I tesori di montelupo fiorentino e altri angoli d’arte e natura tra firenze e provincia

I tesori di montelupo fiorentino e altri angoli d’arte e natura tra firenze e provincia

Il territorio di Firenze e i suoi borghi come Montelupo Fiorentino, Limite sull’Arno, Certaldo e Vico d’Elsa offrono musei, tradizioni artigiane, storia letteraria e un giardino botanico inclusivo.
I Tesori Di Montelupo Fiorenti I Tesori Di Montelupo Fiorenti
Il territorio intorno a Firenze offre un viaggio tra arte, storia e natura, con luoghi emblematici come il museo della ceramica di Montelupo Fiorentino, il museo remiero di Limite sull’Arno, la casa di Boccaccio a Certaldo e il giardino botanico di Vico d’Elsa, che uniscono tradizioni artigianali, culturali e ambientali. - Gaeta.it

Il territorio intorno a firenze custodisce storie di maestria artigiana, tradizioni legate al fiume e tesori nascosti tra borghi e giardini. Dai mosaici di ceramica di montelupo fiorentino alle tracce di un antico porto fluviale a limite sull’arno, fino alla casa di boccaccio a certaldo e a un giardino botanico poco conosciuto a vico d’elsa, queste mete raccontano culture antiche e ambienti curati. Ciascuno di questi luoghi offre esperienze profonde, sia per appassionati di storia sia per chi cerca un contatto diretto con la natura o l’artigianato locale.

La collezione di maioliche tra arte e storia al museo della ceramica di montelupo fiorentino

Il museo della ceramica di montelupo fiorentino raccoglie pezzi che coprono un arco temporale vasto, dal XIII fino al XVIII secolo, mostrando l’evoluzione di una tradizione che ha reso il borgo uno snodo centrale per la ceramica in italia. Sono otto le sale espositive, ciascuna con un tema specifico: si parte dalla mensa medievale e rinascimentale, dove appaiono maioliche destinate all’uso quotidiano e ceramiche pregiate per la tavola, fino a spazi che raccontano scavi archeologici e la vita nelle botteghe degli artigiani. Il percorso comprende locali dedicati al collezionismo e alle esportazioni, con documenti e oggetti che spiegano come queste ceramiche abbiano varcato i confini del territorio.

Si trovano anche stanze che approfondiscono la committenza e il ruolo delle farmacie, dove si usavano vasi e contenitori che non erano solo funzionali ma anche decorativi, elemento importante nella cultura materiale. La sala degli animali e dei fiori presenta motivi decorativi tradizionali, cruciali per comprendere come la natura venisse reinterpretata attraverso la ceramica d’epoca.

Un museo che parla anche ai più piccoli

L’attenzione per i visitatori più giovani resta alta. Attività pensate per i bambini includono laboratori artigianali, percorsi guidati e la possibilità di entrare in contatto diretto con maestri ceramisti. L’iniziativa “missione compleanno – alla scoperta del museo” propone una caccia al tesoro dedicata ai più piccoli, che possono così esplorare il museo con indizi e giochi, trovando un modo divertente per capire la storia del luogo. Questo approccio coinvolge famiglie e renderà il museo accessibile a tutte le età, formando un legame tra passato e presente lungo un filo di curiosità e pratica manuale.

Limite sull’arno e il museo remiero, tra storia del fiume e tradizioni navali

Limite sull’arno deve molto alla sua posizione lungo un tratto fondamentale del fiume arno. Già dalla dominazione etrusca, qui era attivo un porto fluviale che permetteva il carico, scarico e trasporto di merci da e per il mare. Questa attività ha generato nei secoli un mestiere preciso, quello dei navicellai, figure indispensabili per la navigazione sull’arno e la gestione delle imbarcazioni. Proprio a limite, nel 1861, nacque la prima società di canottaggio d’italia: una coincidenza che lega la storia del paese all’acqua e allo sport.

Il museo remiero racconta questa tradizione fatta di fatica e manualità. Accessibile su richiesta, la mostra presenta modelli in scala di barche tipiche, fotografie storiche e strumenti usati dai cantieri navali. Documenti originali raccontano l’evoluzione della cantieristica, mettendo in luce i cambiamenti legati al lavoro degli artigiani e l’importanza del fiume per il commercio locale.

Una vita consacrata all’arno e alle sue barche

L’esposizione offre un ritratto preciso di una comunità legata strettamente all’arno, dove l’attività remiera rappresenta sia uno svago sportivo che un’eredità culturale da preservare. Il rapporto tra uomo e fiume si riflette negli utensili e nelle immagini: dalla cura delle imbarcazioni all’organizzazione delle regate, tutto parla di una vita dedicata al controllo, alla conoscenza e alla resistenza.

Certaldo tra storia e letteratura, la casa di boccaccio e il borgo medievale

Il borgo di certaldo conserva un legame stretto con il poeta e scrittore giovanni boccaccio, nato proprio qui nel 1313. Per arrivare all’antico nucleo storico, si può prendere la funicolare che collega la parte nuova della città con la zona medievale, protetta da mura ben conservate. Lungo viottoli acciottolati si incontrano palazzi storici che raccontano secoli di vicende cittadine.

La casa di boccaccio si distingue per la sua torre alta e per l’aspetto originale, adesso trasformata in museo e archivio. All’interno si trovano mobili d’epoca, pannelli esplicativi e la stanza del poeta con un affresco che lo ritrae al lavoro. Questi elementi raccontano episodi della sua vita e la sua produzione letteraria. Il castello offre anche panorami sulla valle sottostante che incantano i visitatori, unendo il fascino della natura ai segni del passato.

Ritrovamenti che raccontano la vita di un tempo

Durante un restauro sono emerse calzature maschili e femminili risalenti al XV secolo, un ritrovamento che mostra dettagli poco noti della moda e della vita quotidiana di allora. Sulle scarpe si possono notare materiali, forme e tecniche di lavorazione che offrono nuove informazioni sulla società di quel tempo. Tutto ciò rende la casa di boccaccio una tappa fondamentale per chi vuole comprendere in modo diretto un pezzo di storia letteraria e culturale.

Il giardino sottovico di vico d’elsa, un’oasi di piante rare e inclusione sociale

Il giardino sottovico a vico d’elsa è un giardino botanico che raccoglie oltre 3.000 specie di piante grasse e succulente, molte delle quali rare e provenienti da aree come africa, centro e sud america. Due grandi serre ospitano questa collezione, offrendo un percorso speciale che stimola i sensi attraverso il contatto diretto con le varietà vegetali. Il percorso dei sensi permette di camminare tra piante diverse, toccarne le foglie e riconoscere i profumi.

Non mancano installazioni dedicate al ciclo dell’acqua, a spiegare come l’elemento idrico sia fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema. Le aree didattiche coprono diverse fasce d’età, favorendo l’apprendimento diretto e l’interazione con la natura. I bambini possono accedere anche a un parco giochi pensato per loro, mentre gli adulti trovano negli spazi un’occasione di relax e scoperta.

Un luogo dove la natura sostiene la comunità

Il giardino è anche luogo di inclusione attraverso progetti di solidarietà e attività terapeutiche rivolte a persone con bisogni diversi. Diverse associazioni collaborano per offrire percorsi formativi che uniscono il lavoro sul verde a obiettivi sociali, creando un ambiente dove la natura diventa strumento di cura e partecipazione. Questo rende sottovico un esempio di convivenza tra ambiente e comunità, dove il verde diventa spazio di dialogo e rigenerazione.

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