Il dibattito pubblico e politico in Grecia si sta intensificando intorno a un tema allarmante: il declino demografico. Questo fenomeno, alimentato da un crollo delle nascite, dall’emigrazione di massa e da un basso tasso di fertilità, rappresenta una vera e propria emergenza per la nazione. Mentre il paese si confronta con le sue sfide economiche post-crisi, le proiezioni demografiche dipingono un quadro inquietante per il futuro della società greca.
Un crollo della popolazione previsto per il 2070
Le statistiche demografiche sono in aumento e i numeri parlano chiaro. Secondo le proiezioni, entro il 2070 la popolazione della Grecia potrebbe ridursi del 25%, un valore nettamente superiore alla media del 4% prevista per gli altri paesi dell’Unione Europea. Gli ultimi dati ufficiali mostrano che nel 2022 ci sono state meno di 77.000 nascite, il numero più basso registrato nell’ultimo secolo, contro quasi 140.000 decessi. Un bilancio drammatico che non lascia intravedere segnali di miglioramento imminenti.
Il Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha espresso le sue preoccupazioni sul fenomeno, definendolo una “sfida esistenziale per il futuro del paese”. Inoltre, il censimento del 2021 ha rilevato un calo complessivo della popolazione del 3,1% in un decennio, ponendo interrogativi sul futuro della demografia greca, attualmente fissata a circa 10,5 milioni di abitanti.
L’emigrazione di giovani talenti e il mercato del lavoro stagnante
La crisi economica che la Grecia ha vissuto negli ultimi anni ha portato a un’emigrazione di massa, interessando particolarmente i giovani e i ben istruiti. Circa mezzo milione di greci ha fatto le valigie cercando opportunità all’estero, contribuendo a un esodo che sta impoverendo ulteriormente il paese. I pochi che rimangono devono combattere con un mercato del lavoro caratterizzato da tassi di disoccupazione elevati e stipendi insufficienti, fattori che complicano la possibilità di costruire carriere e famiglie stabili.
Nell’isola di Chio, un esempio emblematico della situazione, la vita quotidiana di giovani come Mary e Nikos riflette le difficoltà economiche del paese. La coppia, emigrata negli Stati Uniti due anni fa, ha condiviso i motivi della loro scelta: “Se si devono lavorare 10-12 ore al giorno senza guadagnare a sufficienza, come si può costruire una vita serena?”, afferma Mary. La loro esperienza evidenzia una frattura profonda nelle aspirazioni dei giovani greci rispetto alle opportunità offerte dal loro paese.
Il fenomeno dei villaggi vuoti e l’invecchiamento sociale
La demografia greca è anche segnata da un preoccupante invecchiamento della popolazione. Le aree rurali, come alcune parti di Chio, stanno diventando sempre più desolate, con villaggi che mostrano una popolazione anziana sempre più esigua. Presenti solo alcune decine di residenti pensionati, queste comunità rappresentano un segnale tangibile della direzione in cui il paese è indirizzato. La bassa fertilità, con un tasso medio di 1,32 nascite per donna, si combina con un’alternanza di aspettativa di vita crescente, portando a una concentrazione di persone anziane che necessitano di cure e supporto.
L’economista greco Nikos Vettas mette in evidenza come questo spostamento demografico avrà gravissime conseguenze sulle finanze pubbliche. Un numero sempre minore di lavoratori dovrà sostenere un’ampia base di pensionati, creando una pressione senza precedenti sul sistema previdenziale e sui servizi sanitari. “Il problema principale è che ci sarà sempre meno persone attive sul mercato del lavoro”, avverte Vettas.
Le risposte del governo alla crisi demografica
In risposta a questo allarmante scenario, il governo greco ha compiuto un passo significativo, creando nel 2023 il primo ministero dedicato unicamente alla questione demografica. Sotto la guida di Sofia Zacharaki, il ministero ha avviato diverse iniziative per contrastare la diminuzione della natalità. Tra queste, sgravi fiscali e un incremento degli assegni per neonati, misure destinate a stimolare un incremento nei tassi di natalità.
Tuttavia, Zacharaki riconosce l’inefficacia di queste misure se non accompagnate da un cambio di mentalità e di struttura economica. “Questi sforzi rappresentano una prima risposta a quella che è la più grande minaccia per la Grecia. Ma è necessario un approccio più ampio e strutturato per affrontare la crisi”, conclude il ministro.
Le sfide della Grecia sono molteplici e richiedono un impegno costante da parte di tutte le istituzioni per evitare un crollo demografico senza precedenti.
Ultimo aggiornamento il 13 Settembre 2024 da Laura Rossi