Il centro di Roma si è trasformato in un palcoscenico vibrante durante il fine settimana dedicato alle bande e alle associazioni folkloristiche, in occasione dell’Anno Santo 2025. Tra musica, danza e costumi tradizionali, piazza Santa Maria in Trastevere ha accolto gruppi da tutta Italia che hanno portato la loro cultura popolare nel cuore della città, trasformando la piazza in un luogo di festa e memoria collettiva.
La ripresa del giubileo attraverso suoni e tradizioni popolari
Il 10 e 11 maggio le celebrazioni dell’Anno Santo hanno visto una partecipazione corale che, partendo dalle note della banda della Gendarmeria Vaticana a piazza San Pietro, ha proseguito con eventi popolari a piazza Santa Maria in Trastevere. I presenti hanno potuto assistere a uno spettacolo di musica e folklore inteso come veicolo di unione sociale, secondo l’idea di papa Francesco che definisce l’arte un “linguaggio superiore”. Le tradizioni, reinterpretate in chiave festiva, hanno scandito momenti di forte coinvolgimento emotivo, sostenendo il messaggio di speranza e comunità in un clima carico di valori condivisi.
Questa manifestazione si è tradotta in un ponte tra epoche e civiltà diverse, riscoprendo le radici della cultura italiana attraverso esibizioni di bande, danze e rappresentazioni teatrali diffuse nell’area storica della capitale. La pietra antica della piazza ha fatto da sfondo alla festa, accompagnata da un tramonto che ha impreziosito l’atmosfera, rendendo ancora più palpabile il senso di appartenenza e partecipazione collettiva che questi eventi riescono a creare.
Leggi anche:
Le formazioni folkloristiche protagoniste del weekend
La piazza si è animata grazie a un’ampia varietà di gruppi: dall’Associazione Folklorica Norbensis alla Compagnia del Re Gnocco di Mapello, dal Circo Rony Roller ai Tamburellisti di Otranto. Arrivati da tutto il paese, i gruppi hanno rappresentato diverse identità culturali italiane, da quelle alpine fino alle sponde del mediterraneo. Il gruppo Santu Franziscu, l’ensemble siciliano di arte e musica popolare, e il gruppo folk Triskélion hanno mostrato espressioni artistiche specifiche delle loro aree di origine.
La presenza della banda Santa Catarina WM di Malta ha inoltre dato un tocco internazionale all’evento, dimostrando come la tradizione possa allargarsi oltre confine conservandone l’autenticità. Ogni formazione ha alternato musiche, danze e rappresentazioni sceniche con abiti tipici, offrendo al pubblico un panorama ricco di colori e sonorità storiche che hanno coinvolto spettatori di tutte le età. Questa molteplicità ha reso evidente il potenziale delle arti popolari come mezzi di dialogo e scambio culturale.
Arte effimera e costumi d’epoca: le madonnare e il disegno sui sanpietrini
Un elemento decisamente suggestivo è arrivato dall’installazione temporanea realizzata dalle giovani “madonnare”, artiste che hanno disegnato figure sacre sui sanpietrini con il gessetto colorato. Queste immagini, destinate a scomparire con la prima pioggia, hanno rappresentato un gesto poetico di creazione e vulnerabilità. La loro arte nasce dalla strada, giovane e fragile come un’espressione che esiste solo per il tempo necessario alla contemplazione.
Le madonnare hanno tracciato, mattone dopo mattone, figure di Gesù con le braccia aperte, simbolo di accoglienza e pace. Il loro lavoro ha attirato l’attenzione di numerosi passanti, che si sono fermati in silenzio a osservare, immortalando fotografie per conservare un ricordo effimero di questo gesto poetico. L’arte della strada, così, assume un valore collettivo grazie all’interazione diretta con chi attraversa la piazza.
Riscoprire renzo e lucia con il gruppo firlinfeu
All’interno della manifestazione, il gruppo Firlinfeu proveniente dalle sponde del lago di Como ha riproposto la storia de “I promessi sposi”, narrando con strumenti antichi come il flauto di pan e abiti d’epoca. L’interpretazione ha inserito nel contesto romano personaggi classici di Alessandro Manzoni, con Renzo e Lucia vestiti secondo il costume settecentesco, che si muovono tra i basoli della piazza.
Questo esempio di teatro itinerante ha connesso letteratura, musica e tradizione popolare, trasportando il pubblico in un viaggio nel passato. Lo spettacolo ha mantenuto viva una pagina fondamentale della cultura italiana, rinnovando interesse nel racconto storico e nei suoi valori. L’uso di strumenti come il flauto di pan ha conferito autenticità sonora alla rappresentazione, esaltando le radici rurali e lacustri delle storie raccontate.
Impegno sociale e istruzione per i giovani dello spettacolo viaggiante
Nel corso della manifestazione si è fatto spazio anche un progetto educativo rivolto ai giovani artisti dello spettacolo viaggiante. La scuola itinerante, promossa dalla pastorale migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, accompagna i figli di famiglie nomadi nel percorso scolastico. Bruno, coordinatore del programma, ha raccontato le difficoltà di chi passa da una scuola all’altra senza mai una stabilità territoriale.
Nel solo anno accademico 2022-2023 hanno aderito più di 200 studenti, seguiti da scuole e insegnanti sensibili a questa realtà complessa. Il progetto offre un sostegno concreto a chi rischia di perdere occasioni formative a causa di un’esistenza in continuo movimento. I bambini e i ragazzi coinvolti hanno trovato in questo programma una possibilità di crescita che affianca il patrimonio culturale della loro famiglia, di cui fanno parte gruppi circensi e troupe itineranti.
La festa tra tradizione e futuro a piazza santa maria in trastevere
Il weekend dedicato ai gruppi folkloristici ha confermato il ruolo centrale della cultura popolare nelle celebrazioni religiose e civili. Attraverso la musica, il teatro e l’arte effimera, il pubblico ha partecipato a momenti in cui la tradizione si è mescolata all’attualità. Il richiamo alle radici è apparso come un impulso a non dimenticare, ma anche a rinnovare pratiche e storie.
Le piazze di Roma continuano a fungere da luogo di incontro tra passato e presente, dando spazio al dialogo senza bisogno di parole complicate. Eventi come questo contribuiscono a mantenere viva l’identità collettiva facendola toccare con mano, grazie a gesti semplici come un disegno sulla pietra o una melodia antica. Piazza santa maria in trastevere si conferma così scenario perfetto per festeggiare questa ricchezza culturale, anche nel 2025.