Il digital detox festival a sauris: come fermare il flusso digitale per ritrovare tempo e presenza

Il digital detox festival a sauris: come fermare il flusso digitale per ritrovare tempo e presenza

Nel borgo di Sauris, il Digital Detox Festival invita a spegnere gli schermi per riscoprire la vita reale attraverso attività nella natura, riflessioni sul tempo digitale e confronti con esperti del settore.
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Il Digital Detox Festival di Sauris, immerso nelle Alpi Carniche, invita a spegnere gli schermi per riscoprire il tempo reale attraverso attività nella natura, riflessioni e confronti sul rapporto con la tecnologia. - Gaeta.it

Nel cuore delle montagne carniche, il piccolo borgo di sauris ospita il digital detox festival. L’evento punta a invitare i partecipanti a spegnere gli schermi per scoprire il valore del tempo senza connessioni digitali. L’iniziativa si svolge in un paesaggio isolato e porta un messaggio chiaro: oggi passiamo troppo tempo dentro uno schermo, dimenticando la vita reale. Il festival dura tre giorni, durante i quali si alternano momenti di riflessione, attività nel verde e confronti sulle sfide della tecnologia.

Il contesto di sauris e la scelta del luogo ideale per disconnettersi

Sauris è un borgo montano di 400 abitanti, situato a 1.400 metri d’altitudine in provincia di udine. L’area si presenta come un rifugio dall’iperconnessione che avvolge quasi ogni aspetto della vita quotidiana. È questo isolamento naturale a fornire il contesto ideale per un festival fondato sul distacco dalla tecnologia. Staccare la spina in un luogo così remoto permette di riscoprire la calma e la presenza vera, lontani dalla frenesia digitale. La scelta stessa di sauris suggerisce un ritorno alla natura e alla semplicità, componenti fondamentali per un “digital detox” autentico.

Attività e ritmo delle giornate

Le giornate sono scandite da attività che incoraggiano a camminare nel bosco, meditare allo zenit del mattino, immergersi nel silenzio e dedicarsi a laboratori creativi. Questo approccio, lontano dalle interfacce digitali, costruisce un’esperienza concreta in cui la tecnologia cede il passo all’attenzione verso il corpo, la mente e le persone. Chi partecipa lascia temporaneamente la rete globale per entrare in una piccola comunità, fatta di stimoli naturali e di momenti di vera comunicazione.

Il peso delle ore trascorse davanti agli schermi: dati e riflessioni sul tempo perso

Gli organizzatori del festival offrono un dato che colpisce per chiarezza. Ogni giorno, in media, dedicano 6 ore e 40 minuti allo schermo. Se sommati nell’arco di un anno, diventano 2.400 ore di vita trascorse davanti a dispositivi digitali. In termini pratici questo significa che viviamo solo per 9 mesi all’anno veramente “presenti”, mentre i restanti tre mesi sono ceduti agli schermi. Il numero mette in evidenza un fatto: la tecnologia, se non gestita, riduce il tempo dedicato a esperienze reali con le persone e con l’ambiente.

Effetti sulle nuove generazioni

Questo fenomeno riguarda ogni fascia d’età, ma gli effetti sulle nuove generazioni preoccupano particolarmente. La relazione tra iperconnessione e mancanza di sonno, così come l’aumento di ansia o sovraccarico informativo, finisce per incidere sulla qualità della vita. Non si tratta solo di scegliere di stare meno tempo online, ma di capire come certi modi di utilizzare la tecnologia influenzano lo sviluppo cognitivo, il benessere e la capacità di concentrarsi. Il digital detox festival cerca proprio di indagare questi aspetti sotto molteplici punti di vista, per offrire al pubblico strumenti di riflessione e di scelta quotidiana.

Esperienze, incontri e momenti di confronto sulle nuove sfide della tecnologia

Il programma del festival alterna momenti pratici ed esperienziali a dialoghi con esperti attivi nel campo della tecnologia e del benessere digitale. Uno degli eventi più attesi è il talk “algoritmi, ai e sostenibilità: il futuro ci renderà più liberi?” in cui interverranno guido saracco, già rettore del politecnico di torino, e nicola zamperini, saggista noto per i suoi studi sul digitale.

Tematiche affrontate

Questi incontri puntano a far luce su temi come l’impatto degli strumenti digitali sul mondo che verrà, il rapporto con l’ambiente e le possibili conseguenze sulla libertà individuale. Altri momenti sono dedicati alla scrittura creativa o a workshop che stimolano metodi concreti per vivere meglio in un’epoca saturata da segnali e informazioni. In effetti, il festival non si limita solo a disconnettere, ma cerca anche di accompagnare verso una relazione più consapevole con la tecnologia.

Le attività di gruppo e le serate di discussione contribuiscono a creare un’atmosfera di scambio umano profondo, che quasi contrasta con la distanza imposta dal digitale. L’approccio totale permette non solo di staccare momentaneamente, ma di interpretare il proprio rapporto con schermi e dispositivi in modo più lucido e misurato, lasciando spazio alla vita “fuori dalla rete”.

Il sostegno istituzionale e la rete organizzativa dietro il digital detox festival

Il digital detox festival è il frutto di una collaborazione tra soggetti diversi, che hanno voluto puntare su un evento capace di sollevare domande sulle sfide della società contemporanea. L’idea nasce da alessio carciofi, esperto nel campo del marketing e del benessere digitale, e ha ottenuto il contributo del ministero del turismo.

Il network organizzativo

L’organizzazione si basa sulla rete d’imprese sauris-zahre, un gruppo locale che ha coinvolto enti nazionali e internazionali. Tra i partner figurano la commissione europea, il parlamento europeo, l’unicef e promotorismofvg, oltre al comune di sauris che ha concesso il patrocinio. Questa compagine istituzionale riflette la volontà di affrontare temi attuali legati all’equilibrio tra tecnologia e vita reale, con l’obiettivo di proporre modelli di convivenza digitali più umani e sostenibili.

La presenza di così tanti attori conferma l’attenzione crescente verso la diffusione di modelli culturali capaci di lasciare spazio alla disconnessione. Il festival, alla sua prima edizione, potrebbe aprire la strada a nuovi appuntamenti, contribuendo a sviluppare un dibattito necessario attorno alle esigenze di chi sente il bisogno di rallentare e ricostruire rapporti meno mediati dallo schermo. In questo piccolo angolo delle alpi carniche si fa dunque esperienza diretta di una sfida che riguarda il modo in cui vivremo nei prossimi anni.

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