La serata dedicata al cinema italiano si è svolta il 4 giugno 2025 nella Sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma. La 65ma edizione del Globo d’Oro ha celebrato film, serie tv, registi e attori che hanno segnato il panorama culturale con lavori significativi e narrative coinvolgenti. L’evento organizzato dall’Associazione della Stampa Estera in Italia ha visto assegnati premi a produzioni di spicco, riconoscendo anche questioni ambientali e talenti emergenti.
Il nibbio protagonista con la storia tragica di nicola calipari
Il film “Il Nibbio” di Alessandro Tonda ha conquistato il titolo di miglior film della serata. La pellicola ricostruisce la dolorosa vicenda che ha portato alla morte dell’agente segreto Nicola Calipari, offrendo un ritratto intenso e coinvolgente di un fatto di cronaca che ha segnato l’Italia. Claudio Santamaria, che interpreta Calipari nel film, ha ricevuto il premio come miglior attore, una scelta che sottolinea l’impatto emotivo e la forza narrativa della produzione.
Il racconto si sviluppa attorno alla missione in cui Calipari ha perso la vita, esplorando le tensioni e le ambiguità di quell’episodio. La regia di Tonda ha scelto di puntare su un realismo asciutto, senza filtrare la tragedia ma mettendo in luce i dettagli spesso poco noti dell’operazione. Le immagini e le scene raccontano con precisione quei giorni drammatici, restituendo dignità e complessità a un personaggio simbolo della storia recente italiana.
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L’ironia e i sogni al centro della miglior commedia palmese dei manetti bros.
Il premio come miglior commedia è stato assegnato a “U.S. Palmese”, firmata dai fratelli Manetti. Il film si distingue per il tono leggero ma denso di significati, scegliendo la leggerezza come strada per raccontare sogni, speranze e le sfide quotidiane. Il lavoro offre uno spaccato autentico della provincia italiana, tra ironia e delicatezza, senza mai cadere nel banale o nel superficiale.
Il meccanismo narrativo si snoda tra situazioni spesso comiche e personaggi ben delineati, capaci di rappresentare le tensioni sociali con un sorriso. L’originalità della sceneggiatura ha convinto la stampa estera, che ha premiato il film per la capacità di adattarsi a un pubblico ampio, mantenendo però uno sguardo profondo sugli aspetti meno noti della società contemporanea.
Riconoscimenti per attrici, documentari e temi ambientali
Barbora Bobulova si è aggiudicata il titolo di miglior attrice grazie alla sua interpretazione in “Per il mio bene”, dove ha dato corpo a un personaggio complesso con lucidità e intensità. La sua performance ha dato spessore al film, che si è distinto per la capacità di trattare temi delicati mantenendo un equilibrio narrativo.
La rassegna ha premiato anche la serie tv “L’arte della gioia”, diretta da Valeria Golino, scelta per il successo con cui ha saputo raccontare temi esistenziali attraverso personaggi forti e situazioni di vita reali. Nel campo documentaristico il Globo d’Oro è andato a “Il mestiere di vivere” di Giovanna Gagliardo, un ritratto che offre una riflessione intima e accurata.
Il Globo Verde, dedicato a temi ambientali, ha riconosciuto “Come se non ci fosse un domani” di Riccardo Cremona e Matteo Keffer, puntando l’attenzione sulle emergenze ecologiche con un approccio narrativo capace di sensibilizzare senza risultare pesante. Questo premio sottolinea un impegno crescente nel cinema italiano verso la tutela del pianeta.
Nuove voci e qualità tecniche al centro delle attenzioni
Tra gli altri premi della serata, “Ciao bambino” di Edgardo Pistone ha ottenuto il riconoscimento come miglior opera prima. Il film si distingue per la freschezza narrativa e l’attenzione alla costruzione dei personaggi. A emergere anche Beatrice Barison, giovane attrice premiata come promessa del cinema per la sua capacità di passare dalla musica alla recitazione con naturalezza, mettendo in scena ruoli complessi con intensità.
I premi tecnici hanno celebrato il lavoro dietro le quinte: Federico De’ Robertis ha avuto il Globo d’Oro per la miglior colonna sonora con “Napoli New York”. La fotografia è stata affidata a Maurizio Calvesi per “L’abbaglio”, mentre la sceneggiatura di “Le assaggiatrici” – firmata da Doriana Leondeff, Silvio Soldini, Cristina Comencini, Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Lucio Ricca – ha ricevuto un riconoscimento per la sua capacità di narrare una storia poco conosciuta, quella delle donne incaricate di testare i cibi per Hitler.
Gabriele mainetti e il suo approccio alla regia con la città proibita
Il Globo d’oro per la miglior regia è andato a Gabriele Mainetti per “La città proibita”. La sua regia si distingue per la capacità di costruire mondi fantastici ma vicini alle emozioni umane, creando un’esperienza visiva e narrativa intensa per lo spettatore. Mainetti ha confermato un percorso artistico personale, portando temi universali con uno stile visivo riconoscibile.
La serata è iniziata con il premio al cortometraggio “Chloe” di Matthias Salzburger. Ambientato a Venezia, il corto affronta il tema dei migranti con delicatezza e umanità, offrendo uno sguardo poetico su una realtà difficile. Questa scelta ha valorizzato l’attenzione del cinema verso questioni di attualità, attraverso narrazioni che non si limitano ai racconti classici ma aprono finestre su storie meno conosciute.