Il bambino di nove mesi, di nome Pietro, è ricoverato in condizioni estremamente critiche al Santobono di Napoli. Le sue ferite, frutto di traumi evidenti, hanno attirato l’attenzione delle forze dell’ordine e dell’intera comunità, al lavoro per ricostruire cosa sia successo. L’episodio solleva dubbi anche sul primo ricovero e sulle cure ricevute, portando a interrogativi sulle responsabilità e sulla tempistica degli eventi.
Le condizioni cliniche di pietro in ospedale a napoli
Pietro è arrivato al reparto pediatrico del Santobono di Napoli in eliambulanza, proveniente dall’ospedale di Sapri, nel Salernitano. Il trasporto urgente segna la gravità della situazione: il bambino era già sedato e intubato a causa di lesioni molto serie. I medici hanno riscontrato ferite cerebrali estese, confermate dalla risonanza magnetica, e diverse fratture, tra cui quella al femore e alcune più vecchie alle costole. Queste ultime suggeriscono eventi traumatici risalenti a periodi differenti.
Il quadro clinico comprende anche una pressione intracranica molto alta, che ha richiesto al piccolo di essere sottoposto a due interventi neurochirurgici per ridurla. Pur rimanendo stabile, la sua situazione è tuttora riservata e il rischio resta elevato. Dagli esami effettuati emerge la complessità delle lesioni, con un coinvolgimento sistemico che ha spinto il personale medico a mantenere alta la soglia di attenzione.
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Il primo accesso in ospedale e le inquietudini della madre
Il 28 maggio, Pietro era stato già portato all’ospedale di Sapri. Solo un semplice trattamento antibiotico era stato prescritto, per ragioni che la madre del bambino contesta apertamente. In un messaggio pubblicato su Facebook, la donna, una 25enne originaria di Licusati e residente a Villammare da poco, ha espresso dubbi sull’esito del primo ricovero. Si domanda come mai le lesioni non siano state approfondite e perché non siano stati fatti ulteriori accertamenti, nonostante le condizioni del figlio.
Nel post la madre chiede che venga rispettato chi ha agito tempestivamente nelle ultime ore, ma allo stesso tempo manifesta il proprio sconcerto e il dolore, esprimendo la volontà di chiarire quanto accaduto nella fase iniziale. Questo richiamo a un controllo più accurato mette in evidenza elementi che gli inquirenti stanno valutando per capire se ci siano state omissioni mediche o altri problemi.
Le indagini dei carabinieri e la ricerca di responsabilità
I carabinieri della compagnia di Sapri, con il supporto del comando provinciale di Napoli, hanno avviato un’indagine per ricostruire la vicenda. La priorità è capire l’origine e il momento delle lesioni, soprattutto perché quelle alle costole sembrano risalire a traumi avvenuti in momenti diversi, quindi non recenti. Gli investigatori ascoltano familiari e persone vicine, per raccogliere elementi utili a chiarire la dinamica dell’accaduto.
Tra i testimoni ascoltati anche il padre del bambino, un panettiere di 32 anni residente a Sapri, che si è presentato in ospedale in lacrime apprendendo della gravità delle condizioni del figlio. In parallelo sono sentiti parenti e il compagno della madre, per mettere insieme i pezzi del puzzle e individuare eventuali responsabilità.
La comunità di villammare e vibonati tra dolore e attesa
Pietro vive a Villammare, frazione di Vibonati sul Golfo di Policastro, insieme alla madre, un fratellino di quattro anni e il compagno della donna. La notizia del ricovero ha acceso l’attenzione e suscitato preoccupazione nella comunità locale. Il sindaco di Vibonati, Manuel Borrelli, ha dichiarato che la famiglia si è trasferita da poco ed è poco conosciuta nel paese. Ha sottolineato la vicinanza di tutta la cittadinanza al piccolo, con la speranza che le sue condizione possano migliorare.
Il clima nella zona resta quello di un’attesa tesa, in cui il dolore per la gravità delle ferite del bambino si mescola al desiderio di capire come si è arrivati a una situazione così critica. La vicenda resta al centro dell’attenzione, mentre la comunità segue con apprensione gli sviluppi medici e giudiziari.