Hacker filoisraeliani attaccano la tv di Stato iraniana trasmettendo immagini di proteste femminili

Hacker filoisraeliani attaccano la tv di Stato iraniana trasmettendo immagini di proteste femminili

Un attacco hacker interrompe la trasmissione della tv di Stato iraniana il 15 aprile 2025, diffondendo video di proteste femminili contro gli ayatollah e accusando gruppi pro-Israele di destabilizzare il paese.
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Un attacco hacker ha brevemente interrotto la tv di Stato iraniana trasmettendo video di proteste femminili contro il regime, con il governo che ha accusato Israele di destabilizzazione tramite guerra informatica. - Gaeta.it

Un episodio insolito ha interessato la tv di Stato iraniana quando, per alcuni minuti, il segnale è stato violato da un attacco informatico. I video trasmessi mostravano manifestazioni di donne che invocavano la popolazione a prendere parte alle proteste contro il regime degli ayatollah. La vicenda è stata riportata dal quotidiano Hamshahri insieme a un filmato della breve interruzione, ma vediamo nel dettaglio cosa è accaduto.

L’attacco hacker sulla tv di stato iraniana e la diffusione dei video delle proteste

La mattina del 15 aprile 2025 il canale televisivo ufficiale iraniano ha subito quello che è stato definito un attacco informatico da fonti locali. Durante la trasmissione normale, il palinsesto è stato interrotto improvvisamente da filmati che ritraevano manifestazioni femminili in diverse città del paese. Le immagini erano accompagnate da messaggi espliciti che invitavano la popolazione a mobilitarsi in piazza per esprimere dissenso contro la guida politica degli ayatollah.

Il quotidiano Hamshahri, testata con base a Teheran, ha pubblicato un video della trasmissione alterata, sottolineando come gli hacker fossero entrati nei sistemi di trasmissione della emittente pubblica. La sequenza ha mostrato proteste avvenute nelle settimane precedenti, coinvolgendo diverse donne che chiedevano maggiori diritti e libertà civili. Al termine della breve interruzione, la stazione televisiva è tornata al normale palinsesto, ma molti spettatori hanno commentato l’accaduto sui social network.

La reazione della tv e la denuncia agli “attacchi informatici del nemico sionista”

Subito dopo l’interruzione, un comunicato ufficiale della tv di Stato è apparso sullo schermo, accusando gli hacker di essere agenti del “nemico sionista”. L’emittente ha dichiarato che l’attacco informatico aveva come obiettivo destabilizzare la nazione e seminare divisione tra la popolazione. Nel messaggio si spiegava anche che era stata ripristinata rapidamente la trasmissione originale e invitavano gli iraniani a non lasciarsi influenzare da queste azioni esterne.

Le autorità iraniane hanno indicato Israel come responsabile, confermando che gruppi pro-Israele hanno rivendicato sulla rete la responsabilità per questa azione offensiva. Nella giornata, funzionari governativi hanno parlato di “guerra informatica” condotta da potenze straniere per tentare di indebolire il controllo politico del regime. L’episodio si inscrive nel più ampio contesto di tensioni regionali, dove tecnologie digitali vengono usate per condurre azioni di pressione e propaganda.

Il significato politico e sociale del raid hacker contro la tv di stato iraniana

L’attacco che ha interrotto la trasmissione della tv ufficiale arriva in un momento delicato per l’Iran. Le proteste femminili contro restrizioni sui diritti delle donne non sono rare ma, grazie a internet e ai social, stanno acquisendo nuova energia. La diffusione sui canali nazionali delle immagini provenienti dalle piazze può amplificare il messaggio e creare maggiore consapevolezza anche tra chi non è sceso per strada.

Le implicazioni strategiche del raid hacker

In questo senso, i gruppi pro-Israele coinvolti nel raid hanno usato un metodo non convenzionale per raggiungere un pubblico più vasto, contando sulla forza simbolica e mediatica delle immagini. La tv di Stato, controllata dalle autorità, è da sempre uno strumento decisivo per plasmare il consenso e arginare le critiche interne. Interromperla significa aprire brecce nel flusso informativo ufficiale, portando un messaggio alternativo.

La strategia di lanciare immagini e messaggi dal canale nazionale complica anche la risposta del regime. Da una parte, si vuole mantenere il controllo rigoroso sui media; dall’altra, la visibilità delle proteste può alimentare malcontento e incoraggiare nuovi impulsi di dissenso. Le tensioni sociali, intrecciate alla tecnologia, aprono scenari aperti per l’evoluzione politica dell’Iran nei prossimi mesi.

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