Il decreto sugli autovelox potrebbe spegnere sei apparecchi su dieci, tensione tra mit e comuni

Il decreto sugli autovelox potrebbe spegnere sei apparecchi su dieci, tensione tra mit e comuni

Il futuro degli autovelox in Italia è incerto a causa del decreto Mit che richiede l’omologazione secondo le norme del 2017, con Anci e comuni impegnati nel censimento e nell’adeguamento dei dispositivi.
Il Decreto Sugli Autovelox Pot
Il futuro degli autovelox in Italia è incerto a causa di nuove norme che richiedono l’aggiornamento o la disattivazione della maggior parte dei dispositivi, con scontri tra ministero e comuni sulla gestione e censimento degli apparecchi. - Gaeta.it

L’attenzione sul futuro degli autovelox in Italia è alta dopo il decreto predisposto dal ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini, ora fermo ma che potrebbe portare alla disattivazione della maggior parte degli apparecchi esistenti. I numeri dell’Anci indicano una situazione complessa tra vecchie autorizzazioni e la necessità di nuovi adeguamenti normativi. Intanto si è aperto uno scontro informale tra il Mit e l’associazione che rappresenta i comuni italiani, causando incertezza sugli strumenti per il controllo della velocità sulle strade.

I dati anci e la vecchia omologazione degli autovelox

I dati raccolti dall’Anci e comunicati dal presidente Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, mostrano che la maggioranza degli autovelox installati sul territorio italiano risalgono a autorizzazioni rilasciate prima del 2017. Per i dispositivi fissi, il 59,4% è approvato secondo norme precedenti a quell’anno, mentre il 40,6% dietro il 2017. Nel caso delle postazioni mobili, questa percentuale sale ancora: oltre il 67% è attivo grazie a decreti antecedenti a giugno 2017.

Questi dati mettono in evidenza un problema rilevante, perché la normativa attuale richiede che gli strumenti rispettino criteri aggiornati. L’Anci si è messa a disposizione per fornire chiarimenti e approfondimenti ai comuni, evidenziando come la situazione amministrativa e tecnica degli apparecchi sia complessa e variabile. La questione riguarda anche il livello di garanzia dei cittadini, in relazione alla legittimità dei controlli e delle sanzioni.

Tutti gli enti locali coinvolti hanno già avviato una ricognizione interna per individuare e aggiornare i dispositivi che rispondono alle nuove regolamentazioni. Questo lavoro è indispensabile per evitare di incorrere in sanzioni o contestazioni legali, ma anche per mantenere alta l’efficacia nella prevenzione degli incidenti stradali causati dall’eccesso di velocità.

Il decreto mit e le conseguenze per gli apparecchi di controllo

Il decreto in preparazione, al centro del confronto, contiene una norma chiave: soltanto i dispositivi approvati secondo il decreto ministeriale del 13 giugno 2017, n. 282, potranno considerarsi omologati e quindi legittimati a continuare la loro funzione. Tutti gli altri, invece, dovranno passare attraverso una nuova procedura di omologazione entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto. In caso contrario, dovranno essere spenti.

Se la norma venisse applicata così com’è, quasi il 60% degli autovelox fissi e quasi il 70% di quelli mobili non potrebbero più funzionare. La revisione tecnica e amministrativa degli apparecchi richiede tempo e soprattutto la presentazione di una documentazione integrativa, procedimento che coinvolge direttamente il ministero e comporta rallentamenti inevitabili.

Il punto di vista della polizia municipale di verona

Il comandante della polizia municipale di Verona, Giuseppe Altamura, membro del tavolo di coordinamento sulla sicurezza stradale presso Anci, ha sottolineato la necessità di riaprire un confronto tecnico. L’obiettivo sarebbe evitare di togliere dalla circolazione centinaia di apparecchi, cruciali per prevenire incidenti gravi dovuti a eccessi di velocità.

Il tema tocca un punto delicato: il rispetto delle norme deve andare di pari passo con la tutela della sicurezza sulle strade, che dipende in buona misura dalla presenza di strumenti di controllo affidabili e funzionanti.

La posizione della giurisprudenza sulle multe da autovelox

Secondo Altamura, negli ultimi anni la Cassazione ha chiarito molte questioni riguardo l’omologazione degli apparecchi e la validità delle multe emesse con i dispositivi fissi o mobili. Un esempio è la sentenza 10365 del marzo 2025, che ha ribadito come l’omologazione degli strumenti sia un requisito imprescindibile per la validità dell’accertamento dell’infrazione.

Nonostante queste normative rigide, non si è registrato un aumento significativo di ricorsi che mettano in discussione le multe nelle varie città. In alcuni tribunali e davanti ai giudici di pace, infatti, le multe elevate dalle polizie locali vengono confermate e considerate legittime.

Le autorità locali si posizionano quindi come difensori della legalità e sottolineano che garantire chiarezza e regole precise serve a proteggere i cittadini, non a creare problemi alle forze dell’ordine o agli enti locali. Si pone così un equilibrio tra garanzie procedurali e necessità di continuare la lotta alla velocità pericolosa.

Il confronto tra mit e anci sui dati e il censimento degli autovelox

Lo scambio di comunicazioni tra Matteo Salvini e Anci è avvenuto in buona parte attraverso la stampa. Il ministro ha chiesto con forza un censimento chiaro e preciso degli autovelox in Italia, con dettagli sul numero esatto e sulla loro ubicazione, distribuiti su base nazionale, regionale e locale. Questo censimento dovrebbe aiutare il ministero a capire come procedere per regolamentare il settore.

L’Anci ha risposto sottolineando di aver già fornito un’analisi preliminare riguardo ai dispositivi esistenti, distinguendo tra quelli fissi e mobili e specificando dati relativi alle diverse zone del paese. L’obiettivo è fornire un quadro attendibile delle condizioni reali sul territorio, distinguendo i protocolli di omologazione pre e post 2017.

Il ministero ha però ribadito di non accontentarsi di percentuali, ma di volere numeri certi, in modo da poter intervenire in modo mirato e ragionevole. Senza dati completi e definitivi, diventa complicato capire quali passi compiere per garantire il rispetto delle norme e la sicurezza stradale.

La mancanza di un accordo tecnico rischia di bloccare ogni decisione definitiva sugli autovelox, lasciando in sospeso milioni di automobilisti e le amministrazioni locali che devono gestire la sicurezza sulle strade. Lo scontro rimane aperto, in attesa di un chiarimento e di un’intesa tra Mit e Anci.

  • Laura Rossi

    Laura è la mente dietro una popolare rubrica su Gaeta.it, un rinomato sito dedicato alle notizie e agli eventi della città di Gaeta e dell'intero Lazio. La sua rubrica, apprezzata per l'approccio approfondito e analitico, si concentra su temi di attualità, cronaca locale e sviluppi culturali, offrendo agli abitanti e ai visitatori informazioni dettagliate e aggiornate. Grazie alla sua esperienza e passione per il giornalismo, Laura ha saputo creare un legame solido con la sua audience, fornendo contenuti che non solo informano ma stimolano anche il dibattito e la riflessione sulla vita nella regione.

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