Il ritrovamento di un campione di intonaco con un’impronta della mano attribuita ad Andrea Sempio è al centro di un’indagine aperta a Pavia. Questo reperto è legato a questioni giudiziarie che risalgono al 2007, quando l’analisi tecnica sul materiale ha fatto emergere particolari importanti. Si attende tuttora il recupero effettivo del campione dagli archivi, mentre la Procura cerca di fare chiarezza sulle modalità della sua conservazione o eventuale distruzione.
I verbali dell’inchiesta del 2007 e lo stato di conservazione del campione
Il 4 settembre 2007, sono stati redatti verbali relativi alle operazioni tecniche riguardanti il campione di intonaco con impronta della mano. Nei documenti si certifica che la conservazione dei reperti era considerata buona, con basse probabilità di danneggiamento naturale. Questo dato viene riportato esplicitamente, segnalando l’importanza di tutelare il materiale.
Conservazione parziale e protocolli
Nei verbali si trova un passaggio chiave, dove i tecnici sottolineano che non era necessaria la distruzione totale del campione. Si parlava di una preservazione parziale del substrato merceologico, ovvero la componente materiale della superficie analizzata. Ciò implica che, almeno secondo i protocolli di quel tempo, si sarebbe potuto mantenere una porzione del reperto per ulteriori esami o archiviazioni.
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Questo dettaglio è fondamentale per comprendere perché oggi non si dia per certo che il campione sia stato eliminato definitivamente. Il rapporto tra conservazione e distruzione risulta complesso, riflettendo una linea di intervento che avrebbe privilegiato la salvaguardia dei dati fisici, specie in un contesto giudiziario.
La procura di pavia e le indagini in corso sul reperto
Oggi la Procura di Pavia sta svolgendo accertamenti per capire dove si trovi il campione di intonaco e se sia stato effettivamente distrutto o meno. Al momento, restando al contenuto dei verbali e agli archivi, non emerge una documentazione certa sullo smaltimento.
Gli inquirenti auspicano di recuperare il reperto, convinti che possa offrire utili elementi alle indagini in corso. Il fatto che nel tempo il campione non sia ancora comparso sugli scaffali degli archivi ufficiali spinge a interrogarsi sulle modalità di gestione della prova.
Ricostruzione della catena di custodia
Nel frattempo, si cerca di ricostruire la catena di custodia partendo da quel verbale tecnico del 2007, per valutare in che condizioni il materiale sia stato trasferito o conservato dalla prima analisi fino ad oggi. L’ambito legale richiede chiarezza su ogni passaggio per assicurare che le procedure siano state rispettate.
Il ruolo del campione nell’inchiesta e le implicazioni per il caso
Il campione di intonaco con l’impronta di Andrea Sempio ha un valore probatorio rilevante nel procedimento investigativo. L’impronta stessa rappresenta un segno tangibile legato direttamente a un passaggio o presenza fisica in un luogo specifico.
La possibilità che il reperto sia stato conservato o distrutto tocca questioni di diritto e correttezza processuale. In assenza del campione, molte analisi scientifiche potrebbero restare incomplete o impossibili da ripetere, influenzando così l’andamento del procedimento.
Dubbi sulla trasparenza nel trattamento del reperto
Restano inoltre alcuni nodi irrisolti, come il motivo per cui lo smaltimento non risulterebbe dai documenti ufficiali. Questo punto solleva dubbi sulla trasparenza e serve a sottolineare l’importanza che il patrimonio probatorio venga trattato con la massima cura e chiarezza, a garanzia di tutte le parti coinvolte.
Tra le ipotesi, si valuta anche che una parte del materiale possa essere ancora presente, celata tra archivi poco accessibili o sottoposta a conservazione parziale in spazi tecnici.
Il destino del campione quindi è al centro di un vero e proprio nodo investigativo, che coinvolge aspetti tecnici e giuridici intrecciati. La ricerca dello stesso è fondamentale per fornire nuovi elementi utili nei procedimenti aperti nel territorio pavese.