La superstizione rimane uno degli aspetti più curiosi e radicati nel mondo del calcio. Secondo un sondaggio globale, quasi la metà dei tifosi ammette di essersi astenuta dal seguire una partita per timore di causare una sconfitta alla propria squadra. Questa realtà, raccolta da Heineken, ha preso forma in un progetto particolare in occasione della finale di UEFA Champions League 2025, svoltasi a Monaco di Baviera.
La paura di portare sfortuna: un fenomeno diffuso tra gli appassionati di calcio
I dati raccolti da Heineken durante un’indagine globale rivelano una presenza importante di superstizione tra gli spettatori del calcio. Il 45% dei tifosi dichiara di aver evitato di vedere una partita per non influire negativamente sul risultato. Molti sentono un peso di responsabilità così forte da scegliere di non mettersi davanti al televisore o non recarsi allo stadio.
Il fenomeno non si ferma qui: il 43% degli intervistati si è sentito responsabile di aver portato sfortuna durante una partita, mentre il 22% crede che l’assenza dal match possa migliorare gli esiti per la propria squadra. Non mancano poi coloro che attribuiscono il mancato successo a qualcun altro: il 34% indica un altro tifoso come portatore di malaugurio. Questi numeri raccontano come la superstizione influenzi, più o meno consapevolmente, comportamenti e scelte negli ambienti sportivi, incidendo sulla partecipazione e sulla fruizione degli eventi calcistici.
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Marco simeone, il tifoso “portasfortuna” e il rifugio lontano dallo stadio
Marco Simeone, tifoso dell’Inter da molti anni, ha scelto di raccontare la propria esperienza legata alla scaramanzia. Convinto di essere un “portasfortuna”, lui stesso evita di assistere di persona alle partite della sua squadra del cuore negli eventi importanti, per non influire con la propria presenza sull’esito delle gare.
Per questa finale di Champions League 2025, Heineken ha realizzato un luogo speciale pensato proprio per Marco: un bar chiamato “Marco’s Far Away Pub From The Stadium In Munich”, situato in una località remota in Europa, tanto da essere il più distante possibile dalla città di Monaco, teatro della partita. Qui Marco potrà seguire l’incontro in totale tranquillità, da solo, senza correre rischi per i nerazzurri.
Il tifoso ha commentato questa soluzione ammettendo la sua passione ma anche il sacrificio che fa in nome della squadra: “preferisco la lontananza piuttosto che assistere a un’altra sconfitta, soprattutto dopo aver visto molte finali, amichevoli e partite minori concluse male.” Nell’area riservata potrà godersi la partita senza dover fare la fila per una birra, ironizza, rinnovando l’idea di un gesto necessario a proteggere la propria squadra.
Heineken celebra le manie e i rituali dei tifosi di calcio in tutto europa
Il progetto lanciato da Heineken riflette la natura autentica e le abitudini peculiari dei tifosi, che spesso si traducono in gesti scaramantici per sostenere la propria squadra. Per la multinazionale che, da oltre trent’anni, supporta la UEFA Champions League, questo momento conferma quanto la passione nel calcio non sia solo legata al gioco ma anche a riti e credenze, personali e collettive.
Nabil Nasser, responsabile globale del brand Heineken, ha sottolineato come ogni tifoso si affidi a un rituale per i propri riti di tifoseria. Sedersi sempre nello stesso posto, indossare una maglia particolare o, come nel caso di Marco, evitare di essere presente allo stadio. L’iniziativa mette in luce questi aspetti, raccontando la dedizione anche attraverso gesti inconsueti.
Parallelamente, Jill Scott, ex calciatrice e figura nota per il suo ruolo nell’ambito femminile del calcio, ha osservato come rituali e superstizioni non siano estranei al mondo del pallone. “Sono parte integrante della cultura di molti tifosi, che possono anche proibire a qualcuno di vedere la partita per timore di portare il ‘malocchio’.” Queste dinamiche contribuiscono a dare un’identità particolare alle tifoserie e al modo in cui vivono lo sport.
La finale a monaco e il calcio vissuto anche da lontano
Il 31 maggio 2025, mentre i giocatori scenderanno in campo all’Allianz Arena di Monaco per decidere il vincitore della UEFA Champions League, Marco Simeone si ritroverà nel suo rifugio da tifoso scaramantico, lontano dal trambusto degli spalti ma con una birra Heineken a disposizione. La sua scelta esprime un modo di vivere il calcio che si lega all’emozione più che alla vista diretta del match.
Questa esperienza evidenzia il ruolo che superstizione, abitudini e credenze mantengono nel tifoso moderno. Il pallone non è solo un gioco su un campo, ma un momento carico di significati personali, che possono influire anche sul modo di seguire le partite. Heineken dimostra così come, attorno a un evento di portata internazionale, possano svilupparsi storie e iniziative capaci di richiamare la realtà quotidiana dei tifosi.