Il Centro Studi di Intesa Sanpaolo ha diffuso dati aggiornati sullo stato dell’industria manifatturiera italiana nel 2025. Il fatturato del settore si attesta intorno a 1.143 miliardi di euro, confermando i livelli del 2024 a prezzi costanti. Allo stesso tempo, vengono delineate prospettive di crescita più ampie nei prossimi anni grazie soprattutto al contributo delle esportazioni e agli investimenti nel piano nazionale di ripresa e resilienza .
Aspettative sul fatturato manifatturiero e andamento settoriale nel 2025
Secondo il rapporto numero 107 di Intesa Sanpaolo, realizzato in collaborazione con Prometeia e presentato a Milano, il fatturato complessivo dell’industria manifatturiera italiana chiuderà il 2025 sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, se si considerano i prezzi costanti, ovvero al netto dell’inflazione. Si prevede un valore totale di 1.143 miliardi di euro che mantiene una tendenza simile a quella del 2024. Questo dato tiene conto anche di una crescita nominale dell’1,8% quando si osservano i prezzi correnti.
Il rapporto individua alcuni comparti con performance positive. La farmaceutica evidenzia un aumento tendenziale del 2,4%, spinta anche dalla domanda internazionale e dall’innovazione nei prodotti. La meccanica mostra un incremento dell’1,7%, grazie a un maggior volume di produzione e innovazioni tecniche. Il largo consumo, un altro segmento significativo, cresce dell’1,2%, sostenuto dalle vendite interne ed estere. Queste cifre, insieme a una crescita complessiva stabile, riflettono uno scenario in cui diversi settori mantengono una solidità relativa nonostante incertezze economiche globali.
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Ruolo del mercato estero e la ripresa della domanda europea
Il contributo del mercato estero si conferma cruciale per il comparto manifatturiero italiano. Il Centro Studi di Intesa Sanpaolo sottolinea come la ripresa della domanda nei paesi europei, in particolare in Germania, sarà un elemento determinante nel 2025. La Germania, primo mercato di riferimento per molte aziende italiane, sta attraversando una fase di rallentamento dell’inflazione che permette di rilanciare consumi e investimenti.
Questo andamento positivo nel mercato europeo ha effetti diretti su tutti i settori manifatturieri italiani, specialmente quelli legati all’export. Il recupero della domanda estera dovrebbe tradursi in un incremento delle vendite all’estero, rafforzando la posizione delle aziende e contribuendo al mantenimento di margini più favorevoli. La stabilità nei prezzi e la maggiore competitività dei prodotti italiani giocano un ruolo importante nel consolidamento di questo trend.
Prospettive di crescita dal 2026 al 2029 e impatto degli investimenti del Pnrr
L’analisi si spinge oltre il 2025, delineando previsioni sul periodo 2026-2029. Il centro studi prevedere una crescita media dell’1% annuo per l’industria manifatturiera italiana in questi anni. Il biennio iniziale, 2026-2027, viene indicato come il più dinamico, grazie agli investimenti legati al Pnrr che continueranno a indirizzare risorse verso innovazione tecnologica e modernizzazione degli impianti produttivi.
Gli investimenti pubblici e privati favoriranno il rinnovamento dei processi produttivi e l’adozione di tecnologie digitali. Si prevede in questo periodo un rafforzamento delle capacità competitive delle imprese italiane nel mercato globale. Nel lungo termine, la crescita sarà più moderata ma costante, segnalando un miglioramento rispetto agli anni precedenti.
Il potenziamento delle esportazioni e l’andamento della bilancia commerciale
L’export manterrà un ruolo centrale nel futuro della manifattura italiana. Nel 2029 il saldo della bilancia commerciale del settore raggiungerà i 1.324 miliardi di euro, con un miglioramento di circa 31 miliardi rispetto al 2019. Questo aumento rispecchia la capacità delle aziende manifatturiere italiane di mantenere una domanda estera robusta.
L’andamento positivo delle esportazioni dipenderà dalla capacità delle imprese di rispondere alle mutazioni del mercato mondiale, mantenendo livelli adeguati di qualità e competitività. La bilancia commerciale così solida riflette un settore preparato ad affrontare sfide commerciali internazionali e a confermare la centralità dell’Italia nella produzione e vendita di beni manifatturieri.