Il consiglio comunale dell’aquila ha recentemente discusso e respinto un ordine del giorno che chiedeva la condanna del primo ministro israeliano benjamin netanyahu per il presunto genocidio in corso nella striscia di gaza e l’escalation militare nei territori occupati. La mozione, presentata da due consigliere, ha acceso il confronto politico in aula, mettendo in evidenza divisioni nette tra maggioranza e opposizione. Nel corso della seduta, si sono registrati interventi importanti riguardo la situazione umanitaria a gaza e le responsabilità politiche e militari coinvolte.
La proposta di condanna e la sua genesi
L’ordine del giorno che chiedeva la condanna di netanyahu è stato avanzato da simona giannangeli, esponente di l’aquila coraggiosa, e da stefania pezzopane, consigliera del pd. Il documento chiedeva di riconoscere come genocidio le azioni militari israeliane che colpiscono la popolazione civile nella striscia di gaza e di condannare l’escalation che coinvolge i territori occupati. Nei mesi scorsi, le tensioni e i bombardamenti hanno portato a una crisi umanitaria grave con migliaia di vittime civili, facendo scattare appelli internazionali di condanna e richieste di cessate il fuoco. L’iniziativa in consiglio comunale cercava di far sentire a livello locale una posizione chiara e netta rispetto a questi eventi drammatici.
Il documento ha raccolto il favore di dieci consiglieri, provenienti da diverse forze tra cui il pd, l’aquila coraggiosa, 99 l’aquila, l’aquila nuova, avs, il passo possibile e azione. La proposta però non ha ricevuto la maggioranza dei voti ed è stata respinta con diciassette contrari. Tra i partiti che hanno votato contro figurano fratelli d’italia, l’aquila protagonista, lega, ud e forza italia.
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Le reazioni all’interno del consiglio comunale
La votazione ha scatenato reazioni precise, soprattutto da parte delle promotrici dell’ordine del giorno. Simona giannangeli ha definito la decisione un rifiuto della maggioranza di condannare le azioni di netanyahu e ha evidenziato la gravità della situazione nella striscia di gaza. Il clima in aula nel giorno del voto è stato acceso, con interventi che hanno evidenziato una spaccatura tra chi ritiene necessario un atto politico netto contro israele e chi invece preferisce posizioni meno dure.
Non a caso, anche alcuni rappresentanti della maggioranza hanno riconosciuto il dramma umanitario. Daniele ferella della lega e leonardo scimia di forza italia hanno sottolineato la gravità degli eventi ma hanno aperto all’ipotesi di discutere un nuovo ordine del giorno di carattere bipartisan che possa rappresentare una posizione condivisa, evitando divisioni nette. Questo suggerisce la possibilità di altri confronti in futuro per cercare punti di intesa.
Il dibattito sullo scenario umanitario e le accuse di genocidio
Durante la discussione, il consigliere lorenzo rotellini ha portato un quadro drammatico della situazione a gaza. Ha raccontato di migliaia di civili, donne e bambini uccisi o costretti all’esodo, e ha denunciato la distruzione delle infrastrutture essenziali come ospedali e scuole. Ha citato amnesty international, che ha ipotizzato che le azioni israeliane possano configurarsi come genocidio secondo il diritto internazionale. Rotellini ha fermamente condannato i bombardamenti sistematici contro strutture civili e la morte di giornalisti, medici e volontari delle ong.
Nel medesimo contesto, la minoranza ha sollevato questioni relative alle esportazioni italiane di armi verso israele. Sono state mosse critiche precise ai legami commerciali e al ruolo che queste forniture potrebbero avere nell’alimentare il conflitto. Il tema delle armi è stato centrale nella dinamica del dibattito, trovando contrapposizioni nette soprattutto nella risposta del sindaco.
La posizione del sindaco pierluigi biondi e le proposte alternative
Il sindaco pierluigi biondi ha chiarito la sua posizione durante la seduta. Ha spiegato che la vendita di armi dall’italia non è influenzata da scelte politiche locali e ha puntato l’indice contro alcune azioni di hamas definite terroristiche. Biondi ha sottolineato come alcuni membri di hamas usino civili, donne e anziani come scudi, elemento che complica ulteriormente la situazione sul campo.
Di fronte al rifiuto di condannare netanyahu con quella formulazione, il sindaco ha proposto un nuovo ordine del giorno da discutere, che fosse più equilibrato e capace di rappresentare la maggioranza in aula. La sua proposta sembra indirizzata a evitare conflitti troppo netti e a cercare un punto di incontro ulteriore tra le diverse sensibilità politiche presenti nel consiglio comunale.
Il confronto all’interno del consiglio comunale dell’aquila manifesta una frattura politica che rispecchia molte delle tensioni emerse a livello nazionale e internazionale attorno alla crisi nel medio oriente. Gli sviluppi successivi potranno vedere nuove iniziative nel tentativo di formare un consenso più ampio sul tema.