Il gruppo cronisti lombardi e fnsi lanciano un appello contro le morti sul lavoro nelle notizie giornalistiche

Il gruppo cronisti lombardi e fnsi lanciano un appello contro le morti sul lavoro nelle notizie giornalistiche

Il gruppo cronisti lombardi e la Fnsi lanciano un appello ai media italiani per una maggiore attenzione e rispetto nella copertura delle morti sul lavoro, contrastando il calo di visibilità e l’assuefazione dell’opinione pubblica.
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Il gruppo cronisti lombardi e la Fnsi chiedono ai media di dare maggiore rilievo e rispetto alle morti sul lavoro, per contrastare l'assuefazione e promuovere una narrazione responsabile e attenta alla sicurezza dei lavoratori. - Gaeta.it

Le morti sul lavoro restano un problema drammatico e frequente in Italia ma le notizie su questi eventi sembrano sparire dalle prime pagine e dai servizi televisivi. Il gruppo cronisti lombardi insieme alla federazione nazionale della stampa italiana ha deciso di accendere i riflettori su questo tema, chiedendo ai media di riportare con più attenzione e rispetto questi fatti. L’iniziativa parte in coincidenza con il Primo Maggio, giornata simbolo del lavoro.

Un calo continuo di copertura mediatica sulle morti sul lavoro

Recentemente il gruppo cronisti lombardi ha sottolineato come le notizie di incidenti mortali sul lavoro siano sistematicamente spostate in basso nelle pagine dei giornali o trattate con minor rilievo dalle agenzie di stampa. Le aperture sui giornali sono riservate solo a eventi particolarmente eclatanti, come più vittime nello stesso incidente o accadimenti ravvicinati nel tempo. Anche le televisioni, a causa delle ridotte risorse, non inviano più troupe sul posto e talvolta danno al tema solo brevi riporti in cronaca.

Assuefazione pericolosa nell’opinione pubblica

Questa tendenza rischia di generare una pericolosa assuefazione nell’opinione pubblica, che potrebbe arrivare a percepire la morte sul lavoro come una notizia comune e poco rilevante. Il gruppo cronisti lombardi si interroga precisamente su questo: “fino a quando le morti di lavoratori finiranno solo in poche righe di cronaca?”

Il lavoro non fa più notizia: il richiamo della fnsi

Alessandra Costante, segretaria della Fnsi, ha evidenziato un problema grave: il lavoro viene spesso confuso con qualsiasi forma di occupazione, senza mettere al centro la sicurezza e la dignità del lavoratore. “La necessità di guadagnarsi da vivere non dovrebbe mai far passare in secondo piano la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.”

Secondo Costante, è fondamentale parlare più diffusamente del lavoro, non limitandosi alle tragedie, ma sottolineando anche il valore di un impiego sicuro e rispettoso. L’appello del gruppo cronisti lombardi trova così un alleato importante nella Fnsi che si unisce alla chiamata per una maggiore consapevolezza e giustizia nel racconto delle vicende lavorative.

L’importanza di una narrazione responsabile

Il ruolo dei giornalisti nella lotta alle morti sul lavoro

Il presidente del gruppo cronisti lombardi, Fabrizio Cassinelli, ricorda che la riduzione degli incidenti mortali richiede interventi su più fronti: legislazione più severa, controlli ispettivi più efficaci, migliori contratti e salari adeguati. Ma anche la cultura della sicurezza deve crescere in Italia, e l’informazione ha un ruolo decisivo.

I giornalisti devono prendersi la responsabilità di tenere alta l’attenzione su questi eventi, evitando che vengano relegati a notizie di serie B. Facendo sentire la voce delle vittime e delle loro famiglie, il racconto giornalistico può diventare uno strumento per stimolare il rispetto e la prevenzione sul lavoro. Cassinelli definisce tutto questo “una battaglia civica in cui le redazioni possono davvero fare la differenza.”

Adesione e sostegno da più fronti dell’informazione

Oltre al gruppo cronisti lombardi e alla Fnsi, anche altri organismi e associazioni giornalistiche hanno raccolto l’appello. Articolo 21, Ossigeno per l’informazione, sindacato cronisti romani, gruppo cronisti liguri, profession reporter e giornalisti italiani su facebook sostengono questa iniziativa.

Questi soggetti si impegnano a diffondere il messaggio attraverso i propri canali, promuovendo una copertura più attenta e rispettosa delle morti sul lavoro. L’obiettivo è spingere tutte le redazioni a non ignorare più questi accadimenti, premessa fondamentale per tutelare i lavoratori e rendere giustizia a chi ha perso la vita mentre svolgeva il proprio mestiere.

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