Grave crisi idrica in lucania, i timori degli agricoltori di potenza e matera sulle risorse idriche e la gestione regionale

Grave crisi idrica in lucania, i timori degli agricoltori di potenza e matera sulle risorse idriche e la gestione regionale

La siccità minaccia le aziende agricole del Metapontino e Vulture-Alto Bradano, con Cia-Potenza-Matera che chiede interventi urgenti e una gestione condivisa tra Regione Lucania e Regione Puglia per garantire l’acqua.
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La siccità minaccia gravemente l’agricoltura in Lucania, con agricoltori che chiedono interventi urgenti e una gestione idrica condivisa tra Regione Lucania e Puglia per salvaguardare risorse e produzioni. - Gaeta.it

La siccità colpisce duramente le aziende agricole della Lucania, specie nelle zone a maggiore produzione ortofrutticola come il metapontino e il vulture-alto bradano. Gli agricoltori denunciano una mancanza di risposte politiche efficaci e chiedono interventi urgenti per garantire l’approvvigionamento idrico necessario alle loro attività, messe a rischio da una gestione frammentata delle risorse. Le richieste arrivano da Cia-potenza-matera, che da tempo sollecita una intesa concreta tra Regione e enti preposti, puntando a salvaguardare sia l’uso domestico sia quello agricolo dell’acqua.

Le zone più colpite dalla carenza idrica e l’impatto sulle attività agricole

Le aziende agricole che soffrono di più sono concentrate nelle aree del metapontino e del vulture-alto bradano, regioni con produzioni ortofrutticole di pregio e ad elevato valore economico. Qui, la siccità si traduce in un problema concreto per gli agricoltori che dipendono quasi esclusivamente dall’irrigazione per la sopravvivenza dei raccolti stagionali. Senza acque sufficienti, coltivazioni come pomodori, meloni e ortaggi rischiano di andare perdute. La mancanza di un piano chiaro e condiviso crea incertezza, impedendo alle imprese agricole di pianificare le attività agronomiche fondamentali per la raccolta.

Un vuoto decisionale tra regione lucania e regione puglia

In particolare, la situazione peggiora a causa della mancanza di un accordo definitivo tra Regione Lucania e Regione Puglia, chiamate a gestire congiuntamente le risorse idriche che attraversano i loro territori. La segreteria tecnica ha avanzato delle proposte, ma nessun piano concreto ancora definisce quantità sicure né modalità di gestione degli invasi. Questo vuoto decisionale ostacola la possibilità di ottimizzare le acque disponibili e di stabilire priorità chiare per gli usi necessari, dall’approvvigionamento domestico a quello agricolo.

Gli agricoltori chiedono regole trasparenti e garanzie che evitino penalizzazioni. In gioco non ci sono solo i coltivati, ma anche l’economia delle comunità locali che dipendono dall’agricoltura. La perdita delle produzioni ortofrutticole avrebbe una ricaduta immediata su posti di lavoro, redditi e filiere produttive di interi territori.

Responsabilità politiche e ritardi nella programmazione regionale

Cia-potenza-matera punta il dito contro la politica regionale per la mancata chiusura dell’accordo che dovrebbe regolare la gestione idrica condivisa tra Lucania e Puglia. Da mesi la richiesta è quella di concludere senza ulteriori ritardi i tavoli istituzionali, per evitare che un’emergenza si trasformi in una crisi irreversibile. I rappresentanti degli agricoltori evidenziano come la responsabilità non sia solo legata ai cambiamenti climatici, ma anche all’assenza di investimenti e interventi di manutenzione sui grandi invasi regionali.

Gli invasi, così come sono oggi, non mantengono la capacità originaria e quindi non riescono a garantire l’acqua necessaria nelle stagioni più siccitose. La mancata programmazione e le scelte rimandate pesano sulle imprese agricole che, diversamente dalla politica, non possono improvvisare. Serve certezza sulle disponibilità di acqua per mettere in piedi piani di coltivazione sostenibili e puntare a produzioni affidabili.

Contestazioni sulle priorità di consumo dell’acqua

Un altro aspetto sottolineato riguarda le priorità di consumo dell’acqua. Gli agricoltori contestano quelle che definiscono quote preferenziali per grandi industrie come l’ex Ilva a Taranto o per strutture turistiche in Puglia, a scapito dell’agricoltura lucana. Le risorse idriche dovrebbero essere ripartite in modo equo, senza che l’uso domestico o industriale sacrifi l’incremento dei bisogni agricoli. Cia ribadisce che ogni riduzione o limitazione all’uso dell’acqua dovrebbe applicarsi anche agli usi civici e non soltanto all’agricoltura.

Proposte per una gestione più vicina al territorio e resiliente alle sfide future

Per uscire dalla fase critica Cia propone un piano di governance dell’acqua più vicino ai territori interessati, in grado di superare la frammentazione burocratica e valorizzare enti come i consorzi di bonifica e le autorità di bacino. Questi organismi devono essere liberati da vincoli obsoleti e dotati di funzioni più chiare per gestire al meglio i corsi d’acqua e gli invasi.

La strategia immaginata guarda anche al futuro, integrando grandi invasi con piccoli bacini esistenti e prevedendo investimenti per infrastrutture resistenti agli eventi climatici avversi. Si suggerisce di favorire il riuso agricolo delle acque reflue come risorsa alternativa e di introdurre leggi più severe per limitare il consumo di suolo, quest’ultimo elemento che riduce la capacità di raccolta naturale delle precipitazioni.

Un quadro normativo per la tutela del territorio

Infine, la proposta include un quadro normativo che attribuisca funzioni di tutela e presidio del territorio, in modo da evitare degrado e garantire una gestione consistente e sostenibile dell’acqua nel lungo periodo. Soluzioni strutturali di questo tipo rappresentano per gli agricoltori un passaggio necessario non solo per affrontare la crisi attuale ma anche per prepararsi ad eventi futuri.

Mobilitazioni e istanze del mondo agricolo lucano

Di fronte alla situazione critica, cioè una combinazione di siccità, costi di produzione in aumento e bilanci in rosso, la Cia ha annunciato iniziative di mobilitazione sul territorio. Il presidente nazionale Cristiano Fini parteciperà ad alcune di queste azioni insieme agli agricoltori lucani, segnalando la gravità delle condizioni tanto per la crisi idrica quanto per altri problemi come la fauna selvatica, in particolare l’eccessiva presenza di cinghiali.

Le mobilitazioni vogliono spingere le istituzioni a trovare soluzioni di emergenza condivise con il mondo agricolo. L’obiettivo è ribadire la necessità di interventi urgenti per garantire i servizi essenziali, in particolare quelli irrigui, senza i quali difficilmente si può mantenere la produzione ortofrutticola stagionale. Queste iniziative rappresentano un modo concreto per tenere alta l’attenzione sulla situazione e chiedere risposte immediate e chiare.

Il riconoscimento del problema da parte di un’associazione così rappresentativa come cia-potenza-matera mette in luce il rischio serio che la crisi idrica possa compromettere interi territori e settori produttivi. È una chiamata diretta a governi e amministrazioni locali per intervenire prima che le condizioni peggiorino ulteriormente.

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