La visita del cardinale Mimmo Battaglia alla Mare Jonio rappresenta un momento significativo non solo per la diocesi di Napoli, ma anche per il dibattito sulla questione migratoria. La nave, ancorata nel porto di Napoli per le giornate di open days fino al 16 febbraio, diventa un simbolo di assistenza e accoglienza in un contesto sociale sempre più complicato. Con circa 1600 persone prenotate per visitare l’imbarcazione, l’attenzione è rivolta a come il mondo umanitario opera per rispondere alle emergenze in mare.
Il significato della visita
Con grande entusiasmo, il cardinale Battaglia ha accolto l’occasione di salire a bordo insieme a numerosi volontari della Caritas di Napoli. L’incontro con il comandante Filippo Peralta, la presidente di Mediterranea Saving Humans, Laura Marmorale, e il cappellano don Mattia Ferrari ha avuto uno scopo ben preciso: approfondire le operazioni di soccorso marittimo e ascoltare le storie di chi è coinvolto in prima linea. La visita non è stata solo un gesto simbolico, ma un richiamo alla comunità riguardo la necessità di tornare a pratiche di umanità e solidarietà, che spesso vengono dimenticate in un contesto di superficialità e indifferenza.
Durante la visita, Battaglia ha sottolineato come l’operato di Mediterranea rappresenti un segno tangibile di speranza. La sua definizione della nave come una “porta del Giubileo” illumina il ruolo del Cardinale nel riunire spiritualità e umanità. Il Giubileo, che segna un tempo di riflessione e riconciliazione, trova nella Mare Jonio una sua manifestazione pratica, calda e accogliente. In un momento storico dove il dialogo sulla migrazione è caratterizzato da sentimenti di paura e divisione, il cardinale punta sulla necessità di una maggiore comprensione religiosa e sociale.
Leggi anche:
A sostegno della causa migratoria
Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, ha felicitato la diocesi di Napoli per avere un cardinale che incarna i valori di accoglienza e cura per i migranti, come evidenziato da Papa Francesco. La questione migratoria, da lei definita un “capro espiatorio”, è diventata un argomento di dibattito acceso, spesso manipolato per scopi politici. Marmorale ha esposto come la retorica anti-migrazione possa generare divisioni invece di promuovere comprensione e solidarietà.
Il richiamo della presidente si fa sentire nel contesto attuale in cui la narrazione attorno ai migranti tende a essere negativa. La vera missione è, secondo Marmorale, riportare l’attenzione essenziale sull’umanità, su ciascuna persona in cerca di aiuto. È fondamentale che le istituzioni religiose continuino a sostenere questo messaggio e a collaborare attivamente per affrontare tale crisi con empatia e supporto.
Il successo degli open days
Gli open days sulla Mare Jonio, organizzati per permettere alla comunità di avvicinarsi a un tema di estrema importanza, sono già stati accolti con grande entusiasmo. La risposta del pubblico è stata talmente forte che tutte le prenotazioni sono andate esaurite, testimoniando l’interesse e la solidarietà verso le pratiche umanitarie. Circa 1600 persone si sono già registrate, pronte a visitare la nave e a toccare con mano l’impegno di Mediterranea Saving Humans. Questo supporto collettivo pone in risalto un aspetto essenziale della società civile: la partecipazione attiva nella promozione di valori di accoglienza e sostegno.
Durante gli open days, oltre alla visita della nave, si prevede che possano avvenire momenti di approfondimento e discussione sul ruolo delle organizzazioni non governative nel soccorso in mare e sulla questione migratoria in generale. L’incontro che si sviluppa attorno alla Mare Jonio è sinonimo di unità, umanità e volontà di costruire ponti invece di muri, fondamentale per condurre la società verso una maggiore comprensione e affetto reciproco.