Il conclave valuta per la prima volta il voto a distanza per il cardinale malato a roma

Il conclave valuta per la prima volta il voto a distanza per il cardinale malato a roma

Il conclave si confronta con l’ipotesi del voto a distanza per il cardinale Vinko Puljic, malato e in difficoltà, segnando un cambiamento nelle regole tradizionali della Chiesa cattolica nella cappella Sistina.
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Il conclave potrebbe vedere per la prima volta un voto a distanza, previsto per il cardinale malato Vinko Puljic, segnando un'importante evoluzione nelle tradizioni della Chiesa cattolica. - Gaeta.it

Nella cornice tradizionale del conclave, dove i cardinali si riuniscono per eleggere il nuovo papa tra le mura sigillate della cappella Sistina, si apre un capitolo inedito: il possibile voto a distanza. La novità nasce dalla situazione del cardinale Vinko Puljic, malato e in difficoltà a seguito di problemi di salute, che rischia di non poter partecipare come al solito alle votazioni. Questo evento riflette un cambio di passo nelle regole di un rito antico, segnando un momento inedito nella storia della Chiesa.

Il cardinale puljic e l’ipotesi del voto a distanza

Il cardinale Vinko Puljic, 80 anni a settembre, arcivescovo emerito di Sarajevo, è giunto a Roma nonostante un quadro clinico complicato. La sua determinazione lo ha spinto a volere partecipare al conclave tra i porporati, dichiarando chiaramente che “tenterà di entrare nella cappella Sistina con l’aiuto necessario.” La sua presenza fisica resta comunque incerta, soprattutto se l’andamento delle sue condizioni dovesse peggiorare. In questo caso, la soluzione che si sta valutando è quella del voto a distanza, una possibilità che fino a oggi sembrava impensabile per una prassi così riservata e tradizionale.

Trasferirsi da Santa Marta, la residenza dei porporati, alla cappella Sistina significa un tragitto che supera un chilometro. Di solito i cardinali si spostano in navetta, ma per una persona in condizioni debilitanti questo percorso è impegnativo. Puljic potrebbe provare a farlo anche in sedia a rotelle, ma nel caso in cui le condizioni lo impedissero, la Chiesa ha previsto un meccanismo di voto alternativo.

Le regole che regolano il voto nel conclave

La vigente costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis”, emanata da papa Giovanni Paolo II nel 1996, disciplina ogni aspetto del conclave e include misure per garantire il voto anche a cardinali impossibilitati a partecipare fisicamente. Il documento prevede infatti la figura degli “infirmarii”: tre cardinali elettori che escano dalla cappella Sistina per raggiungere il cardinale ammalato, accompagnarlo alla votazione e riportare la sua scheda all’interno del conclave. Questo gesto conferma come la partecipazione al voto non sia strettamente vincolata alla presenza fisica nello spazio sacro della Sistina.

Giovanni Paolo II, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, ha vissuto le difficoltà della malattia e dell’infermità. Proprio per questo ha inserito questa flessibilità nelle regole. L’esperienza del pontefice polacco testimonia il riconoscimento del peso della salute sulla capacità di svolgere i doveri ecclesiastici, anche nei momenti chiave della storia della Chiesa.

Un cardinale che ha vissuto la guerra e la resistenza a sarajevo

Il cardinale Puljic non è estraneo alle sfide. Nominato arcivescovo di Sarajevo nel 1991, ha vissuto da protagonista la guerra in Bosnia che è scoppiata pochi mesi dopo il suo insediamento. Sotto i bombardamenti, Puljic ha guidato la Chiesa locale mobilitando supporti concreti per profughi e vittime del conflitto. Ha agito con fermezza per difendere la libertà religiosa e il diritto degli abitanti a restare nella propria terra, opponendosi a ogni tentativo di pulizia etnica.

Il prelato ha incontrato leader politici e di varie confessioni religiose, ma soprattutto ha incoraggiato il dialogo fra comunità cristiane e musulmane, oltre che fra cattolici e ortodossi, in un territorio segnato da profonde divisioni. Questi sforzi gli sono valsi rispetto internazionale, ma non sono mancati momenti difficili, come quando “fu arrestato per 12 ore dai militari serbi durante il conflitto.”

Il conclave tra tradizione e necessità di adattamento

La possibilità di un voto a distanza nel conclave rappresenta una svolta inattesa. Il conclave, per definizione, è un rito chiuso, “cum clave” appunto, che esclude il mondo esterno fino all’elezione del pontefice. Inserire la partecipazione a distanza rompe una delle regole tacite di segretezza e presenza fisica. Eppure, questa opzione si è resa necessaria per rispettare il diritto di partecipazione di tutti i cardinali elettori in condizioni di salute compromessa.

Già in passato il regolamento era stato modificato per prevedere eccezioni, ma nessun conclave aveva sfruttato realmente questa legge come potrebbe accadere ora. Il voto a distanza, resta da capire con quali modalità tecniche precise verrà realizzato, soprattutto per garantire le condizioni di segretezza e autenticità del voto, elementi fondamentali in questa fase decisiva per la Chiesa cattolica.

Il futuro del conclave sembra quindi aprirsi a un piccolo ma significativo cambiamento. Sarà interessante seguire come questa esperienza si adatterà al rito antico senza alterarne la natura profonda.

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