Il vertice Nato all’Aia ha stabilito un aumento significativo delle risorse per la difesa, fissando al 5% del Pil la spesa militare entro il 2035. L’escalation delle tensioni internazionali, con la guerra in Ucraina e le criticità legate alla sicurezza energetica e infrastrutturale, ha imposto ai 32 alleati un impegno maggiore, economico e operativo. Mentre il presidente Usa Donald Trump ha spinto affinché l’Europa non scarichi tutto il peso della difesa sugli Stati Uniti, nel vecchio continente sta emergendo l’esigenza concreta di rafforzare gli organici e rivedere le strategie di reclutamento, in particolare in Germania, Francia e Italia.
La spinta della germania verso un esercito più numeroso e il ritorno del servizio obbligatorio
La Germania ha accelerato sul riarmo, andando oltre il tradizionale limite del deficit per aumentare i fondi destinati alla difesa. Non basta però invertire la tendenza dei bilanci: il nodo principale resta la carenza di personale. Berlino si prepara al cosiddetto “Ernstfall”, il “caso serio” di un conflitto in territorio nazionale, e questo scenario impone di allargare e rendere più stabile la forza militare. Il cancelliere Friedrich Merz ha più volte sollecitato il coinvolgimento delle imprese affinché favoriscano permessi ai dipendenti per permettere loro di partecipare agli addestramenti. Merz ha infatti richiamato l’attenzione sulla necessità di una riserva attiva e sull’urgenza di riattivare la coscrizione obbligatoria, abolita nel 2011 sotto Angela Merkel.
Le priorità di assunzione del ministero della difesa tedesco
Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha anch’esso indicato come prioritaria l’assunzione di 10 mila soldati e 1000 civili entro fine anno, già approvati nel recente bilancio. Nonostante questi sforzi, mancano ancora 50-60 mila militari per raggiungere una capacità compatibile con le esigenze Nato. Il dibattito ha raggiunto anche l’ipotesi di estendere l’obbligo di servizio alle donne, una proposta discussa nei circoli politici che potrebbe cambiare significativamente la composizione della Bundeswehr.
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La revisione dei modelli di reclutamento in europa tra riserve operative e milizie civili
Dal conflitto tra Russia e Ucraina è scaturito un ripensamento dei sistemi di reclutamento. Molti paesi europei si sono resi conto che i numeri attuali non bastano più a coprire le richieste di difesa e hanno avviato programmi per allargare le forze armate, puntando in particolare alle riserve. Questi gruppi, formati da personale che non presta servizio a tempo pieno ma resta addestrato e pronto a intervenire in caso di crisi, rappresentano un elemento chiave per aumentare rapidamente la capacità militare.
Esempi di piani di riserva in europa e oltre
In Francia il piano prevede di più che raddoppiare la forza dei riservisti, passando dagli attuali 40 mila a oltre 100 mila entro il 2035. La Polonia, nel frattempo, punta a raggiungere 300 mila militari attivi entro lo stesso anno. Sistemi analoghi si trovano in Usa, Regno Unito e Spagna, dove i riservisti spesso mantengono un legame con la vita civile e si sottopongono a sessioni di addestramento periodiche. Nel Regno Unito, per esempio, il Territorial Army rappresenta una riserva organizzata pronta a mobilitarsi con tempi molto rapidi. La Francia distingue fra riserva operativa, con compiti diretti in caso di mobilitazione, e riserva cittadina, più incentrata sul supporto civile e sociale.
La strategia italiana per ampliare la riserva anche senza esperienza militare precedente
L’Italia ha messo a punto un piano per ampliare il proprio sistema di riserva, considerando addirittura l’inserimento di personale senza passate esperienze militari. Sul tavolo del ministro Guido Crosetto c’è un report di 33 pagine, datato maggio 2025, che delinea le priorità della difesa nazionale. La necessità deriva anche dal progressivo invecchiamento del personale sotto le armi e dalla carenza di forze idonee a coprire tutte le esigenze operative.
Innovazioni nella riserva militare italiana
Il documento stabilisce di rivedere radicalmente la composizione della riserva militare, inserendo elementi nuovi per aumentare la capacità di risposta. Si prevede anche un piano di comunicazione per diffondere una “cultura della difesa” tra la popolazione, aumentare la consapevolezza e promuovere la partecipazione civica. L’intento è passare da sistemi tradizionali a modelli più flessibili che possano integrare cittadini disponibili a ricevere una formazione militare anche in età adulta, ampliando così il bacino di potenziali riservisti.
In Europa, il rafforzamento delle forze armate assume ogni giorno più importanza. Gli Stati cercano soluzioni concrete per affrontare minacce multifrontali e assicurare la protezione del territorio e della società civile. Le decisioni prese nelle capitali e all’interno delle alleanze promettono di cambiare profondamente l’aspetto e la struttura degli eserciti nazionali nei prossimi anni.