A Genova, ai magazzini del cotone, si è svolto un confronto importante nel contesto del 16° festival del lavoro. Tra i protagonisti, il presidente di Cifa Italia e FonARCom, Andrea Cafà, ha portato un contributo significativo sul tema della contrattazione collettiva, in particolare guardando alla cosiddetta “terza via”. Questo approccio si differenzia dai tradizionali canali sindacali storici e si lega strettamente al fenomeno del dumping. Lo scenario vede inoltre una crescente attenzione verso l’intelligenza artificiale e il suo impatto sulle piccole imprese.
La terza via della contrattazione collettiva e il dibattito sul dumping
Andrea Cafà ha dedicato buona parte del suo intervento a chiarire le caratteristiche della terza via della contrattazione. Ha spiegato che questa modalità non è da intendere come dumping salariale o sociale, come a volte viene giudicata. Invece, mette al centro la persona e lo sviluppo delle relazioni tra aziende e lavoratori in modo innovativo. L’iniziativa di Cifa Italia e Confsal ha portato alla nascita di un osservatorio specifico sull’intelligenza artificiale proprio per monitorare e accompagnare questa evoluzione.
Il dibattito si è focalizzato anche sul contrasto tra contrattazione tradizionale e nuove forme, cercando di dissipare dubbi sull’effettivo valore di questa terza via. Il presidente ha voluto sottolineare come l’obiettivo sia costruire rapporti che valorizzino le persone e il lavoro, senza scivolare in pratiche di sfruttamento. Sul piano pratico, questo significa favorire strumenti di dialogo e confronto capaci di supportare le imprese e i lavoratori in modo equilibrato.
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Il ruolo dell’intelligenza artificiale nelle piccole imprese
Un punto centrale del discorso di Cafà è stato l’impatto dell’intelligenza artificiale, specie nelle micro e piccole imprese. Queste realtà, come ha evidenziato, sono rimaste indietro rispetto a grandi aziende nel processo di digitalizzazione e automazione. L’osservatorio creato da Cifa Italia e Confsal vuole quindi agire da punto di riferimento per monitorare gli effetti dell’IA su lavoro, organizzazione e contrattazione.
L’obiettivo è cogliere il cambiamento e offrire strumenti per accompagnare le imprese nella nuova sfida tecnologica. Questo percorso è visto non solo come un bisogno di aggiornamento tecnologico ma anche come un’opportunità per elevare la qualità del lavoro. La presenza dell’intelligenza artificiale modifica processi e competenze, richiedendo un confronto aggiornato tra imprenditori e lavoratori.
La contrattazione collettiva oltre le equivalenze tradizionali
Cafà ha indicato anche una direzione futura per la contrattazione collettiva gestita da Cifa e Confsal. Al centro ci sarà il superamento della mera equivalenza tra contratti, cioè andare oltre la semplice parità formale senza contenuti aggiuntivi. La visione punta a sviluppare accordi più ricchi di contenuti, rivolti a imprenditori che vogliono puntare sulla crescita attraverso l’investimento nelle risorse umane.
Secondo Cafà, questo approccio produce benefici per le aziende e per la società. Gli imprenditori che investono nel capitale umano contribuiscono a creare valore reale e sostenibile. Le risorse umane, infatti, diventano motore di risultati concreti, utili anche allo sviluppo a lungo termine delle singole aziende. La prospettiva è quindi quella di costruire modelli contrattuali capaci di generare ricchezza condivisa, non solo nel breve periodo ma anche guardando più avanti.
La discussione nel contesto del festival del lavoro
La discussione a Genova si è inserita in un contesto ampio, quello del festival del lavoro, dove i temi di innovazione, tradizione e tecnologia interagiscono per influenzare la trasformazione del mondo del lavoro. La presenza di figure come Andrea Cafà, impegnate sulla frontiera della contrattazione collettiva, evidenzia l’importanza di affrontare i cambiamenti con strumenti aggiornati e un dialogo aperto tra tutte le parti coinvolte.