Gli Stati Uniti accolgono rifugiati afrikaner: criticità e dettagli del programma lanciato da Trump

Gli Stati Uniti accolgono rifugiati afrikaner: criticità e dettagli del programma lanciato da Trump

Gli Stati Uniti avviano un programma rapido per accogliere rifugiati afrikaner sudafricani, suscitando controversie politiche e critiche per il trattamento differenziato rispetto ad altri migranti e tensioni con Pretoria.
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Gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Trump, hanno avviato una procedura rapida per concedere lo status di rifugiati agli afrikaner sudafricani, suscitando controversie politiche e critiche per il trattamento differenziato rispetto ad altri migranti. - Gaeta.it

Da qualche mese gli Stati Uniti hanno avviato una procedura veloce per concedere lo status di rifugiati ai sudafricani afrikaner. Questa minoranza bianca, discendente dagli antichi coloni olandesi, è al centro di un dibattito acceso a causa delle accuse di discriminazione e violenza che il governo americano ha sollevato nei loro confronti. La decisione, che nasce dall’amministrazione Trump, sta generando forti controversie, anche per il contesto politico e migratorio attuale negli Stati Uniti.

La procedura di accoglienza riservata agli afrikaner sudafricani

L’ordine esecutivo firmato da Donald Trump lo scorso 7 febbraio ha stabilito un canale d’ingresso rapido per alcuni sudafricani bianchi che, secondo l’amministrazione americana, rischiano persecuzioni nel loro paese. La selezione delle persone idonee allo status di rifugiati è passata attraverso l’ambasciata degli Stati Uniti a Pretoria, che ha valutato oltre 8 mila richieste. Da queste, circa un centinaio risultano potenzialmente ammissibili.

Secondo resoconti di NPR, il primo gruppo di rifugiati è pronto a partire da Pretoria verso Washington. Si parla di poco più di cinquanta persone, che arriveranno a bordo di voli charter o commerciali entro la settimana. Alcune fonti investigative hanno indicato che il governo degli Stati Uniti si prepara a riceverne fino a mille nel corso del tempo, ma il numero totale e la durata del programma non sono stati ancora chiariti.

Il Refugee Admissions Program

Questa procedura sfrutta il Refugee Admissions Program , attraverso cui stranieri si trovano fuori dagli Stati Uniti e presentano domanda d’ingresso tramite ambasciate o organizzazioni riconosciute. Questo meccanismo è diverso dalla richiesta d’asilo fatta da chi è già nel territorio Usa.

Le ragioni politiche e il contesto delle accuse di discriminazione

Il governo Trump ha giustificato il programma con una critica forte al governo sudafricano, guidato dall’African National Congress . L’ordine esecutivo accusa questo partito di discriminare la minoranza bianca e di promuovere atti violenti contro di essa. In particolare, la decisione fa riferimento a una legge recente voluta dal Sudafrica che autorizza l’esproprio di terre agricole, anche senza indennizzo, come parte di politiche di affermazione positiva per correggere le disuguaglianze causate dall’apartheid.

L’apartheid, un periodo di segregazione razziale durato dal dopoguerra fino agli anni Novanta, ha lasciato una società molto diseguale, in cui la minoranza bianca possiede ancora gran parte delle terre coltivabili , anche se rappresenta solo il 7% della popolazione. Questi aspetti spiegano perché la legge mira a riequilibrare l’accesso alle risorse, ma risultano controversi nel contesto politico locale e internazionale.

Il sostegno di personaggi come Elon Musk, con origini sudafricane, ha contribuito ad amplificare la controversia, soprattutto con le sue affermazioni, non supportate da dati ufficiali, sul cosiddetto “genocidio dei bianchi” in Sudafrica.

Le critiche alla politica di accoglienza e il contrappeso con altre politiche migratorie

La scelta americana di accogliere prioritariamente gli afrikaner è stata giudicata criticamente da più parti, specialmente negli ambienti politici e sociali. Un punto molto contestato riguarda la discrepanza con altri gruppi di migranti, come rifugiati provenienti da Afghanistan, Sud Sudan o Repubblica Democratica del Congo, che negli ultimi mesi hanno visto respingere o bloccare le loro domande negli Stati Uniti.

Trump aveva sospeso l’USRAP fin dal giorno del suo insediamento, lasciando migliaia di richieste in sospeso e concentrando la sua politica su un controllo netto dei flussi migratori. L’eccezione concessa agli afrikaner è stata vista come un trattamento diverso, che favorisce una minoranza bianca e ignora rifugiati in situazioni di conflitto più gravi.

Non solo. Il governo statunitense ha anche deciso la sospensione di tutti gli aiuti al Sudafrica, come misura punitiva contro quelle che ritiene posizioni ostili di Pretoria. Nella lista delle contestazioni, oltre alla legge sulle terre, c’è la denuncia sudafricana contro Israele promossa alla Corte internazionale di giustizia, giudicata dagli Usa una provocazione.

Le posizioni contrastanti sulla politica migratoria

“La decisione di favorire un gruppo minoritario mentre altri rimangono esclusi appare iniqua,” commentano attivisti e osservatori in vari contesti internazionali.

Sviluppi legali e il ruolo delle organizzazioni internazionali

Sul fronte legale, questa settimana un giudice federale ha imposto che l’amministrazione americana riprenda almeno l’esame delle domande di rifugio già avanzate prima del 20 gennaio, giorno in cui era iniziata la sospensione totale del programma. Molti richiedenti rimangono comunque bloccati in una situazione incerta.

Fra le controversie spicca il rifiuto da parte dell’Organizzazione mondiale delle migrazioni di partecipare alla selezione dei rifugiati afrikaner da trasferire negli Stati Uniti. Fonti americane confermano che l’IOM non ha voluto collaborare nel processo, ma non ha fornito commenti ufficiali su questa scelta.

L’intera vicenda si muove in un quadro dove le relazioni tra Washington e Pretoria sono tese. Tra accuse di discriminazione, leggi molto discusse e decisioni politiche controverse, il futuro delle persone coinvolte resta incerto e il tema continua a essere oggetto di scrutiny internazionale.

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