L’espansione dell’intelligenza artificiale sta trasformando il panorama lavorativo in Italia, introducendo nuove opportunità professionali, ma anche mettendo a dura prova le aziende nel reperire esperti qualificati. Con oltre 50.000 professionisti già attivi nel settore, la richiesta di figure specializzate è destinata a crescere notevolmente. La digitalizzazione e l’automazione stanno diventando fattori cruciali per la competitività delle imprese, rendendo fondamentale l’integrazione di competenze high-tech.
Le figure professionali più ricercate
Secondo uno studio condotto da Susini Group StP, esperti nel campo della consulenza del lavoro, ci sono dieci figure professionali chiave che saranno richieste in modo crescente nell’ambito dell’IA.
Tra le figure principe troviamo il data scientist, il cui stipendio può arrivare a 8.000 euro mensili. Questi professionisti sono esperti nella gestione e nell’analisi di grandi volumi di dati, fondamentali per supportare le decisioni strategiche aziendali. A seguire ci sono gli IA specialist, con un guadagno possibile di 5.000 euro, i quali si dedicano allo sviluppo e alla personalizzazione delle soluzioni IA per vari settori.
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Un’altra figura centrale è il machine learning specialist che, con stipendi che possono raggiungere i 12.000 euro al mese, si occupa dell’ottimizzazione di algoritmi di apprendimento automatico. Gli IA engineer e i big data analyst rivestono un ruolo altrettanto significativo, progettando sistemi di IA e analizzando dati per estrarne valore strategico, con stipendi che si aggirano rispettivamente sui 6.000 e 4.000 euro.
Altre professioni emergenti includono gli sviluppatori di algoritmi di IA, con un potenziale di guadagno fino a 10.000 euro, e i cyber security analyst, che si occupano di proteggere le aziende da attacchi informatici. Gli IA ethicist stanno diventando sempre più richiesti, con stipendi che raggiungono i 4.000 euro, in quanto si concentrano sull’analisi degli impatti sociali e legali dell’IA. Professionisti come i fintech engineer e gli esperti di robotica stanno segnando un trend in crescita, con potenzialità retributive significative anch’esse.
Settori chiave per l’espansione dell’IA
Lo stesso studio di Susini Group StP ha rivelato che l’avvento dell’intelligenza artificiale potrebbe contribuire all’incremento del prodotto interno lordo italiano fino a 110 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, favorendo una crescita del 6,4%. Secondo le proiezioni, entro il 2030, il numero di professionisti operanti nel settore IA in Italia potrebbe raggiungere le 500.000 unità, segno dell’importanza crescente di questa rivoluzione tecnologica.
Le aree in cui l’IA promette di avere un impatto maggiore includono l’industria manifatturiera, che potrebbe assorbire fino al 30% della crescita, seguita dal settore finanziario e assicurativo con un contributo del 20%, e da sanità e biotecnologie, che potrebbero arrivare al 15%. Questo scenario delineato non solo evidenzia l’importanza dell’IA nell’aumentare la competitività, ma anche la sua capacità di generare nuovi posti di lavoro in settori ad alta specializzazione.
Con l’adozione dell’IA, non si parla soltanto di singole professioni, ma di un cambiamento che abbraccia l’intero sistema economico nazionale. La formazione e la preparazione delle risorse umane diventeranno cruciali per affrontare questa transizione.
Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group StP, sottolinea come tali professioni siano fondamentali per guidare le aziende verso un futuro prospero. Secondo lui, il corretto approccio all’integrazione di tecnologie avanzate, accompagnato da un impegno collettivo, potrebbe permettere all’Italia di emergere tra i leader globali nell’adozione dell’IA, capitalizzando su una crescita senza precedenti.