La vicenda dell’applicazione del golden power nell’operazione tra unicredit e banco bpm ha portato il ministero dell’Economia a chiarire la posizione italiana nei confronti dell’Unione europea. Nel 2025, il governo ha spiegato come la tutela della sicurezza pubblica resti una prerogativa esclusiva nazionale, senza interferire con le regole europee sulle concentrazioni. La lettera ufficiale indirizzata all’Unione europea fotografa le condizioni poste per approvare la fusione, inserendo criticità legate anche agli scenari geopolitici attuali.
Il golden power italiano e la tutela della sicurezza pubblica
Il golden power, ovvero i poteri speciali dello Stato per bloccare o condizionare operazioni su aziende strategiche, si fonda soprattutto sulla protezione della sicurezza nazionale. Il ministero dell’Economia ha ribadito che questo ambito resta una competenza esclusiva italiana. La lettera inviata all’Unione europea spiega che questa prerogativa non entra in conflitto con il regolamento comunitario sulle concentrazioni tra imprese.
La posizione del governo
In pratica, l’intervento italiano si basa sulla necessità di salvaguardare interessi rilevanti nel campo della sicurezza pubblica, un settore che l’Ue riconosce come riserva degli Stati membri. Questo punto ha un peso determinante nel caso unicredit-banco bpm, dove si è valutato che l’operazione possa avere ripercussioni di matrice strategica nazionale che giustificano una verifica specifica.
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Peculiarità dell’operazione unicredit-banco bpm e prescrizioni del governo
L’operazione di fusione tra unicredit e banco bpm, due colossi bancari italiani, ha visto il governo approvarne l’avvio ma accompagnato da una serie di prescrizioni. Questi paletti servono a garantire che la nuova entità mantenga caratteristiche coerenti con il controllo e la gestione del sistema bancario nazionale.
Focus sull’italianità
Nella lettera si sottolinea la “italianità” dei due soggetti, ovvero il fatto che siano imprese con radici e sede legale italiane, un elemento importante per tutelare gli asset strategici del paese. La risposta del ministero ha compreso domande puntuali provenienti da Bruxelles, soprattutto riguardo a come la fusione si inserisca nel quadro più ampio del sistema finanziario italiano, lasciando chiaro che l’approvazione non è stata concessa senza condizioni o controlli.
Il contesto geopolitico e l’impatto sull’operazione bancaria
Un elemento che emerge dalla lettera è il richiamo al contesto internazionale, in particolare alla guerra tra Russia e Ucraina. Le sanzioni internazionali e le tensioni geopolitiche stanno influenzando il comportamento economico e finanziario anche in Italia. Il governo ha fatto presente che, pur senza provocare danni ai pagamenti delle imprese italiane che operano fuori dai confini, è necessario allontanare gli asset finanziari legati a paesi coinvolti nel conflitto.
Prevenzione e stabilità
Questo ha portato a prescrizioni che riguardano le partecipazioni e le attività che, in un’ottica di sicurezza, non devono esporre il sistema bancario italiano a rischi derivanti da legami con aree a rischio o sotto sanzioni. Il golden power, in questo quadro, non ha solo una funzione di intervento immediato ma serve a mantenere una stabilità che tenga conto del contesto geopolitico più ampio.
Le implicazioni per il futuro della finanza italiana
Le scelte compiute in questa fase rappresentano un precedente importante per la governance del sistema finanziario italiano. La risposta formale al chiarimento europeo evidenzia che l’Italia intende continuare a usare strumenti come il golden power per tutelare la sicurezza nazionale, soprattutto in un settore delicato come quello bancario.
Autonomia decisionale
L’attenzione verso la provenienza dei capitali, la gestione degli asset e il rispetto delle prescrizioni indicano una volontà di preservare l’autonomia decisionale del paese anche di fronte alla pressione di mercati internazionali e organizzazioni sovranazionali. Il caso unicredit-banco bpm serve a confermare che la sicurezza economica può coincidere con la sicurezza pubblica, in uno scenario dove la prudenza nelle operazioni finanziarie è diventata essenziale sul piano politico e istituzionale.