Il cardinale louis raphaël sako tra i papabili del conclave 2025 e la guida della chiesa caldea in iraq

Il cardinale louis raphaël sako tra i papabili del conclave 2025 e la guida della chiesa caldea in iraq

Il cardinale Louis Raphaël Sako, patriarca della Chiesa cattolica caldea, guida la comunità cristiana irachena tra crisi, riforme liturgiche e tensioni politiche in vista del conclave del 2025.
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Il cardinale Louis Raphaël Sako, patriarca della Chiesa cattolica caldea, è un leader chiave per i cristiani in Iraq, noto per il suo impegno durante crisi e violenze, le riforme liturgiche e le tensioni politiche locali, nonché per il suo profilo internazionale e papabile per il conclave 2025. - Gaeta.it

Il cardinale louis raphaël sako, massimo esponente della chiesa cattolica caldea, è entrato nei nomi considerati papabili per il conclave del 2025. Ha diretto la comunità cristiana irachena durante momenti di grande crisi, soprattutto dopo l’invasione americana del 2003 e gli attacchi di gruppi estremisti islamici che ne sono seguiti. In questo articolo analizziamo il suo percorso ecclesiastico, il ruolo politico e sociale svolto in iraq, le posizioni sul piano religioso e liturgico e le tensioni con le autorità locali.

Il percorso ecclesiastico e gli studi di louis raphaël sako

Louis raphaël sako è nato il 4 luglio 1948 a zakho, città nel nord dell’iraq. Dopo gli studi primari a mosul, ha frequentato il seminario San Giovanni, fondato e gestito dai domenicani nella stessa città. Ordinato sacerdote il primo giugno 1974, ha celebrato le prime messe nella cattedrale di mosul fino al 1979. Per approfondire la sua formazione ha proseguito gli studi a roma, ottenendo un dottorato in patrologia orientale all’Istituto Orientale Pontificio. In seguito si è trasferito a parigi, dove ha conseguito un secondo dottorato in storia alla Sorbona.

Incarichi accademici e pastorali

Gli incarichi accademici e pastorali hanno caratterizzato la sua carriera: dal 1997 al 2002 è stato rettore del seminario patriarcale di baghdad. Di ritorno a mosul si è occupato della parrocchia di nostra signora del perpetuo soccorso fino a diventare arcivescovo di kerkūk nel 2003. Nel gennaio del 2013 è stato eletto patriarca di Babilonia dei Caldei durante un sinodo convocato a roma da papa benedetto xvi. Nel 2018 papa francesco lo ha elevato al cardinalato. Questo percorso messo in luce la sua preparazione accademica e la capacità di guidare una comunità in difficoltà.

Impegno durante crisi e violenze in iraq

Durante il suo mandato da patriarca, il cardinale sako ha dovuto affrontare le difficoltà generate dall’invasione statunitense e dall’esodo dei cristiani in iraq. La presenza di gruppi estremisti come l’isis ha causato gravi danni alle comunità, spesso costrette alla fuga per motivi di sicurezza. Sako ha preso posizione pubblica contro la violenza settaria e ha denunciato la corruzione politica diffusa nel paese. Nel 2021 ha avuto un ruolo centrale nell’organizzazione della storica visita di papa francesco in iraq, evento che si è svolto nonostante la pandemia di covid-19.

Negli anni successivi ha continuato a difendere i diritti dei cristiani iracheni, sottolineando i rischi dell’emigrazione forzata per motivi di persecuzione e marginalizzazione. Nel 2023 ha lasciato baghdad per trasferirsi in regione del kurdistan, un gesto di protesta contro decisioni politiche prese nei confronti della chiesa cattolica caldea. Questa scelta ha evidenziato il suo radicato impegno per la sopravvivenza e protezione della sua comunità.

Posizione della chiesa caldea su tematiche religiose e sociali

Il cardinale sako ha espresso posizioni nette in materia religiosa, specialmente riguardo al matrimonio e alle unioni. Nel luglio del 2024 ha ribadito che la chiesa cattolica caldea non riconosce né benedice le unioni omosessuali, per preservare quella che definisce “la sacralità del matrimonio”. Ha spiegato che il matrimonio per i caldei è un sacramento e non una benedizione generica, escludendo quindi la possibilità di estenderlo alla comunità lgbtq.

Sacerdoti sposati e tradizione

Un aspetto che distingue questa chiesa è la presenza di sacerdoti sposati. Nel settembre 2024, il cardinale ha presieduto l’ordinazione di padre amar agag, sacerdote sposato in francia con tre figli. Questo dimostra un adattamento della tradizione alle realtà presenti, mantenendo però rigore sui valori fondamentali.

La liturgia caldea e l’uso dell’arabo come lingua religiosa

Il cardinale ha promosso un aggiornamento della liturgia, puntando sull’uso dell’arabo invece delle lingue storiche siriaco e caldeo. Motiva questa scelta con il fatto che sempre meno fedeli comprendono le lingue tradizionali. La liturgia in arabo facilita la partecipazione e la comprensione, senza snaturare la tradizione.

Sako distingue gli elementi essenziali della liturgia da aggiunte recenti ritenute superflue, proponendo una riforma che mantenga l’identità della chiesa caldea ma la renda accessibile per le generazioni attuali. Per lui la liturgia è il cuore della fede: non un momento scenico, ma una chiamata a vivere il mistero pasquale che unisce i fedeli con Cristo.

Tensioni politiche in iraq e ruolo di sako

Nel 2023 il rapporto del cardinale con la politica irachena ha toccato un punto critico, quando il presidente abdu latif rashid ha revocato un decreto che lo riconosceva formalmente come capo della chiesa caldea. Sako ha risposto trasferendosi da baghdad a erbil, nella regione del kurdistan, segnando una protesta tangibile. Questo gesto ha evidenziato le difficoltà di mantenere autonomia e rispetto in un contesto segnato da conflitti e rivalità.

Relazioni con milizie e affermazioni pubbliche

Anche con rayan al kildani, leader della brigata babilonia, milizia cristiana, i rapporti sono stati tesi. Nonostante questi problemi il cardinale ha mantenuto la propria posizione, promuovendo un regime civile e democratico in iraq. Ha ribadito la propria disponibilità a “dare la vita per la chiesa” e a difendere le comunità cristiane in una terra difficile.

La versatilità linguistica e il profilo internazionale del cardinale

Louis raphaël sako parla diverse lingue, una caratteristica che gli ha permesso di comunicare con realtà diverse e rappresentare la chiesa caldea nel mondo. Parla correntemente l’arabo, il caldeo, il tedesco, il francese, l’inglese e l’italiano. Questa versatilità linguistica ha contribuito a rafforzare il suo ruolo, rendendolo una figura di riferimento non solo per l’iraq, ma per l’intera chiesa cattolica orientale. Il suo profilo accademico e i molti incarichi pastorali testimoniano una esperienza solida e continua.

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