Il consiglio regionale della Liguria ha deciso di non approvare una serie di mozioni che chiedevano la sospensione dei rapporti istituzionali, commerciali e militari con Israele. La proposta arriva dopo i fatti del 7 ottobre 2023, quando Hamas ha lanciato un attacco che ha scatenato una risposta militare israeliana di grande impatto. Le mozioni, presentate da forze politiche come Movimento 5 Stelle, Linea Condivisa e Alleanza Verdi Sinistra, puntavano a rompere i legami con Israele come segnale di condanna per le operazioni belliche e le conseguenze umanitarie sulla popolazione palestinese. La maggioranza di centrodestra ha invece motivato il rifiuto sollecitando il mantenimento di canali aperti per il dialogo.
Mozioni contro i rapporti con israel dopo il conflitto del 7 ottobre 2023
Il 7 ottobre 2023 ha segnato un punto di rottura nelle relazioni tra Italia e Israele a livello regionale, a seguito di un attacco di Hamas che ha provocato una grave crisi militare e umanitaria. In Liguria, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione in aula, tramite il consigliere Stefano Giordano, che chiedeva la sospensione totale di ogni rapporto con Israele. Il testo condanna fermamente le operazioni militari israeliane, definite eccessive rispetto all’attacco ricevuto. La mozione spingeva per una pressione su Roma e Bruxelles, affinché adottassero sanzioni e rivedessero gli accordi bilaterali con lo Stato ebraico. L’obiettivo dichiarato era mostrare solidarietà alle vittime delle operazioni nella striscia di Gaza e arrestare la collaborazione commerciale o militare.
Critiche e posizioni alternative nelle mozioni
In modo simile, Gianni Pastorino di Linea Condivisa ha riconosciuto la gravità dell’aggressione di Hamas, ma ha contestato la risposta israeliana, definendola sproporzionata. La sua mozione invitava a sospendere i rapporti istituzionali con Israele, mantenendo però solo le collaborazioni collegate a iniziative di pace o diplomatiche. Un altro ordine del giorno, firmato da Alleanza Verdi e Sinistra e portato avanti da Selena Candia, metteva in luce gli effetti devastanti del conflitto sulla popolazione civile di Gaza. Il testo denunciava la grave situazione negli ospedali, la sofferenza dei bambini e le difficoltà degli operatori umanitari. Proponeva un immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e la sospensione di ogni forma di cooperazione ufficiale, accademica e commerciale con il governo israeliano, richiamando iniziative analoghe già adottate in regioni come Puglia ed Emilia-Romagna.
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Il dibattito in aula e le posizioni della maggioranza di centrodestra
Durante la discussione in consiglio regionale, diversi esponenti della maggioranza di centrodestra hanno espresso la loro contrarietà alle mozioni. Matteo Campora, leader di Vince Liguria – Noi Moderati, ha sottolineato come, per raggiungere la pace, sia necessario mantenere aperti tutti i canali di comunicazione, a partire da quelli istituzionali. Questa linea è stata condivisa dagli altri rappresentanti del centrodestra, tra cui Giovanni Boitano , Rocco Invernizzi , Sara Foscolo e Carlo Bagnasco . L’argomentazione portata avanti da questi consiglieri puntava a preservare un dialogo politico e diplomatico con Israele, anche in momenti di tensione, senza interrompere i rapporti.
Critiche dal centrosinistra
Non sono mancati i critici all’interno dell’assemblea regionale. Simone D’Angelo del Partito Democratico ha presentato una critica netta, accusando la maggioranza di non voler definire chiaramente le responsabilità sugli eventi in Palestina. D’Angelo ha anche lanciato una frase forte contro il governo nazionale, parlando di “premier Meloni genuflessa a Netanyahu”. Analogamente, Katia Piccardo, anch’essa del Pd, ha espresso sgomento per l’atteggiamento del centrodestra, giudicato troppo radicale nel respingere le mozioni.
Impatti e ricadute politiche della scelta ligure sulla questione israele-palestina
La decisione del consiglio regionale ligure arriva in un momento delicato per le relazioni internazionali e italiane nel contesto mediorientale. Dopo l’escalation della guerra tra Israele e Hamas, varie regioni italiane hanno tentato di adottare provvedimenti simbolici con cui condannare le operazioni militari israeliane. La Liguria, respingendo le mozioni, si posiziona insieme a regioni e istituzioni che preferiscono mantenere un atteggiamento di neutralità più attiva rispetto alla crisi.
La scelta di non sospendere rapporti con Israele riflette una strategia politica che privilegia il dialogo istituzionale per la gestione delle crisi internazionali. Al tempo stesso, sottolinea le tensioni interne alle forze politiche italiane, con il centrodestra che assume una linea più tradizionale e il centrosinistra che spinge per una presa di posizione più decisa a favore della Palestina. Questo divario si evidenzia anche in ambito regionale, dove la questione mediorientale assume rilievo non solo per le conseguenze immediate, ma anche come elemento di riflessione sulle politiche estere e sulle alleanze strategiche italiane.
La bocciatura unanime delle mozioni da parte del consiglio regionale ligure indica un orientamento politico chiaro, che punta a non compromettere la collaborazione con Israele, neanche a livello locale, neppure in risposta ai drammatici eventi dello scorso autunno. Non a caso, nelle prossime settimane si attende un confronto ancora più acceso in altre sedi istituzionali, dove il tema del Medio Oriente continua a generare divisioni significative.