Gli studenti del liceo classico Paolo Sarpi a Bergamo si trasformano in archeologi tra i tumuli della necropoli di Cerveteri

Gli studenti del liceo classico Paolo Sarpi a Bergamo si trasformano in archeologi tra i tumuli della necropoli di Cerveteri

Studenti del liceo Paolo Sarpi di Bergamo partecipano a un laboratorio archeologico nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri, esplorando siti etruschi e romani con il supporto di esperti e istituzioni locali.
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Un gruppo di studenti del liceo Paolo Sarpi di Bergamo ha partecipato a un laboratorio archeologico di sei giorni nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri, vivendo un’esperienza pratica per comprendere e valorizzare il patrimonio storico e culturale etrusco e romano. - Gaeta.it

Un gruppo di studenti del liceo classico Paolo Sarpi di Bergamo ha vissuto un’esperienza didattica fuori dal comune, mettendosi alla prova tra i resti di una delle necropoli più vaste e conosciute al mondo: quella della Banditaccia a Cerveteri. Sei giorni immersi nel mondo dell’archeologia, tra scavi, analisi e visite in siti storici, per scoprire come il passato possa parlare ancora oggi, custodito nella terra e nelle pietre.

Un percorso di formazione nella necropoli della banditaccia

La necropoli della Banditaccia a Cerveteri ha ospitato per sei giorni i ragazzi della terza C del liceo Paolo Sarpi. Quaranta studenti che per la prima volta hanno potuto toccare con mano frammenti antichi, spolverare reperti ceramici e annotare con cura i dettagli delle scoperte sul campo. Non si è trattato di una semplice visita, bensì di un vero e proprio laboratorio sul campo che ha permesso loro di calarsi nelle dinamiche del lavoro archeologico. Posti tra le tombe ricoperte d’erba, le nuove scoperte degli studenti hanno raccontato una storia antica, ancora viva nei tumuli etruschi.

Il progetto e i protagonisti

Il progetto è parte di un’attività che dura da quasi trent’anni, nata dall’intuizione di Bruno Ippolito, storica figura dell’istituto. Oggi la docente Chiara Soldani, insegnante di latino e greco del liceo, segue questa iniziativa con lo stesso scopo: non formare archeologi professionisti, ma cittadini consapevoli del valore del patrimonio culturale. “la storia – ha spiegato soldani – è un bene collettivo da proteggere, e vivere questi luoghi fa capire quanto sia importante tutelarla”. In effetti, dai loro appunti si vede la voglia di scoprire, ma anche il rispetto per la memoria custodita nel terreno.

Esperienze e tappe nel cuore dell’archeologia italiana

L’esperienza non si è limitata alla necropoli di Cerveteri, ma ha toccato altre importanti località. Gli studenti hanno visitato Tarquinia, una delle città etrusche più famose, ammirando le tombe dipinte che raccontano storie antiche. A Roma hanno esplorato Villa Giulia, museo ricco di reperti etruschi, e l’Ara Pacis, simbolo della monumentalità romana. A Tivoli è stata inclusa Villa Adriana, con la sua architettura imponente che mescola culture diverse. Infine, l’area archeologica di Roselle ha completato questo viaggio nel tempo, offrendo ulteriori esempi di insediamenti romani.

Un percorso di continuità storica

Ciò ha consentito ai ragazzi di costruire un percorso che parte dal mondo etrusco e arriva all’impero romano, riconoscendo nei reperti le tracce di continuità culturali e storiche. Ogni tappa ha aggiunto informazioni vitali per comprendere la vita di allora, e per apprezzare la ricchezza del patrimonio archeologico italiano.

La rete di esperti e istituzioni dietro l’archeostage

Il successo di questa esperienza è stato possibile grazie a una collaborazione stretta tra scuole e professionisti del settore. Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, ha svolto un ruolo cruciale autorizzando gli scavi e accompagnando gli studenti lungo la via degli inferi, simbolico percorso tra tombe e riti antichi. Sul campo li ha affiancati l’archeologo Carmelo Rizzo e i suoi colleghi Federico Petetti e Patrizio Fileri, che hanno supportato i ragazzi con competenze tecniche e pazienza, guidandoli nel lavoro di scavo e nel restauro preliminare.

Un punto di riferimento concreto

Questi professionisti hanno rappresentato un punto di riferimento concreto, aprendosi alla curiosità degli studenti e stimolando l’interesse per il passato. La collaborazione ha quindi unito la formazione scolastica con l’esperienza pratica, offrendo un modello replicabile per altre scuole interessate a percorsi simili.

Un modello di didattica esperienziale per le scuole del territorio

L’iniziativa del liceo classico Paolo Sarpi dimostra come la scuola possa uscire dalle aule per proporre un apprendimento diretto e coinvolgente. Spesso, infatti, gli studenti del territorio nemmeno conoscono la necropoli della Banditaccia o la sua importanza storica. Attraverso questo viaggio, però, hanno scoperto un patrimonio vicino ma poco valorizzato. Hanno capito che il passato non è un racconto astratto ma un complesso di tracce da scoprire e conservare.

Promuovere una cittadinanza attenta

Questo modello di didattica potrebbe ispirare altre scuole, favorendo un rapporto più stretto con i beni culturali e promuovendo una cittadinanza più attenta. L’esperienza fa uscire i ragazzi dalla routine scolastica e li mette davanti a una realtà che parla di storia, lavoro e responsabilità collettiva. L’impegno di docenti e professionisti mostra che, passando dalla teoria alla pratica, la scuola può offrire ai giovani strumenti concreti per capire e rispettare il patrimonio che li circonda.

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