Le nuove norme introdotte nel codice della strada hanno avuto un impatto diretto sul mercato del vino in toscana già nei primi mesi del 2025. Le imprese vitivinicole della regione segnalano un calo consistente del loro fatturato, compreso tra il 10 e il 20%. La denuncia arriva da coldiretti toscana, che ha rilanciato l’allarme durante la campagna “keep calm and bevi vino italiano”, promossa con filiera italia e fipe-confcommercio. Il contesto si è acceso nel corso degli eventi fieristici di verona e milano, vinitaly e tuttofood, mettendo sotto i riflettori il legame tra nuove regole stradali e consumi della bevanda nazionale.
Il nuovo codice della strada e l’effetto sulle vendite di vino in toscana
Da gennaio 2025 il codice della strada ha introdotto sanzioni più severe per i limiti di alcol al volante, mantenendo però immutato il limite di alcool nel sangue a 0,5 g/l. Secondo coldiretti toscana, questa modifica nelle penalità ha generato confusione e timori inutili tra i consumatori. “La sicurezza e la vita delle persone sono priorità assolute”, ha spiegato letizia cesani, presidente di coldiretti toscana. “Una legge capace di salvare vite va riconosciuta e rispettata”. Tuttavia, la comunicazione mediatica che ha accompagnato il cambiamento ha trasmesso un messaggio errato: quello che bere vino e guidare non siano compatibili in alcun modo. Questo ha spaventato clienti di ristoranti, agriturismi e soprattutto chi consuma vino con moderazione, portando a un calo delle vendite.
Impatto immediato sulle vendite e malintesi
L’effetto sulle vendite è stato rapido e tangibile. La riduzione stimata del fatturato delle aziende vitivinicole si attesta attorno a un 10-20% nei primi mesi del 2025. Il settore lamenta che questa situazione dipenda non tanto dalla sostanza della regolamentazione, che in effetti non cambia i limiti di consumo, quanto dal modo in cui è stata comunicata. Si è così creato un fraintendimento che ha portato i clienti a rinunciare a gustare un bicchiere di vino anche nelle situazioni consentite, come a pranzo o cena, dove il consumo entro i limiti di legge non rappresenta un pericolo per la guida.
Leggi anche:
La campagna “keep calm and bevi vino italiano” e gli obiettivi di coldiretti toscana
In risposta a questo scenario, coldiretti toscana assieme a filiera italia e fipe-confcommercio ha lanciato la campagna “keep calm and bevi vino italiano”. Lanciata a vinitaly 2025 a verona, e presentata anche a tuttofood a milano, la campagna punta a raddrizzare il messaggio intorno al consumo responsabile del vino. L’idea centrale è che è possibile bere con consapevolezza e al tempo stesso guidare in sicurezza, senza dover rinunciare del tutto al piacere del vino tradizionalmente legato alla dieta mediterranea.
Il messaggio della presidente cesani
letizia cesani ha sottolineato che la comunicazione dovrebbe precisare che “i limiti di consumo sono rimasti invariati”, ma che è cambiato solo il peso delle sanzioni. Questo significa che il problema non è il bere in sé, ma il superare certi limiti, che restano quelli già noti da tempo. L’obiettivo è ridurre i danni creati dalla paura diffusa che ogni bicchiere rappresenti un rischio assoluto e quindi penalizzi l’intera filiera agroalimentare. L’invito riguarda ristoratori, agriturismi, produttori e consumatori, tutti chiamati a riscoprire il consumo moderato come pratica responsabile.
Il vino, componente storica del patrimonio enogastronomico e culturale toscano, rischia di essere ingiustamente danneggiato da un clima di allarmismo. La campagna propone quindi un apparato informativo più preciso, che possa garantire sicurezza sulle strade ma anche salvaguardare il valore economico e simbolico di un prodotto locale dalla produzione e dal consumo con radici profonde.
Il vino tra consapevolezza e sicurezza: cosa cambia davvero per il consumatore
Il nodo centrale segnalato da coldiretti toscana riguarda la percezione del consumatore. La legge indica un limite di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue per la guida; questo non significa che si debba abolire il consumo di vino, ma semplicemente rispettare i limiti indicati. L’equivoco creatosi ha spinto molte persone a evitare del tutto di bere vino, anche in occasioni in cui si potrebbe farlo senza rischi.
Normativa invariata, sanzioni più rigide
In pratica, la normativa è rimasta simile agli anni precedenti, con una sola differenza: chi supera il limite rischia sanzioni più pesanti. La modifica è nei numeri delle multe e nelle conseguenze legali, ma non nel principio del consumo moderato. In città come firenze, siena o pisa, zone di grande produzione e tradizione vitivinicola, il timore del cambiamento ha intaccato la vendita locale e l’attività legata al turismo eno-gastronomico.
L’approccio corretto secondo gli esperti è quello di ricordare che il consumo moderato non esclude la sicurezza alla guida, se si sta entro i limiti e si ha buon senso. Ristoratori e viticoltori lavorano per mantenere questa distinzione ben chiara, proprio per evitare che l’allarme generale metta in ombra la qualità e la tradizione di un prodotto amato in tutto il mondo.
La sfida resta aperta: tutelare le persone e al tempo stesso non impoverire un settore economico e culturale legato al vino. Lo stato attuale richiede aggiustamenti nella comunicazione e una visione meno rigidamente dettata dalla paura, per proteggere consumatori e produttori con pari attenzione.