Il conclave del 2025 porta sotto i riflettori il cardinale Stephen Brislin, arcivescovo di Johannesburg, conosciuto per la sua visione progressista dentro la Chiesa cattolica. Nel cuore di eventi importanti per la Chiesa e il Sudafrica, Brislin emerge come figura di spicco grazie al suo percorso che unisce esperienza, impegno sociale e una linea aperta su temi delicati come l’inclusione e la riforma ecclesiale.
Formazione e primi passi nella chiesa
Stephen Brislin nasce a Welkom, Sudafrica, il 24 settembre 1956. La sua formazione inizia nelle scuole cattoliche della città , fra cui il convento di Sant’Agnese e gli istituti dei Fratelli Cristiani. Prosegue gli studi accademici all’università di Città del Capo, dedicandosi alla psicologia, per poi spostarsi su ambiti più propriamente religiosi con studi di filosofia presso il seminario San Giovanni Maria Vianney a Pretoria. Completa la sua formazione teologica al Mill Hill Institute di Londra, allora considerato all’avanguardia per la sua apertura, prima di essere ordinato sacerdote nel 1983, dopo anche un periodo di studi all’università di Lovanio, Belgio.
In questi anni, Brislin accumula esperienze diverse che lo preparano a ruoli sempre più responsabili. La nomina a vescovo di Kroonstad nel 2007, da parte di papa Benedetto XVI, segna la sua prima grande responsabilità pastorale. Due anni più tardi riceve la cattedra arcivescovile di Città del Capo, dove comincia a farsi notare per il suo approccio più morbido e inclusivo alle sfide della Chiesa e della società sudafricana. Grazie a queste doti, viene poi scelto come presidente della Conferenza episcopale dell’Africa Meridionale, carica che lo porta a interagire con una vasta area geografica e culturale, portandolo infine all’impegno nei Sinodi sulla Famiglia.
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Una nuova visione all’interno della chiesa
Brislin si distingue nel mondo ecclesiastico per posizioni aperte, anche su questioni molto controverse. Pur rispettando la tradizione, invita a ripensare alcune regole radicate, come il celibato obbligatorio e il divieto per le donne di diventare sacerdoti. Nel 2022, sotto la sua guida, l’arcidiocesi di Città del Capo ha reso pubblico un documento per il Sinodo sulla Sinodalità che proponeva proprio la revisione di questi punti.
Quel rapporto, firmato dal cardinale, suggeriva un ampliamento del significato di famiglia e una riforma dell’atteggiamento della Chiesa verso comunità LGBTQ+. Non mancava poi la richiesta di esplorare il diaconato femminile e di rileggere certi insegnamenti come l’enciclica Humanae Vitae. Esplicitava con chiarezza che la tradizione è anche limite e freno al cambiamento.
Brislin ha sempre spiegato che occorre guardare al mondo contemporaneo con apertura, senza perdere il senso storico ma con la consapevolezza che lo spirito della Chiesa deve camminare nella fede, cercando nuove strade. Questa posizione lo ha messo a confronto con frange più conservatrici, ma gli ha garantito supporto da chi chiede maggiore inclusione dentro il cattolicesimo.
L’impegno sociale e internazionale
Oltre alla linea riformista, un altro tratto della vita di Brislin è la sua attenzione alle condizioni sociali del Sudafrica. Ha spesso denunciato problemi come povertà , corruzione e mancanza di leader capaci di guidare con moralità . Nel 2018 ha visitato la Striscia di Gaza, partecipando a un progetto internazionale di vescovi per la pace, dimostrando interesse verso scenari di crisi globale.
Brislin si è mostrato particolarmente vicino alle popolazioni di origine Basotho, un gruppo etnico verso cui ha manifestato sostegno fin dagli esordi del suo ministero. Ha partecipato a numerosi pellegrinaggi organizzati da riviste cattoliche, portando con sé gruppi in vari paesi europei e mediorientali, tra cui Italia e Palestina.
Nel 2023 ha ricevuto, dall’Oblate School of Theology di San Antonio, Texas, un riconoscimento per il suo impegno pastorale. Questi aspetti sottolineano come la sua azione si estenda oltre il solo ambito spirituale, interessandosi anche alle dinamiche culturali e umane che investono i fedeli e le comunità .
Prospettive future e modestia
Nonostante la sua presenza al centro dei riflettori per il conclave 2025, Brislin ha sempre frenato le aspettative su un possibile pontificato. Intervistato a riguardo, ha spiegato di sentirsi più un “piccolo servitore” rispetto ad altri cardinali con curricula più imponenti.
Ha citato l’arcivescovo VÃctor Manuel Fernández, noto professore e scrittore, come esempio di chi possiede una preparazione più vasta per il ruolo di pontefice. Questo atteggiamento sobrio contrasta con il clamore che spesso accompagna le figure papabili, mostrando un volto diverso della leadership ecclesiastica, attenta anche all’umiltà .
Brislin resta un protagonista della Chiesa africana e mondiale, con il peso di decisioni che influenzeranno un’istituzione in mutamento, pronta ad affrontare le questioni di fede e società del nuovo decennio.