La seconda giornata del convegno “Prevention on Neurodegenerative Diseases” ha messo in luce i più recenti sviluppi nella ricerca riguardante le malattie neurodegenerative, con particolare attenzione ai fattori protettivi e alle strategie di prevenzione. Organizzato da Fondazione Prada nell’ambito del progetto “Human Brains”, l’evento continua a riunire esperti di neuroscienze per esplorare come gli stili di vita e altre variabili possano impattare sulla salute cerebrale, in particolare nella popolazione anziana.
I fattori protettivi e la neurobiologia dell’arricchimento ambientale
L’apertura della giornata è stata affidata all’intervento di Diego Centonze, neurologo e docente presso l’Università Tor Vergata di Roma. La sua discussione si è concentrata sulla neurobiologia dell’arricchimento ambientale, un tema cruciale per comprendere come le esperienze sensoriali e cognitive possano influenzare la salute del cervello. Centonze ha evidenziato che un ambiente stimolante non solo promuove il benessere psicologico, ma può anche giocare un ruolo significativo nella prevenzione delle malattie neurodegenerative. L’arricchimento ambientale include varie attività , come leggere, socializzare e impegnarsi in attività fisiche, tutte pratiche che, secondo gli studi, possono contribuire a mantenere le funzioni cognitive e ridurre il rischio di demenza.
Ma non si tratta solo di prevenzione passiva: la partecipazione attiva a programmi di esercizio fisico regolare e la socializzazione sono state identificate come pratiche efficaci nel migliorare la salute cognitiva. Andrew Sommerlad, docente all’University College London, ha aggiunto che la demenza rappresenta una delle sfide sanitarie più rilevanti a livello globale, con un aumento del numero di pazienti previsto nei prossimi anni. Tuttavia, è incoraggiante notare che il rischio di sviluppare demenza è diminuito del 20% negli ultimi vent’anni, grazie a un cambiamento negli stili di vita e a una maggiore consapevolezza riguardo ai comportamenti protettivi.
Leggi anche:
Geni, fattori di rischio e malattie neurodegenerative
La successiva sessione del convegno ha affrontato la complessa relazione tra genetica e fattori di rischio, inclusi gli effetti delle infezioni e dei traumi cranici sulle malattie neurodegenerative. Durante l’incontro, esperti hanno condiviso ricerche recenti sulle connessioni tra esposizione a traumi e lo sviluppo di patologie neurologiche. L’importanza di comprendere l’inferenza causale negli studi epidemiologici è stata sottolineata, in quanto una chiara definizione delle interazioni tra variabili è fondamentale per sviluppare efficaci strategie preventive.
Questa sessione ha anche evidenziato l’impatto delle infezioni sul danno neurologico e ha esplorato come il monitoraggio di marcatori biomolecolari possa aiutare nella stratificazione del rischio e nel miglioramento della prevenzione secondaria. I relatori hanno discusso la necessità di una ricerca continua per migliorare le nostre comprensioni delle malattie neurodegenerative, in un contesto in cui la popolazione anziana è in costante crescita.
Impatti climatici e tavola rotonda finale
Il convegno ha proseguito con due ulteriori sessioni focalizzate sulla plasticità cerebrale e sugli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute cerebrale. Quest’ultimo tema ha suscitato un forte interesse, poiché le condizioni climatiche possono influire su fattori di rischio ambientali e sulle modalità di vita, impattando direttamente sulla salute neurologica. I relatori hanno discusso come un ambiente in continuo cambiamento richieda strategie adattative e innovative per proteggere le funzioni cognitive nel lungo termine.
La giornata si è conclusa con una tavola rotonda che ha riunito rappresentanti delle autorità sanitarie, associazioni di pazienti, istituti di ricerca e aziende farmaceutiche. Durante questo incontro, i partecipanti hanno discusso priorità , strategie d’azione e sfide future nella prevenzione delle malattie neurodegenerative. Questo dialogo multidisciplinare è cruciale per sviluppare un approccio integrato e mirato nella lotta contro queste patologie, confermando l’impegno della Fondazione Prada e dei partner coinvolti nel progetto “Preventing the Brain: A Call to Action”.
Il convegno rappresenta così un’importante opportunità di condivisione di conoscenze e idee, ma anche un passo significativo verso un futuro in cui le malattie neurodegenerative possano essere affrontate con maggiore consapevolezza e strategie efficaci.