Giubileo diocesano dei migranti a Macerata, messa nella cattedrale presieduta dal vescovo Marconi

Giubileo diocesano dei migranti a Macerata, messa nella cattedrale presieduta dal vescovo Marconi

La cattedrale dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista di Macerata ospita il Giubileo Diocesano dei Migranti, un evento guidato da mons. Nazzareno Marconi con la partecipazione delle cappellanie etniche e delle comunità nigeriana, indiana, peruviana e francofona.
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Domenica 18 maggio la cattedrale di Macerata ospita il Giubileo Diocesano dei Migranti, una celebrazione guidata dal vescovo Marconi che unisce diverse comunità migranti attraverso liturgie e canti tradizionali, promuovendo inclusione e dialogo culturale nella diocesi. - Gaeta.it

La cattedrale dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista di Macerata ospiterà domenica 18 maggio la celebrazione del Giubileo Diocesano dei Migranti. L’evento, programmato per le ore 17, sarà guidato da mons. Nazzareno Marconi e vedrà la partecipazione delle cappellanie etniche attive nel territorio. Questa messa rappresenta un momento di incontro tra diverse comunità di fede, unite dalle loro radici culturali e dalla pratica religiosa comune.

Le comunità migranti nel tessuto ecclesiale di macerata

Da anni l’ufficio Migrantes della diocesi accompagna gruppi cattolici provenienti da vari Paesi, che conservano le proprie tradizioni linguistiche e culturali pur vivendo in Italia. Questi gruppi non seguono solo aspetti religiosi, ma mantengono anche legami profondi con i costumi delle loro terre d’origine. Le comunità più numerose e attive nelle attività diocesane appartengono a nazionalità nigeriana, indiana, peruviana e francofona.

Il ruolo dei cappellani etnici

Don Sergio Fraticelli, coordinatore dell’ufficio Migrantes, sottolinea come questi gruppi siano seguiti da cappellani provenienti dai loro stessi paesi, figure che svolgono un ruolo chiave nell’accompagnamento spirituale. Il servizio pastorale non si limita alle funzioni religiose ma si estende al sostegno morale e alla conservazione delle identità culturali. Gli incontri e le attività promosse permettono di creare un luogo di accoglienza e di scambio, dove la fede si unisce al rispetto delle diversità.

Il programma della celebrazione giubilare domenica 18 maggio

La giornata del 18 maggio inizierà alle 16, nella cattedrale di Macerata, con il ritrovo e l’accoglienza delle varie comunità migranti. Alle 16.30 è prevista la recita del Rosario, che farà da introduzione alla messa celebrata dal vescovo mons. Nazzareno Marconi, con inizio alle ore 17. La celebrazione sarà animata dalle cappellanie etniche, che porteranno canti e rituali caratteristici dei loro paesi d’origine.

Caratteristiche liturgiche

La liturgia sarà dunque un momento di vita vissuta, con colori e musiche che rappresentano la varietà culturale della diocesi. L’incontro è pensato come un’occasione di festa e di preghiera, per riconoscere il valore delle comunità straniere all’interno del tessuto ecclesiale locale e per esprimere la fede in modo collettivo. Non solo rito, ma anche un gesto significativo per testimoniare la presenza e il contributo dei migranti nella Chiesa di Macerata.

Il significato religioso e sociale della celebrazione

Don Sergio Fraticelli evidenzia che queste comunità, molte delle quali presenti da anni nel territorio, rappresentano un segno importante della cattolicità locale. La messa giubilare vuole essere un momento in cui tutta la diocesi può riconoscere la ricchezza portata dalla diversità religiosa e culturale. Invitando tutti i fedeli delle parrocchie di Macerata a partecipare, si crea un’opportunità per intensificare il dialogo e la conoscenza tra le varie realtà presenti in città.

Un messaggio di speranza e inclusione

Il Giubileo diventa così un’occasione per rafforzare il senso di comunità e per valorizzare la dimensione universale della Chiesa, che accoglie e include persone di tutte le provenienze. Lo spirito di questa domenica sarà quello della condivisione, con una particolare attenzione alla dimensione umana e spirituale dei migranti, viste come un segno di speranza e un messaggio profetico per la società locale e oltre. L’evento assume quindi un valore non solo religioso, ma anche sociale, in un contesto di crescente attenzione alle differenze culturali e all’inclusione.

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