Il discorso sui diritti delle donne continua a sollevare profonde preoccupazioni a livello globale. In particolare, la situazione in Afghanistan ha attirato l’attenzione, ma le sofferenze di queste donne spesso sembrano scivolare nell’oblio mediatico. Shakiba, attivista di Rawa , ha recentemente visitato l’Italia per raccontare le difficoltà e le resistenze del popolo afghano, sottolineando che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la situazione in Afghanistan rimane critica.
La condizione delle donne afghane: la dura realtà
Negli ultimi due anni, dopo il ritorno al potere dei Talebani, i diritti delle donne afgane sono stati gravemente limitati. In particolare, ragazze e donne si trovano ad affrontare divieti severi che colpiscono vari aspetti della loro vita quotidiana. Dalla chiusura delle scuole alle restrizioni lavorative, ogni giorno è una battaglia per la sopravvivenza e la dignità. Shakiba, parlando del contesto attuale, ha evidenziato la drammaticità delle leggi imposte dai Talebani, che non solo negano l’istruzione, ma controllano brutalmente anche le libertà più basilari.
Le donne afghane non possono frequentare le scuole dopo i 12 anni e la loro partecipazione al mercato del lavoro è quasi inesistente, specialmente negli uffici pubblici. I Talebani hanno chiuso teatri, scuole di musica e arte, bruciando strumenti e cancellando ogni forma di espressione creativa. Nel frattempo, il Ministero responsabile della “Promozione della virtù e della prevenzione del vizio” ha adottato nuove regolamentazioni che vietano alle donne di esprimere la propria voce in pubblico, con l’intento di soffocare qualsiasi forma di dissidenza.
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La resistenza attraverso l’istruzione e la solidarietà
Nonostante il clima oppressivo, le donne come Shakiba non si arrendono. Le attiviste di Rawa lavorano in clandestinità per organizzare corsi di istruzione e attività di sensibilizzazione, affrontando rischi enormi per la propria incolumità. Queste scuole clandestine rappresentano un faro di speranza in un contesto di repressione. Le lezioni si svolgono nelle case private e coprono una vasta gamma di discipline, inclusi materie scientifiche e questioni sociali, permettendo così alle giovani di acquisire competenze e consapevolezza.
Shakiba ha ribadito quale sia la loro missione: insegnare e contribuire alla resistenza contro il regime talebano. In un’epoca in cui ogni forma di educazione viene osteggiata, la capacità delle donne di apprendere diventa un atto di ribellione. Rawa non si limita a fornire istruzione, ma coordina anche l’assistenza sanitaria nelle aree più vulnerabili del Paese, portando aiuti a chi ne ha bisogno e cercando di alleviare le sofferenze quotidiane della popolazione.
La voce di Shakiba e l’appello al mondo
Durante la sua visita a Desio, Shakiba ha lanciato un appello affinché i diritti delle donne afgane non siano dimenticati. Sottolinea che la comunità internazionale deve mantenere alta l’attenzione sulla situazione in Afghanistan e non permettere che l’apatia regni sovrana. In un momento in cui i riflettori sembrano essersi spenti, è fondamentale continuare a dare visibilità alle storie di resistenza e lotta.
La richiesta di Shakiba non è solo quella di supportare le iniziative delle donne afgane, ma anche di cambiare il modo in cui l’Afghanistan è percepito dalla comunità internazionale. La lotta delle donne afghane è una battaglia per la libertà, non solo per loro stesse, ma anche per l’intera uguaglianza e giustizia sociale. I Talebani temono l’educazione delle donne, perché sanno che un’istruzione adeguata può trasformare intere famiglie e, in definitiva, una società.
La voce di Shakiba e delle sue compagne è un richiamo a non dimenticare e a combattere insieme per i diritti umani, un passo alla volta, anche quando la strada è irta di pericoli.