Il caldo estivo spinge a vietare il lavoro nei campi nelle ore più calde in basilicata

Il caldo estivo spinge a vietare il lavoro nei campi nelle ore più calde in basilicata

In Basilicata, sindacati e Flai Cgil chiedono a Vito Bardi un’ordinanza per vietare il lavoro agricolo tra le 12.30 e le 16, per proteggere la salute dei lavoratori durante le ondate di calore estive.
Il Caldo Estivo Spinge A Vieta Il Caldo Estivo Spinge A Vieta
In Basilicata, a causa delle alte temperature di giugno, i sindacati chiedono un'ordinanza regionale che vieti il lavoro agricolo nelle ore più calde (12:30-16) per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori nei campi. - Gaeta.it

Il rialzo delle temperature registrato a giugno in Basilicata ha sollevato una questione importante sul fronte della sicurezza sul lavoro, specie nei settori più esposti come l’agricoltura. Le temperature elevate rischiano di provocare gravi problemi di salute ai lavoratori nei campi, spingendo i sindacati a chiedere misure urgenti da parte delle istituzioni regionali. Il segretario generale della Flai Cgil Basilicata, Vincenzo Pellegrino, ha rivolto un appello al presidente Vito Bardi per un intervento mirato volto a limitare gli orari di lavoro nelle ore più calde.

Rischio salute e sicurezza durante le ore più calde

L’allerta per le ondate di calore ha messo in luce rischi concreti per gli operai agricoli, spesso esposti a condizioni climatiche estreme. Il lavoro nei campi sotto il sole cocente tra le 12.30 e le 16 può provocare colpi di calore, disidratazione e altri malori pericolosi. Incidenti simili si verificano purtroppo spesso, anche in Basilicata, come testimoniano episodi riportati nella cronaca locale. La fascia oraria segnalata comprende il picco termico della giornata, rendendo indispensabile una pausa obbligata da parte di chi opera all’aperto.

Le condizioni lavorative non si limitano al rischio fisico immediato. Il caldo e l’affaticamento possono compromettere l’attenzione e la capacità di reazione, aumentando la probabilità di infortuni. La sicurezza nei posti di lavoro agricoli resta una priorità da garantire attraverso norme precise e applicazioni rigorose. Agire in questa direzione significa non solo proteggere la salute di lavoratori spesso in situazioni vulnerabili, ma anche rispettare le disposizioni previste dai contratti di lavoro.

Il framework legale e la richiesta di un’ordinanza regionale

Il contratto collettivo nazionale di lavoro per il settore agricolo prevede specifiche tutele in caso di condizioni climatiche avverse. Tra queste c’è la possibilità di sospendere le attività lavorative nei momenti di particolare rischio, con la retribuzione delle ore non lavorate garantita, a tutela del lavoratore. Questo strumento è fondamentale quando la stagione calda si fa sentire senza tregua, come succede già dai primi giorni di giugno.

Vincenzo Pellegrino ha chiesto al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, di intervenire con un’ordinanza che vieti il lavoro durante le ore centrali della giornata, dalle 12.30 alle 16. “L’obiettivo è ridurre l’esposizione diretta al sole durante la fase più rovente, evitando così gravi conseguenze per la salute.” Un ordinanza del genere consentirebbe di applicare in modo chiaro e immediato una regola che in parte esiste già nei contratti nazionali, ma che ora deve avere efficacia operativa sul territorio regionale.

L’intervento normativo appare urgente sia per prevenire incidenti, sia per dare certezze ai datori di lavoro e ai lavoratori. La Regione può così dettare una linea uniforme da seguire da parte di tutti gli operatori del settore, evitando differenze e rischi inutili. L’appello sottolinea la necessità di una risposta rapida, in considerazione del caldo intenso già presente e delle previsioni meteorologiche per i prossimi giorni.

Impatto sulle condizioni di lavoro e attesa delle decisioni istituzionali

Un divieto di lavoro nelle ore di maggiore calura avrebbe impatti importanti sulle attività agricole regionali. La programmazione del lavoro potrebbe subire modifiche, ma garantirà condizioni meno pericolose per chi lavora all’aperto. In molti casi, gli imprenditori agricoli dovranno riorganizzare i turni, concentrando le attività nelle ore meno calde della mattina o nel tardo pomeriggio.

In ogni caso, la tutela della salute dei lavoratori rappresenta un obiettivo prioritario. Gli episodi di malori e incidenti legati al caldo non possono essere ignorati, soprattutto in un contesto dove molti operai non dispongono di adeguate protezioni o pause. La retribuzione delle ore non lavorate durante il blocco previsto dal contratto nazionale serve a garantire un giusto riconoscimento economico e a non penalizzare chi rispettasse la sospensione imposta.

L’attenzione alla regolamentazione del lavoro nei campi emerge anche da altre regioni italiane dove simili ordinanze sono già state adottate. La Basilicata segue ora questa strada, con un appello che invita le autorità regionali a muoversi rapidamente prima che l’ondata di calore raggiunga livelli ancor più elevati. La salute e la sicurezza restano al centro del dibattito, richiedendo regolamenti chiari e un coordinamento efficace sul territorio regionale.

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