Giuseppe Borrelli nominato procuratore della Repubblica a Reggio Calabria dopo l’addio di Bombardieri

Giuseppe Borrelli nominato procuratore della Repubblica a Reggio Calabria dopo l’addio di Bombardieri

Il Consiglio superiore della magistratura ha scelto Giuseppe Borrelli come nuovo procuratore di Reggio Calabria, sostituendo Giovanni Bombardieri e rafforzando la lotta alla ‘ndrangheta con la sua esperienza nel Sud Italia.
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Il Consiglio superiore della magistratura ha scelto Giuseppe Borrelli come nuovo procuratore di Reggio Calabria, incarico strategico nella lotta alla ‘ndrangheta, in attesa della formalizzazione ufficiale. - Gaeta.it

Il Consiglio superiore della magistratura ha scelto Giuseppe Borrelli come nuovo procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Dopo la partenza di Giovanni Bombardieri, passato alla guida della Procura di Torino nel settembre 2024, la nomina di Borrelli mira a colmare il posto vacante in una delle procure più delicate d’Italia. Il nome del magistrato campano è emerso all’unanimità dalla Commissione incarichi direttivi, ora in attesa della formalizzazione da parte del Plenum del Csm.

La decisione della commissione incarichi direttivi del csm

Nella riunione della Commissione incarichi direttivi, svoltasi di recente, Giuseppe Borrelli ha ottenuto l’unanimità dei voti per la direzione della Procura di Reggio Calabria. L’incarico era da tempo libero, dopo che Giovanni Bombardieri si era trasferito a Torino nel settembre 2024 per assumere la guida dell’ufficio della Procura piemontese. La Commissione ha scelto di puntare su Borrelli, riconoscendo la sua esperienza sul campo e la conoscenza delle dinamiche criminali nel Sud Italia.

Ora la procedura prosegue con l’esame da parte dell’intero Plenum del Consiglio superiore della magistratura, l’organo che formalizzerà la nomina. Questo passaggio è cruciale e segna la conclusione del percorso di selezione, inserendo ufficialmente Borrelli al vertice dell’ufficio antimafia reggino.

La scelta non è stata semplice: la candidatura di Borrelli ha superato quella di altri magistrati di rilievo che avevano fatto domanda, ma la sua candidatura ha prevalso grazie al curriculum e alla conoscenza specifica della regione. Reggio Calabria, da anni, affronta sfide significative nella lotta alla ‘ndrangheta; per questo motivo la guida della procura rappresenta un incarico di grande responsabilità.

Il profilo e la carriera di giuseppe borrelli

Giuseppe Borrelli, 65 anni, ha costruito una carriera lunga e concentrata nel contrasto alla criminalità organizzata, partendo dalla sua città natale, Napoli. La sua esperienza in magistratura è iniziata proprio lì, negli anni Novanta, quando come sostituto procuratore ha seguito importanti indagini contro la camorra napoletana.

Il suo percorso si è poi articolato soprattutto nel Sud Italia. In Calabria è stato procuratore aggiunto a Catanzaro fino al 2014; una posizione che lo ha messo a contatto diretto con l’attività antimafia nella regione. Da quel momento è tornato a Napoli come procuratore aggiunto, con deleghe decisive sulle indagini contro i casalesi, note cosche camorriste con ramificazioni molto estese.

Nel 2020 ha assunto la direzione della Procura di Salerno, incarico affidatogli dal Consiglio superiore della magistratura. Questa esperienza l’ha fatto maturare ulteriormente nella conduzione di un ufficio giudiziario complesso, promosso proprio per la sua capacità di gestire situazioni delicate e indagini complesse.

Il trasferimento a Reggio Calabria rappresenta, in un certo senso, un ritorno alle radici calabresi, in un territorio dove il contrasto alle organizzazioni mafiose richiede costante attenzione e strumenti adeguati.

I candidati alternativi per la procura di reggio calabria

Per la presidenza della Procura di Reggio Calabria si erano fatti avanti sette magistrati di profilo elevato oltre a Borrelli. Ognuno ha presentato la propria candidatura sottolineando esperienze diverse, in particolare nel Mezzogiorno italiano.

Tra questi figura Camillo Falvo, procuratore di Vibo Valentia, già impegnato nella lotta alla ‘ndrangheta in Calabria. Giuseppe Lombardo, procuratore reggente a Reggio Calabria, aveva un ruolo interno di rilievo e poteva contare sulla conoscenza diretta del territorio e dell’organizzazione interna dell’ufficio.

Due procuratori aggiunti di Catania, Sebastiano Ardita e Ignazio Fonzo, hanno offerto un profilo orientato a indagini complesse in Sicilia. A completare la rosa ci sono stati i procuratori aggiunti di Palermo, Marzia Sabella, e di Messina, Rosa Raffa, entrambe con esperienze consolidate nel contrasto alla criminalità organizzata siciliana.

Questa pluralità di profili ha arricchito il confronto interno, ma alla fine l’esperienza specifica di Borrelli a Salerno e Catanzaro, unita alla sua storia di indagini contro la camorra, ha fatto la differenza.

Il ruolo strategico della procura di reggio calabria nella lotta alla ‘ndrangheta

La procura di Reggio Calabria si trova al centro delle indagini contro la ‘ndrangheta da decenni. L’ufficio è spesso impegnato in processi e operazioni che coinvolgono le reti criminali più radicate e attive in Italia e all’estero. Per questo, la nomina del nuovo procuratore assume un valore strategico per la giustizia e la sicurezza del territorio.

Da quando è vacante, la procura ha dovuto gestire l’eredità di inchieste complesse e lavorare sul mantenimento della collaborazione tra magistrati, forze dell’ordine e istituzioni locali. Il ruolo del procuratore prevede di guidare le direzioni investigative, mantenere i rapporti con altre procure e coordinare azioni di contrasto su più fronti.

Giuseppe Borrelli arriva in un momento delicato per Reggio Calabria, dove i processi riguardanti la ‘ndrangheta portano spesso a tensioni e richiedono attenzione nella protezione dei testimoni e nella gestione della sicurezza degli uffici. Il suo approccio sarà utile per mantenere la continuità e applicare un’esperienza ormai consolidata in diversi incarichi, in particolare nel Sud del Paese.

L’ufficio giudiziario reggino avrà un punto fermo nella figura di Borrelli, che conosce bene le dinamiche territoriali e le esigenze di una procura impegnata in prima linea contro le mafie. La sua nomina segnerà una fase nuova nella guida dell’ufficio, ancora in attesa del via libera finale dal Plenum del Consiglio superiore della magistratura.

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