Il Trieste Film Festival, manifestazione riconosciuta per la valorizzazione del cinema dell’Europa centro-orientale, ha aperto i battenti con l’ultima opera del regista Peter Kerekes, intitolata “Wishing on a star”. L’evento, che si svolge fino al 24 gennaio, offre un ampio programma che include oltre 130 film, fra cui anteprime e film in concorso, permettendo di esplorare temi di grande rilevanza sociale e culturale. La kermesse si presenta come un’importante piattaforma per il dialogo e il confronto attraverso il linguaggio cinematografico.
La trama di “Wishing on a star”
Il film “Wishing on a star” si concentra sulla figura affascinante di Luciana, un’astrologa napoletana dotata di un metodo inusuale per esaudire i desideri dei suoi clienti. Attraverso un racconto che si sviluppa tra le location di Friuli Venezia Giulia e Campania, Kerekes invita lo spettatore a immergersi nel suo universo fantastico. Il film ha già fatto scalpore grazie alla sua presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, dove è stato accolto con favore dalla critica. Questo lavoro del regista slovacco-ungherese rappresenta ancora una volta un incontro alle radici di una narrazione profonda e intensa.
Kerekes, che ha saputo conquistare il pubblico triestino nelle edizioni precedenti, torna a far parlare di sé grazie alla sua capacità di articolare trame che interrogano le relazioni umane e il destino. La sua ultima opera, in particolare, si colloca nella scia di una produzione cinematografica attenta a esplorare l’interiorità dei personaggi e il loro rapporto con il mondo circostante, in particolare quello delle famiglie e delle aspettative.
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Temi emergenti al Trieste Film Festival
Questa edizione del Trieste Film Festival si distingue per un filo conduttore che attraversa numerosi film in programma: il rapporto con la famiglia. I racconti si dipanano attorno a famiglie disfunzionali, legami queer e dinamiche fluide, rendendo evidente come l’istituzione familiare si trovi al centro di dibattiti e riflessioni. La direttrice del festival, Nicoletta Romeo, ha evidenziato come il tema della famiglia rappresenti un “leitmotiv trasversale“. Questo approccio permette di mettere in luce le complessità e i conflitti delle famiglie contemporanee, che riflettono i disagi e i cambiamenti della società attuale.
Nei film di quest’edizione, emergono famiglie che appaiono tanto rifugio quanto prigione, invitate a confrontarsi con le proprie fragilità. L’idea di famiglia viene quindi de-costruita, rivelando la guarigione che spesso scaturisce da legami solidi, specialmente davanti a momenti di crisi, come la morte. Queste narrazioni invitano a una riflessione profonda su quanto la famiglia possa essere un ancoraggio, anche in contesti sociali disgregati.
Una manifestazione ricca di eventi
Il Trieste Film Festival non si limita alla programmazione cinematografica. Infatti, il cartellone è arricchito da mostre, visite guidate e laboratori per bambini, che offrono una dimensione educativa e interattiva. Non mancano nemmeno masterclass tenute da esperti del settore, che offrono agli appassionati l’opportunità di apprendere dai professionisti. Le degustazioni culinarie poi, completano un’esperienza che promette di coinvolgere tutti i sensi.
Particolare attenzione è dedicata alla Serbia, protagonista della sezione Wild Roses, che mette in risalto registe e opere rappresentative di una cinematografia in crescita. Inoltre, i concorsi internazionali di lungometraggi, cortometraggi e documentari favoriscono un confronto tra artisti emergenti e affermati, rendendo il festival un importante punto di riferimento per il cinema del futuro.
Il 36° Trieste Film Festival si conferma dunque un appuntamento imperdibile per gli amanti del cinema e della cultura, richiedendo un’attenzione particolare a storie e relazioni che, seppur distanti, uniscono i popoli attraverso l’arte.