Il Giappone propone agli Stati Uniti il riconoscimento reciproco degli standard di sicurezza delle auto

Il Giappone propone agli Stati Uniti il riconoscimento reciproco degli standard di sicurezza delle auto

L’accordo tra Giappone e Stati Uniti mira al riconoscimento reciproco degli standard di sicurezza automobilistici per facilitare il commercio, ridurre i dazi e superare le barriere normative nei negoziati commerciali.
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Giappone e Stati Uniti discutono il riconoscimento reciproco degli standard di sicurezza automobilistici per facilitare il commercio e superare barriere tariffarie e normative, con possibili influenze dal modello europeo e scambi economici più ampi. - Gaeta.it

L’accordo tra Giappone e Stati Uniti sugli standard di sicurezza automobilistici potrebbe aprire una nuova fase nei rapporti commerciali tra i due paesi. Le trattative, in vista dell’imminente incontro per i negoziati tariffari, puntano a superare alcune barriere che limitano il commercio di veicoli, specie per quanto riguarda le automobili prodotte negli Stati Uniti e importate in Giappone.

La proposta giapponese per il riconoscimento reciproco degli standard di sicurezza

Secondo fonti governative riportate dal quotidiano Yomiuri Shimbun, il governo giapponese ha intenzione di proporre agli Stati Uniti il riconoscimento reciproco degli standard di sicurezza per le automobili. Questo approccio nasce dalla volontà di risolvere un problema segnalato dagli Stati Uniti come una vera e propria barriera commerciale impropria. Infatti, gli USA hanno criticato le ispezioni in Giappone, sostenendo che i loro veicoli rispettano già i severi requisiti sulle emissioni nell’ambito delle direttive statunitensi.

Il riconoscimento reciproco consentirebbe di evitare ispezioni doppie e complessi controlli, agevolando così il commercio. L’obiettivo è fissare procedure compatibili tra i due paesi, evitando duplicazioni e differenze che rallentano l’importazione delle vetture.

Differenze e convergenze negli standard giapponesi e statunitensi

Il sistema di regole per la sicurezza automobilistica del Giappone si basa su 43 categorie specifiche, che coprono diversi aspetti come i freni, i tachimetri e i livelli di rumorosità dei veicoli. Questi standard sono stati adattati alle norme internazionali concordate dalle Nazioni Unite, pensate per uniformare i criteri ambientali e di sicurezza a livello globale.

Gli Stati Uniti, invece, considerano solo tre delle categorie previste dal Giappone, concentrandosi su aspetti più ristretti come le finiture metalliche delle portiere. Questa divergenza riflette approcci differenti nel controllo dei veicoli ma complica gli scambi commerciali. Gli esperti sottolineano che, se il Giappone dovesse offrire un’esenzione agli Stati Uniti su alcune normative, paesi come la Cina potrebbero avanzare richieste analoghe, vista l’unicità delle loro normative.

Possibili modelli europei e implicazioni per i negoziati commerciali

Per affrontare la questione, le autorità giapponesi stanno valutando il modello europeo. In Europa esiste un sistema condiviso di procedure per la sicurezza delle automobili, che semplifica gli scambi e riduce le barriere non tariffarie. Questo sistema rappresenta un possibile esempio da adattare anche per il rapporto fra Giappone e Stati Uniti.

Non a caso, l’interesse per una regolamentazione che faciliti la circolazione delle merci ha preso forma soprattutto nelle settimane scorse quando il governo giapponese ha chiesto più volte all’amministrazione statunitense di togliere il 25% di dazio imposto sulle auto giapponesi importate negli USA. Quel mercato rappresenta un terzo del valore totale dell’export giapponese verso gli Stati Uniti.

I prossimi incontri e le strategie di negoziazione di tokyo

Il ministro per la rivitalizzazione economica del Giappone, Ryosei Akazawa, partirà venerdì per partecipare al terzo ciclo di negoziati ministeriali con gli Stati Uniti, che si terrà a livello ministeriale appunto. L’intento è ottenere concessioni commerciali più favorevoli, attraverso trasferimenti di benefici dal settore agricolo e navale.

Tokyo ha infatti calato come carta un aumento delle importazioni di mais dagli Stati Uniti e una maggiore collaborazione nella costruzione navale per ottenere vantaggi nelle esportazioni automobilistiche. Questi scambi mettono in evidenza come i negoziati siano intrecciati con diversi ambiti economici, non solo con quelli legati alle automobili.

Il governo giapponese punta così a sciogliere il nodo dei dazi e a ridurre le barriere legate alle differenze normative, per rilanciare le esportazioni di un settore che conserva un ruolo strategico per il paese. Gli sviluppi di questi incontri saranno decisivi per le relazioni commerciali tra Washington e Tokyo.

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