Il delitto di Fabrizio Piscitelli: le parole di Raul Esteban Calderon nel processo

Il delitto di Fabrizio Piscitelli: le parole di Raul Esteban Calderon nel processo

Raul Esteban Calderon, accusato dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, si dichiara innocente e chiede giustizia in un processo che mette in luce il crimine organizzato a Roma.
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Il delitto di Fabrizio Piscitelli: le parole di Raul Esteban Calderon nel processo - (Credit: www.ansa.it)

L’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”, ha scosso profondamente Roma nel 2019. Calderon, accusato di questo brutale delitto, ha recentemente presentato una memoria in tribunale in cui esprime dolore per la morte della vittima e chiede giustizia, sostenendo di essere innocente e di non avere alcun legame con organizzazioni criminali.

La dinamica dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli

Fabrizio Piscitelli, noto per i suoi legami con il crimine organizzato, fu ucciso in un agguato avvenuto nell’agosto del 2019. La vittima riportò un colpo di pistola alla testa mentre si trovava in un’area pubblica di Roma. Le indagini avviate dalle autorità competenti hanno rivelato un quadro complesso, con Piscitelli considerato una figura centrale nel traffico di droga e nel malaffare della Capitale. Gli investigatori si sono immediatamente concentrati su diverse piste, raccogliendo prove e testimonianze che potessero chiarire le circostanze che hanno portato alla sua morte.

Secondo le informazioni emerse, l’omicidio di Piscitelli è stato commesso con modalità che suggeriscono un’esecuzione mirata, segno di un’escalation nei conflitti tra bande rivali. L’area in cui si è verificato il delitto è conosciuta per essere teatro di attività illecite e di scontri tra clan. Le autorità hanno avviato intercettazioni e sorveglianze, mentre i familiari delle vittime e i testimoni hanno cominciato a essere interrogati, contribuendo a una ricostruzione sempre più dettagliata degli eventi.

L’imputato Raul Esteban Calderon e le sue dichiarazioni

Raul Esteban Calderon, accusato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e di porto abusivo di armi, ha recentemente depositato una memoria al processo. Nella sua dichiarazione, Calderon si è detto “addolorato” per la morte di Piscitelli, esprimendo il desiderio che la verità venga a galla e che il responsabile dell’omicidio venga punito. Ha sottolineato come l’accusa a suo carico pesi su di lui e sulla sua famiglia come un “macigno”, sottolineando l’impatto devastante che questa situazione ha avuto sulla sua vita.

Calderon ha tentato di discolparsi, affermando di avere avuto una vita segnata anche da errori e crimini minori, ma di non essere mai stato membro di organizzazioni mafiose o gruppi criminali. Ha descritto una vita in cui ha svolto lavori vari, come traslocatore e ristrutturatore di mobili, e ha persino lavorato come istruttore in palestre. La sua difesa si concentra sull’idea che molte delle accuse mosse nei suoi confronti siano infondate e basate su testimonianze non verificate.

Il ruolo della Procura e le aspettative per l’udienza

I Pubblici Ministeri Mario Palazzi e Rita Cesaro stanno conducendo le indagini e stanno presentando il loro caso al tribunale. Durante l’udienza del 9 dicembre, la Procura è attesa per la requisitoria, un passaggio cruciale in cui verranno messe in evidenza le prove raccolte e le argomentazioni legali per sostenere l’accusa di omicidio contro Calderon. Questo momento sarà decisivo anche per le future fasi del processo e per la comprensione complessiva del delitto di Piscitelli.

L’attenzione mediatica e pubblica rimane alta, dato il profilo di Piscitelli e le circostanze violente della sua morte. Le autorità sono impegnate a raccogliere ulteriori prove e a identificare eventuali complici coinvolti nell’omicidio. La comunità da tempo chiede giustizia, sperando che il processo possa fare chiarezza su un caso che ha gettato luce sull’ombra del crimine nella Capitale.

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