenti.
L’appello rivolto alle istituzioni è quello di sbloccare senza indugi i fondi per le vaccinazioni e per l’acquisto di repellenti contro gli insetti vettori. Solo con misure tempestive si potrà fermare la diffusione dell’epidemia e salvaguardare aziende e valori storici legati al territorio. La tutela di questo settore significa preservare non solo attività produttive, ma un patrimonio che connota l’identità abruzzese.
A breve il decalogo per gli allevatori fornirà indicazioni chiare per gestire i rischi, mentre il monitoraggio delle aree infette e del vettore proseguirà per individuare ogni possibile focolaio e contenere il contagio. Il lavoro coordinato tra istituzioni, tecnici e operatori del campo sarà decisivo nelle prossime settimane, periodo cruciale per ridurre l’impatto della lingua blu in Abruzzo.