Greta Thunberg parte da catania con la flotilla per portare aiuti a Gaza sotto assedio

Greta Thunberg parte da catania con la flotilla per portare aiuti a Gaza sotto assedio

Greta Thunberg parte da Catania con il veliero Madleen per portare aiuti umanitari a Gaza, sfidando il blocco israeliano e affrontando la sorveglianza militare italiana e israeliana nella missione pacifista.
Greta Thunberg Parte Da Catani Greta Thunberg Parte Da Catani
Greta Thunberg guida una missione pacifica da Catania a Gaza per portare aiuti umanitari, sfidando il blocco israeliano che promette di impedire lo sbarco. - Gaeta.it

La giovane attivista Greta Thunberg ha scelto una nuova battaglia, lasciando momentaneamente da parte il movimento climatico per sostenere la popolazione palestinese di Gaza. Partita da Catania insieme ad altri attivisti, viaggia a bordo del veliero Madleen per portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza, ancora sottoposta a un rigoroso blocco da parte di Israele. La missione si muove all’insegna del pacifismo e della protesta diretta contro l’assedio ritenuto illegale da chi partecipa all’iniziativa. Le tensioni si sono già manifestate con la presenza di forze militari italiane e israeliane nell’area.

La risposta del ministero della difesa israeliano sullo sbarco a Gaza

Il ministero della difesa israeliano ha subito risposto al tentativo di sbarco annunciando che, per motivi di sicurezza, impedirà agli attivisti di attraccare nella striscia di Gaza. La difesa ha confermato che ogni nave che tenterà di entrare sarà bloccata o respinta, sulla base delle disposizioni che regolano il confine marittimo con il territorio palestinese.

Questa posizione riflette la politica israeliana di mantenere l’isolamento di Gaza, giustificata con motivazioni legate alla sicurezza nazionale e alla prevenzione di eventuali infiltrazioni di gruppi ostili. Di fatto, la lotta dell’imbarcazione guidata da Greta e dai suoi compagni si scontra con una realtà politica e militare molto complessa.

Il blocco è attivo da anni e costituisce una delle principali fonti di crisi per la popolazione locale, ma sul piano operativo Israele è determinato a impedire passaggi non autorizzati. La situazione mette in luce le contraddizioni tra l’iniziativa umanitaria e la stretta sorveglianza militare con cui lo stato ebraico controlla lo spazio aereo e marittimo attorno a Gaza.

Le ore successive alla partenza saranno decisive per capire come si evolverà il confronto tra gli attivisti e le autorità israeliane, soprattutto se si dovesse arrivare a un tentativo concreto di forzare il blocco navale. Questa flotta civile ha già dimostrato negli anni scorsi di segnare momenti di alta tensione, con scontri anche violenti. Non resta che seguire gli sviluppi di una missione che intreccia diritti umani, politica internazionale e sicurezza.

La presenza militare italiana e la possibile interferenza israeliana

Durante la partenza e nelle ore successive, la missione ha già attirato l’intervento di forze militari. Un elicottero della Marina Militare italiana ha sorvolato l’area dove il Madleen naviga, mentre alcune fonti riferiscono la presenza di droni che potrebbero essere di origine israeliana. Questi dispositivi sono stati utilizzati per monitorare la rotta e raccogliere informazioni sulle attività in mare.

La Marina italiana ha il compito di garantire la sicurezza del traffico marittimo nelle acque territoriali, senza però bloccare la missione, almeno al momento. La presenza militare sottolinea la delicatezza del contesto, dato che la zona è soggetta a tensioni elevatissime. I mezzi di sorveglianza rappresentano un modo per tenere sotto controllo una situazione potenzialmente esplosiva.

Si tratta di un’area in cui ogni movimento è strettamente regolato e monitorato da Israele, che da anni mantiene un blocco marittimo e terrestre per limitare l’accesso alla Striscia di Gaza. La situazione sul mare è da sempre fonte di crisi internazionali, specie quando navi civili cercano di violare il blocco.

La partenza da catania e gli obiettivi della missione

L’imbarco da Catania ha segnato l’avvio di un viaggio volto a consegnare aiuti concreti alla popolazione bloccata dentro la striscia di Gaza. Greta Thunberg e il gruppo di attivisti hanno scelto di salpare su un veliero, simbolo di un’azione pacifica e diretta che rifiuta la violenza. L’obiettivo dichiarato è quello di rompere l’assedio che limita l’accesso a beni di prima necessità, definito illegale da chi sostiene il diritto dei palestinesi a ricevere aiuti. La missione fa parte della Freedom Flotilla Coalition, un movimento nato per sfidare i blocchi navali imposti a Gaza.

Gli attivisti ritengono che il viaggio abbia anche una forte valenza politica, puntando a portare l’attenzione internazionale sulla situazione nel territorio. Lo sforzo non si limita all’invio di generi alimentari o medicinali, ma si propone anche come manifestazione pubblica contro la chiusura imposta da Israele. Gestire una traversata in mare aperto non è semplice ma testimonia la determinazione degli organizzatori nel portare avanti l’iniziativa.

Change privacy settings
×