il cinema itinerante in senegal porta il film io capitano nei territori di origine delle storie raccontate

il cinema itinerante in senegal porta il film io capitano nei territori di origine delle storie raccontate

Il progetto cinematografico itinerante di Matteo Garrone in Senegal unisce comunità attraverso il film Io Capitano, con mostre fotografiche a Bologna e un documentario su RaiPlay che raccontano l’esperienza.
Il Cinema Itinerante In Senega Il Cinema Itinerante In Senega
La mostra "Cinemovel in viaggio con Io Capitano" a Bologna racconta il progetto di cinema itinerante in Senegal, che ha portato il film di Matteo Garrone nelle comunità locali, promuovendo dialogo sociale e riflessione su migrazione e speranza. - Gaeta.it

Il cinema si sposta attraverso città, periferie e scuole del Senegal, ripercorrendo un viaggio segnato dalle tematiche della migrazione e della speranza. Il progetto ha portato nelle strade del Paese il film Io Capitano di Matteo Garrone, dando vita a serate di dialogo collettivo e coinvolgimento diretto del pubblico. Quest’esperienza oggi è raccontata nella mostra fotografica e documentaria “Cinemovel in viaggio con Io Capitano“, ospitata a Bologna e visitabile fino all’8 giugno 2025.

Il viaggio della carovana cinematografica nel senegal

Ad aprile 2024 una carovana mobile di cinema ha attraversato varie località del Senegal: tra queste Pikine, Thiès, Guédiawaye, Rufisque, Mboro, Mérina Dakhar, Kolda, Sédhiou e Ziguinchor. A bordo, oltre alla troupe tecnica, c’erano attrezzature per allestire schermi giganti in spazi aperti o in quartieri difficili da raggiungere con il cinema tradizionale. Il progetto ha puntato a far vivere l’esperienza cinematografica direttamente nel contesto in cui le storie tratte da Io Capitano sono nate e sono vive.

Il ruolo degli attori e del mediatore culturale

Ogni evento ha coinvolto anche gli attori Seydou Sarr, Moustapha Fall e Amath Diallo, oltre al mediatore culturale Mamadou Kouassi. La loro presenza ha creato momenti di dialogo tra pubblico e protagonisti, trasformando la proiezione in una forma di incontro e confronto diretto. Il cinema, così, si è fatto spazio d’incontro sociale, superando le distanze e arrivando in luoghi spesso esclusi dalla circuitazione culturale convenzionale.

La mostra fotografica e documentaria: un racconto per immagini

La mostra “Cinemovel in viaggio con Io Capitano” si basa su fotografie e immagini documentarie realizzate durante il progetto. I fotografi Niccolò Barca e Andrea Fiumana hanno raccolto scatti sui momenti di montaggio del cinema itinerante e sulle reazioni del pubblico nelle diverse città e periferie. Le foto mostrano volti, attese e libere emozioni degli spettatori colti mentre osservano le scene e partecipano alle serate cinematografiche.

Uno sguardo dietro le quinte

Parallelamente, le riprese di Thomas Pilani offrono uno sguardo inedito dietro le quinte: piccoli momenti di vita quotidiana, movimenti, preparativi e scene comuni di quei luoghi che ospitano il cinema. Questo approccio visuale restituisce una prospettiva concreta e umana, dove il cinema diventa un mezzo che apre finestre sulle storie e sui territori stessi, senza isolamento o separazione.

Il documentario e il messaggio della fondazione del monte di bologna

Da questa esperienza è nato anche il documentario “Allacciate le Cinture – Il viaggio di Io Capitano in Senegal“, diretto da Tommaso Merighi e disponibile su RaiPlay. Il documentario approfondisce le dinamiche, i rapporti e le suggestioni nate dall’iniziativa, offrendo un’altra chiave di lettura sulle tappe del viaggio e sui luoghi attraversati.

Le parole di pierluigi stefanini

Pierluigi Stefanini, presidente della Fondazione del Monte di Bologna, ha definito il progetto come “un esempio concreto di legame tra cultura e impegno sociale.” La Fondazione ha accolto con favore l’evento, evidenziando il valore di portare il cinema in posti dove le storie prendono forma. Per Stefanini, iniziative come questa contribuiscono alla dignità di chi vive certe realtà e danno voce a chi spesso resta fuori dalla narrazione pubblica dominante.

La mostra rappresenta dunque non solo un racconto visivo ma anche un momento di riflessione sulle tensioni sociali attuali. In un’epoca segnata da conflitti e chiusure, esperienze come questa ricordano che il confronto e l’accoglienza sono elementi essenziali per costruire dialogo e responsabilità comune.

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