Gli Stati Uniti attraversano una fase che molti analisti descrivono come un forte declino. Mario Del Pero, storico e docente al Centre d’Histoire di Sciences Po di Parigi, offre una lettura critica del presente americano, delineando un quadro in cui gli equilibri istituzionali finiscono per essere compromessi e la democrazia appare messa alla prova da dinamiche autoritarie e corruzione. In questo contesto, vengono evidenziati diversi episodi di abuso del potere, discriminazioni e tensioni internazionali che coinvolgono direttamente l’amministrazione di Donald Trump nel suo secondo mandato.
La torsione autoritaria e la marginalizzazione del congresso
Del Pero definisce questa fase come una torsione autoritaria e cleptocratica, con una precisa strategia che mira a escludere il Congresso dalle decisioni fondamentali. La scelta di privilegiare gli ordini esecutivi spesso bypassa i canali legislativi, destabilizzando la struttura dello Stato. Questo comportamento porta alla rimozione di organismi di controllo e alla cancellazione dei diaframmi istituzionali che normalmente mediano tra il potere e i cittadini.
Viene messo in evidenza l’uso sproporzionato degli ordini esecutivi per smantellare controlli e contrappesi fondamentali alla democrazia. La concentrazione del potere esecutivo si traduce in una gestione centralizzata e autoritaria, mettendo in discussione i diritti civili e le libertà di critica. Significativo il riferimento agli arresti arbitrari, come nel caso della studentessa turca detenuta per 40 giorni senza un processo equo solo per aver pubblicato un articolo critico sull’amministrazione universitaria. A fianco di questa vicenda, anche casi di immigrati regolari deportati illegalmente mostrano un sistema giudiziario e amministrativo che ha perso il controllo e la capacità di tutelare i diritti.
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Corruzione e rapporti ambigui nel cuore del potere
Accanto alle dinamiche autoritarie, Del Pero sottolinea livelli elevati di corruzione, più intensi rispetto alle amministrazioni precedenti, inclusa quella guidata da Biden. Prende come esempio gli investimenti in criptovalute realizzati da Donald Trump pochi giorni prima dell’insediamento, e affari legati a figure come Steve Witkoff, inviato speciale negli affari mediorientali per gli Stati Uniti. Questi fatti evidenziano un intreccio fra interessi personali e funzioni pubbliche.
La presenza di corruzione non è un fenomeno nuovo nella politica americana, ma il grado e la modalità di questi legami sollevano dubbi sulla trasparenza e la responsabilità dell’attuale élite politica. Tali dinamiche rischiano di minare la fiducia pubblica nelle istituzioni e di alimentare una crisi legata alla gestione del potere. La connessione degli interessi economici con ruoli chiave della politica estera mostra come il confine fra pubblico e privato si sia indebolito, sfociando in un modello che Del Pero definisce cleptocrazia.
Atteggiamenti neoimperialisti e tensioni internazionali con canale e israele
Nel campo della politica estera, gli Stati Uniti mostrano tendenze neoimperialiste, soppiantando rispetto alle regole internazionali sane relazioni bilaterali. Vengono citate come esempio alcune ipotesi di annessione di territori come il Canada e la Groenlandia. Pur ritenute da molti come semplici speculazioni o “boutade”, queste insinuano ambizioni territoriali che ricordano dinamiche imperialiste.
Di particolare interesse è la questione di Israele e della Cisgiordania, dove l’amministrazione americana ha rimosso ogni paletto che potesse impedire l’espansione dei territori israeliani, favorendo di fatto la politica di annessione. La questione appare più complessa per quanto riguarda il Canada: un’eventuale annessione comporterebbe impatti politici interni come le elezioni, dato che la popolazione canadese tende a orientare il voto verso i democratici, modificando la geografia politica degli Stati Uniti. Questi elementi confermano un disegno più aggressivo nella sfera geopolitica, che si traduce in tensioni nuove e vecchie in molte aree cruciali.
Resistenze istituzionali tra tribunali e federalismo
Malgrado le spinte autoritarie, l’assetto costituzionale americano conserva alcune capacità di resistenza. Del Pero ricorda il ruolo dei tribunali e il sistema di “checks and balances” come meccanismi che cercano di frenare e correggere gli eccessi del potere esecutivo. Tuttavia le ingiunzioni giudiziarie a volte non vengono rispettate, segno di un problema nel far valere le decisioni della magistratura.
Il federalismo gioca un ruolo importante. Alcuni stati si muovono per opporsi alle mosse centrali, adottando norme e decisioni che contrastano la linea federale. Questa frammentazione istituzionale rappresenta una forma di antidoto al dilagare degli interventi autoritari. A fronte di una popolarità in calo per Donald Trump e di un margine di vittoria ristretto alle scorse elezioni, le tensioni tra potere centrale e realtà locali si fanno più visibili. Queste dinamiche complicano ulteriormente il quadro politico e istituzionale.
La situazione descritta da Mario Del Pero mette in risalto un periodo delicato in cui gli Stati Uniti mettono a dura prova i loro fondamenti democratici, con contraddizioni forti e conflitti istituzionali che segneranno le prossime fasi politiche e sociali.