Il green deal europeo continua a rappresentare un punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile e il sostegno alle imprese del vecchio continente. Queste norme ambientali e sociali non si configurano come ostacoli, ma piuttosto come strumenti che rafforzano il valore delle produzioni italiane ed europee. In un momento in cui la concorrenza globale si fa più serrata, la presenza di standard rigorosi si conferma come elemento distintivo e di protezione del tessuto produttivo europeo, caratterizzato da alti livelli di qualità e un uso contenuto delle risorse naturali.
Il modello produttivo europeo e la sua storia senza risorse naturali abbondanti
L’Europa si presenta storicamente priva di risorse naturali in misura significativa. Questo ha condizionato profondamente il suo sviluppo economico e sociale. Il continente ha quindi puntato su un modello produttivo basato su processi efficienti, sostenibilità e qualità elevata, elementi che hanno definito la sua competitività nel mercato globale. Tale modello sociale ha richiesto di adottare strumenti normativi forti per garantire la tutela del lavoro e dell’ambiente, offrendo un riferimento stabile per aziende di diverse dimensioni.
La qualità delle produzioni, che punta a ridurre sprechi e consumo di materie prime, trova così un importante riconoscimento nelle nuove regole europee. In questo scenario, norme ambientali più severe non si traducono in costi insostenibili ma costituiscono una strategia per mantenere un vantaggio competitivo basato sulla responsabilità sociale e ambientale.
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Gli strumenti normativi a sostegno delle imprese contro la concorrenza sleale
Il pacchetto normativo del green deal include meccanismi concreti come l’ecodesign, che impone criteri precisi per la progettazione di prodotti più sostenibili. Ad esso si affianca la normativa Dnsh , pensata per evitare che le attività produttive causino danni ambientali rilevanti. Questi strumenti aiutano le aziende a innalzare il livello di sostenibilità senza compromettere la qualità.
Il contrasto al fenomeno del greenwashing risulta fondamentale per evitare che operatori meno scrupolosi diffondano informazioni false o fuorvianti sulle proprie caratteristiche ambientali. L’adozione di criteri trasparenti e verificabili tutela la reputazione delle imprese seriamente impegnate nella sostenibilità.
Inoltre, il green public procurement promuove procedure pubbliche di acquisto che privilegiano prodotti e servizi conformi a requisiti ambientali e sociali, favorendo così la domanda di soluzioni ecosostenibili. Tutte queste misure creano una rete di protezione per le aziende europee, evitando che si trovino a competere con realtà che non rispettano standard equivalenti.
Il ruolo della fondazione ecosistemi e il forum compraverde buygreen 2025
Le dichiarazioni di Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi, sono arrivate durante il Forum Compraverde Buygreen 2025, evento dedicato alle politiche verdi e all’acquisto pubblico sostenibile. Falocco ha ribadito l’importanza strategica delle regole previste dal green deal per garantire coerenza e tutela alle produzioni europee.
Questa posizione mette in evidenza la necessità di sostenere strumenti concreti non solo a livello normativo, ma anche nella pratica quotidiana delle imprese e delle pubbliche amministrazioni. Il forum rappresenta una piattaforma importante per confronti tra esperti, aziende e istituzioni che hanno nel green deal una bussola per azioni mirate.
L’impegno della Fondazione Ecosistemi si concentra dunque su una diffusione consapevole delle regole ambientali e sociali capaci di valorizzare le produzioni di qualità, senza sacrificare la competitività europea in uno scenario globale.