Il conclave 2025 ha dato il via alle votazioni per scegliere il successore di papa Francesco. Tra i candidati più noti e osservati emerge il cardinale portoghese José Tolentino Calaça de Mendonça, una figura giovane e distinta che intreccia un legame marcato con il pontificato uscente. Con un profilo che fonde impegno culturale e dottrina religiosa, Tolentino si presenta come una presenza significativa nel panorama ecclesiastico attuale e un potenziale papa in grado di coniugare tradizione e sguardo al futuro.
Le radici e l’influenza della vita personale sulla formazione spirituale
José Tolentino Calaça de Mendonça nasce a Funchal, isola di Madeira, il 15 dicembre 1965, ma la sua infanzia si svolge principalmente in Angola durante un periodo di conflitto e tensione sociale. Quel contesto ha giocato un ruolo cruciale nel suo sviluppo umano e spirituale. Ha assistito da vicino a drammi come un omicidio, un evento che ha segnato la sua sensibilità e che in seguito ha ispirato la sua attività poetica. Questo vissuto in un ambiente segnato dalla guerra d’indipendenza angolana è centrale nel comprendere il suo approccio alla fede e alla cultura.
A dieci anni, la famiglia ritorna a Madeira, e José entra in seminario proseguendo una strada che lo porta presto verso la vita religiosa. La figura del padre pescatore e le esperienze di quegli anni hanno contribuito a delineare una personalità attenta al lato umano del ministero ecclesiastico. Il precoce ingresso in seminario minore mostra un percorso di formazione metodico, legato a valori profondi ma con uno sguardo aperto sul mondo che lo circonda.
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Il percorso accademico e ministeriale del cardinale tolentino
Dopo aver conseguito la laurea in teologia nel 1989 alla Università Cattolica Portoghese di Lisbona, Tolentino è ordinato sacerdote nel 1990 per la diocesi di Funchal. Il ministero parrocchiale dura solo pochi anni perché entra in una fase più accademica, insegnando nei seminari e assumendo incarichi di prestigio. Il suo interesse per la Bibbia lo porta a ottenere un master in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico già nel 1992, un passo decisivo per la sua carriera.
Il ruolo di vice-rettore e poi di preside alla Facoltà di Teologia della stessa università testimoniano il suo impegno nell’ambito degli studi teologici. Durante gli anni, lavora anche all’estero, tra Brasile e Stati Uniti, dove sperimenta la contaminazione tra religione, cultura e società. Ha trascorso un anno alla New York University coinvolto in un progetto su religione e ragione pubblica che ha ampliato il suo orizzonte.
Parallelamente, ricopre ruoli importanti nella Chiesa in Portogallo: dal 2004 al 2014 guida il Segretariato Nazionale per la Cultura, fungendo da collegamento con le realtà culturali del Paese. Papa Francesco lo chiama a Roma e nel 2018 gli affida la predicazione degli esercizi spirituali alla Curia Romana. L’anno seguente viene nominato arcivescovo e cardinale, incarichi che lo portano a Roma e lo inseriscono nel cuore della macchina vaticana.
La presenza culturale e l’impegno nel dialogo tra fede e società
José Tolentino non è solo una figura religiosa. Il suo lavoro sul rapporto tra cultura e fede lo pone in un ruolo unico all’interno della Chiesa. Con un’ottima conoscenza di varie lingue antiche e moderne, ha la capacità di dialogare con testi e culture diverse, qualità che si riflette nel suo ruolo di archivista e bibliotecario della Santa Romana Chiesa e poi come prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione istituito nel 2022.
È anche un poeta apprezzato, i cui versi esprimono riflessioni religiose senza cadere nella devozionalità tipica, rivolgendosi a un pubblico più ampio. Questo lo mostra aperto al mondo contemporaneo, capace di unire sensibilità spirituale e sensibilità artistica. Nel 2024 ha curato il padiglione del Vaticano alla Biennale di Venezia, ospitato nel carcere femminile della Giudecca, coinvolgendo le detenute come guide per i visitatori, un’azione concreta che testimonia l’attenzione verso le marginalità sociali.
L’influenza con comunità come Sant’Egidio e altre istituzioni internazionali rafforza il suo ruolo come ponte verso un rapporto rinnovato tra Chiesa e società civile. Le sue scelte e il suo stile indicano la volontà di un profondo rinnovamento senza rompere con le radici tradizionali.
Il possibile ruolo di tolentino nel conclave e la sua posizione tra i papabili
Con 59 anni è uno dei cardinali più giovani chiamati a eleggere il nuovo pontefice. Il consenso attorno a José Tolentino Calaça de Mendonça cresce, soprattutto tra chi cerca un successore di papa Francesco che prosegua una linea progressista ma ancora centrata su valori forti e concretamente applicabili nella vita di tutti i giorni.
Viene indicato come una figura di equilibrio tra innovazione e rispetto per l’insegnamento tradizionale della Chiesa, un possibile candidato di compromesso qualora altri papabili, come il cardinale Matteo Zuppi, non dovessero ottenere la maggioranza nel conclave di Roma. La sua esperienza internazionale, la sua attività culturale e la vicinanza a papa Francesco rendono probabile il suo coinvolgimento nelle fasi decisive dell’elezione.
Il contesto attuale della Chiesa, alla ricerca di volti capaci di parlare alle nuove generazioni e di affrontare sfide globali come la crisi ambientale, la povertà e la pluralità culturale, mette Tolentino in una posizione rilevante. La sua figura offre una rappresentanza più giovane, cosciente delle complessità contemporanee ma ancorata profondamente alla fede cattolica e alle sue tradizioni.
L’avvio del conclave 2025 segna così l’inizio di un nuovo capitolo per la Chiesa cattolica, con il cardinale josé tolentino calaça de mendonça che si presenta come uno dei protagonisti principali di questa fase di passaggio e possibile cambiamento.