Greenthesis, gruppo attivo nell’economia circolare, si propone come un protagonista nel settore della sostenibilità, lavorando da oltre trent’anni sul recupero e sul trattamento dei rifiuti. Il gruppo segue un modello di business che mira a coniugare pratiche di riciclo e riuso con lo sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate. L’intervento del direttore generale Vincenzo Cimini, durante il convegno “Circular Economy: paradigma economico a prova di futuro” tenutosi alla Cariplo Factory, ha offerto uno sguardo diretto sulle strategie del gruppo e sulle innovazioni portate avanti, in un contesto di collaborazione con importanti realtà come Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cariplo Factory.
La lunga esperienza di greenthesis nell’economia circolare
Greenthesis ha radici profonde nel campo del recupero e dello smaltimento, con un’impronta che si estende per tre decenni. Nel suo intervento, Vincenzo Cimini ha sottolineato come il concetto di economia circolare permei ogni fase delle attività del gruppo. Il lavoro quotidiano ruota attorno a processi di riuso, riciclo e gestione dei rifiuti, che rappresentano la base delle operazioni industriali. Oggi, rispetto al passato, cambia l’approccio: non si parla più solo di recupero dei materiali, ma si cerca di integrare le fasi produttive con una visione sostenibile più ampia, seguendo un modello circolare.
Riferimento a modelli simili nel settore
L’esperienza del gruppo si intreccia con quella di altre aziende simili, come Iren, prese come punto di riferimento nel settore. Lo sviluppo di tecnologie capaci di trasformare scarti e rifiuti in nuove risorse ha portato a un’evoluzione concreta nelle modalità operative. Nonostante ciò, secondo Cimini, la dipendenza dallo smaltimento finale tramite discariche e termovalorizzatori non è ancora stata completamente superata. Questo rappresenta ancora un limite e un tema caldo nell’industria del riciclo, da cui però passano anche molte innovazioni.
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Innovazioni tecnologiche nella gestione degli scarti alimentari
Greenthesis ha realizzato progressi tangibili nella valorizzazione degli scarti alimentari, che oggi non sono più destinati semplicemente allo smaltimento, ma diventano un punto di partenza per la produzione di biometano avanzato. Questo processo trasforma il residuo organico, che proviene sia dalle famiglie sia dalle industrie, in una fonte energetica rinnovabile e pulita. Il biometano così creato viene utilizzato come carburante per l’autotrazione, confermando la possibilità di chiudere il ciclo tra produzione di rifiuti e consumo energetico.
Questo passaggio dal rifiuto a risorsa esprime in modo evidente la logica dell’economia circolare voluta dal gruppo. La quasi totalità delle filiere coinvolte è orientata verso la sostenibilità e il recupero, senza tuttavia abbandonare il ricorso a impianti tradizionali di smaltimento. L’attenzione si focalizza proprio sull’ampliamento delle modalità di trattamento, mixando nuove soluzioni a quelle collaudate da tempo e regolamentate da normative specifiche.
Cambiamenti nella gestione delle discariche e sviluppo di nuovi impianti
Il ricorso alle discariche, pur ridotto, resta una componente necessaria per il trattamento dei rifiuti residuali che non si prestano al riciclo o recupero. Cimini ha evidenziato come l’approccio a queste strutture sia profondamente mutato nel tempo. Prima dell’entrata in vigore del decreto 36, molte discariche non rispondevano a criteri tecnici e ingegneristici adeguati. Oggi invece ogni impianto è progettato in modo da garantire maggiore sicurezza ambientale e da facilitare processi di recupero energetico, come la cogenerazione.
Esempi di integrazione tecnologica nei siti di smaltimento
Il gruppo Greenthesis sta sviluppando progetti innovativi che combinano impianti di discarica con tecnologie di ultima generazione. Un esempio è l’utilizzo del biogas prodotto nelle discariche per produrre biometano avanzato, che trova impiego in diversi settori energetici. Inoltre, il contributo dei fondi del Pnrr ha permesso di realizzare un impianto sperimentale che integra il processo di idrolisi dell’acqua di percolazione della discarica con la produzione di idrogeno verde tramite energia solare.
Questo progetto rappresenta una nuova frontiera nelle tecnologie di smaltimento e recupero, in cui l’impianto non è più solo un luogo di stoccaggio, ma diventa parte di una catena produttiva verde e a basse emissioni. Le normative continuano a rappresentare un fattore di vincolo per gli sviluppi futuri, ma si muovono parallelamente al progresso tecnologico che si osserva nei siti di smaltimento avanzato.
Le sfide normative e tecnologiche nel futuro della circular economy
Il percorso di Greenthesis e delle aziende italiane impegnate nel campo della economia circolare si intreccia con due grandi sfide: i limiti delle tecnologie disponibili e il quadro normativo in continuo aggiornamento. Le soluzioni adottate devono rispettare leggi rigide, spesso in evoluzione, che definiscono modalità di trattamento, sicurezza ambientale e standard per il recupero energetico. Questi aspetti possono rallentare la diffusione di alcune innovazioni o chiedere adeguamenti continui.
Sul fronte tecnologico, le soluzioni come la produzione di idrogeno verde dall’acqua di percolazione rappresentano passi avanti rilevanti, ma richiedono investimenti e perfezionamento. Non tutte le tecnologie sono ancora mature o applicabili su vasta scala, e resta una certa dipendenza da metodi tradizionali di smaltimento come le discariche ingegnerizzate e i termovalorizzatori. Il contributo dei fondi pubblici, come quelli del Pnrr, si è mostrato fondamentale per avviare queste sperimentazioni.
Il dialogo tra mondo industriale, enti pubblici e istituzioni regolatorie rimane dunque centrale per accompagnare una transizione efficace verso un modello più circolare, meno basato sullo smaltimento finale e più orientato al riuso e al riciclo, come richiede la pressione ambientale. Greenthesis continua in questa direzione, integrando le sue capacità storiche con le nuove opportunità offerte dalla ricerca e dalla normativa.