Il gran premio di monaco è uno degli appuntamenti più attesi del campionato di formula 1 nel 2025. Si corre sulle strade strette e tortuose del circuito di montecarlo, famoso per i suoi tratti unici e il contesto urbano suggestivo. Questa edizione, in calendario per domenica 25 maggio, si presenta cruciale nella stagione. La mclaren punta a consolidare la sua posizione in classifica, mentre la ferrari, con charles leclerc, cerca di conquistare un podio, magari anche qualcosa di più. Ma il circuito non è solo uno scenario di gara, è un luogo ricco di storia, che si riflette anche nei nomi delle sue famose curve.
La prima curva: sainte devote e la sua leggenda monegasca
I piloti affrontano subito dopo il rettilineo principale la curva sainte devote. Questa curva a novanta gradi è intitolata alla santa patrona di montecarlo, santa devota, figura venerata fin dal 300 d.c. La sua storia parte dalla corsica, allora sotto dominio romano, dove venne martirizzata. Il suo corpo, trasportato via mare, si trovò in difficoltà durante una tempesta. La leggenda racconta che una colomba, uscita dalla bocca di santa devota, calmò il mare e guidò la nave fino al porto di monaco. Questo racconto è forte nel folklore locale e conferisce a questa curva un significato particolare, che va oltre la semplice configurazione tecnica della pista. La presenza della chiesa di santa devota proprio di fronte alla curva accentua il legame tra la gara e le tradizioni del principato.
Dai compositori al casinò: massenet, casinò e mirabeau con vista sul mare
Dopo sainte devote, la pista prosegue verso la curva massenet, chiamata così in onore del compositore francese jules massenet. Questo tratto introduce un cambio di ritmo, con una controcurva a destra detta del casinò, dal nome dell’edificio emblematico che domina l’omonima piazza. La pista si dirige poi al mirabeau, che significa “belvedere” in francese. Da qui si gode una vista panoramica sul mare e sulla città , uno spettacolo che accompagna i piloti mentre scendono lungo il circuito. Il mirabeau precede lo loews, un tornante lento, dominante per i tempi in gara. Loews prende il nome dal secondo casinò più grande del principato, situato vicino al punto. Questi nomi raccontano come l’identità culturale e turistica di montecarlo si rifletta nel disegno della pista.
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La discesa verso tabac, louis chiron e le piscine: curve ricche di storia
Proseguendo lungo il percorso, i piloti affrontano il portier, che si trova di fronte all’ingresso di un albergo importante. Questa zona anticipa una delle curve più celebre e tecnica: tabac, che in italiano vuol dire tabaccaio. Il nome proviene da un vecchio tabaccaio che si trovava sull’angolo, oggi sostituito da un ristorante, ma la denominazione è rimasta storica, consolidata nel tempo tra tifosi e addetti ai lavori. Dopo tabac c’è una doppia chicane chiamata louis chiron e le piscine. Chiron è uno dei piloti più famosi di monaco, ha corso in formula 1 negli anni ’50 e detiene primati di longevità nella massima serie. La sua figura rimane un simbolo del motorsport locale. Le piscine hanno questo nome perché lungo il tracciato interno al circuito ci sono delle piscine pubbliche, da cui il termine utilizzato per la chicane.
Ras casse e antony noghes: ultimi ostacoli prima del rettilineo
La penultima curva si chiama rascasse, termine francese che significa “scorfano”. Il nome viene dall’omonimo ristorante che, in passato, modificò la configurazione del tratto. Oggi questa curva è uno snodo fondamentale perché scorre a destra e richiede precisione massima ai piloti, dato lo spazio ristretto. L’ultimo tratto prima del rettilineo è la curva antony noghes. Anthony noghes è stato un commerciante di tabacco nonché promotore delle prime gare automobilistiche a montecarlo, tra cui il celebre rally e il gran premio stesso. Dopodiché si entra nuovamente nel rettilineo principale, per chiudere il giro e ripartire, sfidando la pista un altro giro.
Il gran premio di monaco resta uno tra i più amati del calendario perché combina velocità , storia e una cornice unica dove ogni curva racconta una parte di storia locale o sportiva. Le curve non sono solo punti tecnici ma tappe di un viaggio che ricorda le radici di montecarlo tra tradizione e motorsport.