La recente partecipazione del cardinale Matteo Zuppi al Festival dell’Economia di Trento ha acceso riflessioni sul rapporto tra guerra e pace, e sull’importanza di un cambiamento interiore per superare i conflitti. Durante l’incontro, il presidente della Conferenza episcopale italiana ha affrontato temi che coinvolgono la dimensione spirituale, sociale ed economica del presente, proponendo esempi storici e attuali per spiegare come si possa camminare verso la riconciliazione e la convivenza. Le sue parole si inseriscono anche nel dibattito più ampio sull’impatto della digitalizzazione e sulle responsabilità della cooperazione e del mutualismo.
La rinascita spirituale nel dolore: il pensiero di hetty hillesum
Il cardinale Zuppi ha aperto il suo intervento citando Hetty Hillesum, una giovane scrittrice olandese vittima della Shoah, che nelle sue lettere ha descritto la necessità di un lavoro interiore per superare l’odio e il dolore. Hillesum parlava di un processo personale, attraverso il quale si deve prima distruggere dentro di sé ciò che si odia negli altri, per poi liberarsi dall’odio stesso. È un concetto che riporta l’attenzione alla trasformazione interna come base per qualsiasi percorso di pace.
Zuppi sottolinea che questa rinascita interiore rappresenta una grande prova umana, soprattutto oggi, quando la guerra e la morte sono tornate a farsi sentire in modo palpabile nella nostra realtà. Non si tratta solo di memoria o di immaginazione, ma di un’esperienza concreta di sofferenza nella nostra epoca. Il cardinale evidenzia come questo richieda un impegno profondo, che non può essere ignorato se si vuole sperare in una convivenza senza violenza. Questo richiamo è stato fatto in un momento storico segnato da conflitti mai del tutto sopiti e da tensioni internazionali.
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La figura simbolo di hettey hillesum
La figura di Hetty Hillesum diventa così un simbolo di resistenza morale e di umanità in situazioni estreme, ma al tempo stesso un monito per le sfide che il mondo contemporaneo deve affrontare. Spiega la necessità che ogni individuo, prima di puntare il dito verso un nemico, lavori su se stesso per non riprodurre le stesse dinamiche di odio e violenza. Durante l’incontro, questa riflessione ha fatto da filo conduttore, invitando a considerare l’umanità come elemento imprescindibile nel percorso verso la cessazione dei conflitti.
Guerra e pace: un processo umano da coltivare oltre la politica
Il cardinale si è quindi addentrato nel rapporto tra guerra e pace, mettendo in luce come l’elemento umano debba precedere la politica, se si vuole che la pace duri e non sia solo un’illusione. Nel Teatro Sociale di Trento, gremito di giovani, Zuppi ha ripercorso un’esperienza vissuta con una domanda semplice ma profonda, ricevuta da uno studente: “quando l’uomo smetterà di uccidere?” La risposta del cardinale, richiamando Bob Dylan, è stata “la risposta è nel vento”, un modo per dire che non esiste una risposta chiara e immediata, ma che serve un lavoro lungo e costante.
Zuppi ha insistito sulla necessità di figure che lavorino per la pace, denominate «artigiani» e «architetti» della pace. Ha ricordato l’importanza di gesti e accordi storici, come quello sul carbone e l’acciaio tra Germania e Francia nel secondo dopoguerra. Quel trattato, oltre a eliminare tensioni lungo la frontiera, ha gettato le basi per la costituzione dell’Unione europea. La pace europea di questi decenni non è nata per caso, ma da scelte concrete e da una costruzione istituzionale solida.
Esempio di san francesco a gubbio
La dimensione antropologica di questa scelta è fondamentale. Non basta la politica se non si modificano anche gli atteggiamenti personali e collettivi. Il cardinale ha ricordato l’esempio di San Francesco che, a Gubbio, riuscì a salvare il lupo minacciato dagli abitanti con un approccio di dialogo e rispetto. Quel gesto sintetizza ciò che serve oggi: un cambio radicale nello sguardo verso l’altro, allora nemico, ora interlocutore. Questo approccio non si limita a slogan o dichiarazioni, perché implica un mutamento interiore difficile da realizzare. Nel contesto della guerra tra Russia e Ucraina, Zuppi ha evidenziato il ruolo importante avuto da papa Leone XIV nel proporre la mediazione, anche a costo di mettersi in una posizione non facile.
Sfide economiche e sociali: la cooperazione al centro del bene comune
Dopo il confronto con il saggista Marco Magnani, il cardinale ha proseguito il dialogo con Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. L’attenzione si è spostata sulle sfide economiche legate all’evoluzione della società e alla necessità del bene comune. Zuppi ha richiamato il legame storico tra la nascita del movimento cooperativo e la pubblicazione della Rerum Novarum di Leone XIII, che ha ispirato una nuova attenzione al lavoro e alla mutualità.
In questa fase di cambiamento, segnato dalla rivoluzione digitale e dall’ascesa dell’intelligenza artificiale, la cooperazione può offrire risposte importanti. Il passaggio dall’“io” al “noi”, con la trasformazione del profitto in un beneficio sociale, è un tema centrale. Le cooperative rappresentano un’esperienza utile per orientare questa direzione. Il cardinale ha sottolineato come sia necessario riflettere sulle conseguenze sociali delle nuove tecnologie, ma anche guardare alle possibilità di costruire modelli economici più inclusivi.
Questo confronto si muove in un clima di incertezza, dove il capitalismo tradizionale evidenzia limiti e dove cresce la necessità di sistemi in grado di tutelare la dignità delle persone e le condizioni di lavoro. L’incontro a Trento ha fornito spunti concreti per ragionare su come integrare valori etici nell’attività economica, senza perdere di vista i bisogni reali delle comunità.
Il bene comune e la mutualità come risposta
Il tema del bene comune si lega strettamente al ruolo della mutualità e della cooperazione in questa nuova era. Il cardinale Zuppi evidenzia l’importanza di non lasciare indietro nessuno nel progresso digitale e tecnologico, promuovendo un’economia più umana e inclusiva.
Il ruolo della chiesa nella società contemporanea tra governance e quotidianità
Il cardinale Matteo Zuppi ha anche commentato l’elezione di papa Leone XIV, sottolineandone la rapidità e la capacità di governo della Chiesa. Ha detto che questo processo ha mostrato come l’organizzazione ecclesiastica sappia mantenere ordine senza affanni. Accanto a questo discorso più istituzionale, ha inserito un momento di leggerezza, citando la vittoria del Bologna in Coppa Italia, un evento capace di alleggerire un mese intenso.
Questa attenzione alla quotidianità, insieme a riflessioni profonde, caratterizza il suo intervento e il suo ruolo. Il presidente della Conferenza episcopale italiana non si limita alle questioni di fede, ma dialoga con varie realtà, dalla politica all’economia, dalla cultura allo sport, interpretando la Chiesa come presenza attiva anche nella società civile.
Nel contesto del Festival dell’Economia, questo approccio ha permesso un confronto aperto con imprenditori e professionisti. Le parole di Zuppi testimoniano uno sforzo di fare della Chiesa un interlocutore attento alle sfide concrete del mondo contemporaneo, senza perdere, però, la dimensione spirituale e morale.