Il 22° Convegno Nazionale del CoDAU, ospitato dall’Università Bocconi di Milano, ha riunito oltre 300 partecipanti tra rettori, direttori generali e rappresentanti istituzionali per discutere il ruolo degli atenei nel contesto urbano. Tra gli interventi si è distinto quello di Antonella Polimeni, Rettrice della Sapienza Università di Roma, che ha sottolineato come la collaborazione tra università e città possa diventare un motore di rigenerazione sociale e culturale. L’attenzione si è focalizzata sulle cosiddette terza e quarta missione degli atenei: il trasferimento delle conoscenze alla società e la formazione di cittadini consapevoli, elementi fondamentali per un rapporto efficace con le amministrazioni locali.
Il legame stretto tra università e realtà urbane
Antonella Polimeni ha evidenziato il rapporto necessario tra università e città come fattore di sviluppo reciproco. Nel suo intervento durante il panel “Università e città”, ha affermato che l’“osmosi” tra i due mondi deve essere un processo costante. L’università non deve limitarsi a essere un luogo di formazione e ricerca, ma assumere un ruolo attivo nel tessuto urbano, offrendo strumenti e competenze utili alla comunità che la ospita.
Polimeni ha spiegato che questo scambio si realizza attraverso la terza missione, ovvero il trasferimento di conoscenze accademiche che si traduce in innovazioni, idee e progetti diffusi oltre le strutture universitarie, e la quarta missione, che riguarda la formazione civica e sociale dei cittadini. In questi ambiti si delinea un nuovo ruolo per l’università, capace di sostenere non solo lo sviluppo economico e tecnologico, ma anche quello culturale e sociale delle città.
La Rettrice ha inoltre evidenziato l’importanza della multidisciplinarietà e della transdisciplinarietà, che consentono alle università di collaborare con le amministrazioni in modo integrato, affrontando sfide complesse con strumenti diversificati. Non si tratta solo di ricerca applicata, ma di un impegno rivolto alla costruzione di un ambiente urbano più inclusivo e sostenibile.
Le nuove responsabilità delle missioni universitarie tra innovazione sociale e formazione civica
Le missioni tradizionali dell’università si arricchiscono di nuovi compiti. La terza missione si concentra sul trasferimento di conoscenze scientifiche e tecnologiche alla società civile, alle imprese e agli enti locali. Questa attività non è solo uno scambio di dati o tecnologie, ma un processo in cui la ricerca diventa strumento di sviluppo sociale e culturale.
La quarta missione, meno conosciuta ma altrettanto importante, riguarda la formazione di cittadini attivi e consapevoli, capaci di partecipare in modo critico alla vita pubblica. Polimeni ha sottolineato che l’università deve promuovere questa educazione civica per rafforzare il senso di comunità e responsabilità.
Questi due aspetti delle missioni universitarie rappresentano, secondo la Rettrice, “il valore aggiunto” che giustifica la presenza degli atenei nelle città. L’interazione tra saperi accademici e realtà urbane diventa uno strumento per la rigenerazione, non solo fisica ma anche sociale, di spazi e comunità. Questo modello assume particolare rilievo nel contesto attuale, segnato da sfide come il calo demografico e la conclusione delle misure del PNRR.
Codau 2025: il confronto nazionale per un’università radicata nei territori
Il Convegno CoDAU 2025 rappresenta un’occasione per definire percorsi condivisi che rafforzino il rapporto tra atenei e città in tutta Italia. I partecipanti, tra rettori e rappresentanti istituzionali, hanno presentato strategie per rendere il sistema universitario italiano più coeso e incisivo sul piano locale.
In questo quadro, le tematiche della terza e quarta missione assumono un ruolo concreto e strategico. Si è discusso di come le università possano diventare centri di dialogo con le amministrazioni, contribuendo a politiche di rigenerazione urbana basate su scambi continui e multidisciplinari.
Il convegno ha ribadito l’importanza di sviluppare un modello di università aperta e inclusiva, capace di superare la dimensione accademica per diventare protagonista nella vita delle città. La valorizzazione di questo legame è un elemento chiave per favorire l’innovazione sociale e culturale nei territori italiani.
Il dibattito emerso a Milano invita a ripensare il ruolo tradizionale degli atenei e le loro responsabilità verso la società, delineando un percorso che coinvolge diversi attori e risponde ai bisogni concreti delle comunità urbane. La Sapienza, con la Rettrice Polimeni alla guida, si presenta come un esempio di questa visione integrata e orientata al futuro.