L’Africa continua a emergere come uno degli snodi fondamentali per gli equilibri economici e politici globali, e l’Italia con il suo piano Mattei punta a rafforzare il proprio legame con il continente. Più che una semplice iniziativa italiana, gli esperti sottolineano la necessità di un coordinamento europeo per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che questa nuova centralità africana genera. Il dibattito, accendendosi a Roma nel corso dell’assemblea di Assolavoro, ha coinvolto figure importanti come Marco Minniti, che ha posto l’accento sul ruolo strategico del dialogo e della cooperazione, in un tempo segnato da conflitti e tensioni.
il piano Mattei e l’apertura di un dialogo strategico con l’africa
Il piano Mattei rappresenta una scelta cruciale per l’Italia nel definire una politica estera orientata verso l’Africa. Presentato come uno strumento capace di consolidare i rapporti con un continente chiave per i prossimi due decenni, questo progetto cerca di costruire un ponte tra il Mediterraneo e l’Africa, basandosi su scambi economici, culturali e politici. Marco Minniti ha evidenziato come la rilevanza dell’Africa non riguardi solo gli interessi italiani, ma un asset strategico per l’intera Europa. L’incontro con Ursula von der Leyen è indicativo di questo cambiamento di paradigma: il piano Mattei deve diventare una strategia a livello comunitario per garantire solidità e continuità.
L’Africa si presenta con potenzialità demografiche e risorse naturali che attireranno inevitabilmente le attenzioni mondiali. Per questo motivo, l’Italia intende posizionarsi come interlocutore chiave, mantenendo un ruolo attivo nella cooperazione internazionale. Ma, come sottolineato da Minniti, questa strategia deve allargarsi oltre i confini nazionali per trasformarsi in una visione condivisa, capace di bilanciare le influenze globali sulla regione. Non a caso, la dimensione geopolitica si intreccia con la necessità di un dialogo politico che sappia coinvolgere diversi Paesi europei, offrendo una risposta unitaria alle sfide in evoluzione.
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Soft power mediterraneo: la ricerca e la cooperazione come basi per un nuovo equilibrio mondiale
La Fondazione Med-Or, di cui Assolavoro ha recentemente acquisito quote sociali, mira a costruire un modello di presenza italiana sul territorio mediterraneo votato al dialogo e alla collaborazione più che alla forza militare o economica immediata. L’obiettivo è rafforzare il cosiddetto soft power in un momento in cui il panorama globale appare segnato da conflitti e instabilità, per esempio con due guerre ancora in corso. Secondo Minniti, questo approccio basato sulla ricerca, la cultura e l’attenzione ai territori può offrire strumenti preziosi per creare un nuovo ordine internazionale.
Questa organizzazione non intende solo facilitare lo scambio di idee o progetti, ma vuole essere un catalizzatore di relazioni che possano funzionare anche in situazioni complesse e conflittuali, sottolineando il valore del confronto pacifico. La concentrazione sulla cooperazione invece che sulla pressione militare rappresenta una risposta che può incidere a lungo termine sulle dinamiche regionali, evitando derive pericolose causate da approcci esclusivamente hard power. L’area mediterranea, punto di incontro naturale tra Europa, Africa e Medio Oriente, diviene così il terreno di un esperimento che unisce ricognizione, dialogo e azione politica.
Il lavoro come fondamento di un nuovo ordine sociale e geopolitico
Marco Minniti ha posto l’attenzione su un aspetto spesso sottovalutato nelle discussioni geopolitiche: il lavoro come risposta ai bisogni concreti delle persone, non soltanto come mezzo per sostenere la crescita economica. L’idea che il lavoro realizzi la persona apre una prospettiva nuova, che vede nel sostegno all’occupazione un elemento di stabilità sociale e di emancipazione individuale. Offrire opportunità di lavoro, quindi, diventa una strategia essenziale per prevenire tensioni sociali e drammatiche forme di esclusione che possono alimentare instabilità.
Questa visione del lavoro come elemento chiave per costruire una società più equilibrata trasmette un messaggio di speranza e concretezza. Nel contesto delle relazioni europee e mediterranee, diventa uno strumento contro le migrazioni forzate o gli scompensi che nascono dalla mancanza di prospettive. L’Italia, con la sua posizione geografica e la sua storia, si trova in una posizione privilegiata per contribuire a questa sfida, facendo leva sulle sue capacità di mediazione e sulla vicinanza con l’Africa e il Mediterraneo. Questo ruolo va coltivato con attenzione e lucidità.
la collocazione geografica dell’italia come punto di congiunzione fra occidente e sud del mondo
La posizione dell’Italia al centro del Mediterraneo le assicura un ruolo unico tra il mondo occidentale e i Paesi del sud. Questa collocazione è riconosciuta come un vantaggio strategico da Marco Minniti, che invita a una maggiore consapevolezza di questa forza naturale. Dal punto di vista geopolitico, l’Italia diventa crocevia di partenze e arrivi, di scambi commerciali e culturali che, se gestiti con cura, possono consolidare la sua importanza a livello mondiale.
La sfida consiste nel trasformare questo privilegio geografico in un elemento di stabilità e di dialogo. Non si tratta solo di traffici o mercati, ma di saper costruire relazioni forti e durature, capaci di superare crisi e conflitti. L’Europa tutto sommato deve prendere atto di questo ruolo chiave dell’Italia, soprattutto guardando a lungo termine. Una politica estera consapevole di questo scenario può assicurare al Paese un’influenza significativa all’interno delle dinamiche globali in corso.
Un nuovo ordine mondiale fondato sulla pace e la cooperazione internazionale
I venti di guerra che soffiano ancora in varie parti del mondo invitano a riflettere sulle condizioni per costruire un futuro stabile. Marco Minniti sostiene che serve un cambiamento epocale per raggiungere una pace duratura, partendo dall’idea di un nuovo ordine mondiale. Questo perché gli equilibri attuali mostrano crepe profonde, causate da interessi divergenti e da conflitti difficili da risolvere con gli strumenti tradizionali.
La strada indicata punta a una cooperazione multilaterale vera, che coinvolga tutte le parti in gioco e soprattutto dia spazio a dialogo e rispetto reciproco. Questo nuovo ordine non può più basarsi su rapporti di forza e pressioni unilaterali. In questa prospettiva, l’Africa e il Mediterraneo compariranno come terreni decisivi per il bilanciamento globale. L’Italia e l’Europa hanno davanti a sé la sfida di costruire alleanze robuste e strategie comuni, proprio per evitare che queste zone diventino, ancora una volta, teatro di scontri e divisioni.