L’Associazione Animalisti Italiani ha denunciato con forza la nuova proroga decisa dal governo Meloni per il decreto attuativo della legge delega 106/2022, che prevede la fine definitiva dell’utilizzo di animali nei circhi. Dopo due slittamenti già annunciati – prima ad agosto 2024, poi ad agosto 2025 – ora il termine è spostato alla fine di dicembre 2026. Questo rinvio ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto nelle regioni come Pescara dove la questione è molto sentita.
La legge delega 106/2022 e le proroghe che allungano i tempi
La legge delega 106/2022 fissava inizialmente la scadenza del 18 febbraio 2023 per l’adozione di un decreto che avrebbe definito le norme per superare l’impiego degli animali nei circhi. Da allora, però, il governo ha disposto due proroghe successive, spostando prima la scadenza al 18 agosto 2024, poi al 18 agosto 2025. Fino ad arrivare alla nuova proposta di legge che mira a rimandare ulteriormente il termine al 31 dicembre 2026. Questi continui rinvii hanno rallentato un processo che sarebbe dovuto già essere concluso da mesi.
L’impatto sulle condizioni degli animali
Le associazioni animaliste sottolineano che nella pratica questa dilazione mantiene in attività circa duemila animali utilizzati per spettacoli circensi, trattenendoli in condizioni spesso criticate in ambito etico e veterinario. Il rinvio mina la volontà di numerosi cittadini e amministrazioni locali, che da tempo chiedono di veder applicata una normativa più severa sul tema.
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La reazione dura di animalisti italiani e la pressione pubblica
Walter Caporale, presidente dell’Associazione Animalisti Italiani, ha espresso il disappunto per la scelta del governo. Secondo Caporale, si tratta di un “ennesimo schiaffo” a quanti hanno firmato petizioni e manifestato a favore di uno stop immediato all’uso degli animali nei circhi. Sono oltre 240.000 le firme raccolte da questa iniziativa, a cui si aggiungono le prese di posizione di diversi enti pubblici, come ordini veterinari e consigli regionali e comunali.
Sul piano internazionale, più di cinquanta paesi hanno già tolto animali da questa forma di intrattenimento, mentre l’Italia rimane fermamente in ritardo rispetto a questi standard che salvaguardano il benessere animale. Per l’associazione, rinviare oltre significa prolungare inutilmente condizioni di sofferenza per gli animali e mantenere uno spettacolo “vecchio” e poco rispettoso.
Le richieste agli esponenti parlamentari per un cambio di passo
Animalisti Italiani invitano deputati e senatori a respingere la proposta di proroga che rischia di protrarre di altri anni l’attuale situazione. La richiesta è di approvare subito norme che mettano fine all’uso di animali nei circhi e che garantiscano un trattamento dignitoso per gli animali ancora soggetti a tali condizioni.
Misure richieste nel dettaglio
Nel dettaglio, si chiede di prevedere un vero “pensionamento” degli animali, con strutture adeguate dove trasferirli, assieme a un piano concreto per la riconversione degli spettacoli circensi in forme d’intrattenimento che non prevedano la presenza di animali. Il riferimento è a spettacoli basati su arti umane, tecnologie o altre forme culturali capaci di mantenere viva la tradizione circense senza sfruttare esseri viventi.
Il nodo politico resta alto. Alcuni gruppi parlamentari appaiono divisi, ma l’associazione sollecita tutti gli schieramenti a prendere una posizione netta. La questione animale, sottolineano, è un tema di civiltà che l’Italia non può più rimandare, considerando anche la sensibilità crescente dell’opinione pubblica.
Il confronto va avanti e i dati su città come Pescara mostrano un’attenzione forte verso il futuro degli animali impiegati nei circhi. Ora si attende un passo decisivo dalle istituzioni.